Il Bahrain ha portato in dote a McLaren la terza vittoria in quattro gare, facendo risultare quella di Max Verstappen l’eccezione che conferma la regola di una MCL39 assolutamente riferimento tecnico di questo inizio stagione. Eppure, come avvenuto in Australia, in Cina nella Sprint Race ed a Suzuka, la squadra di Andrea Stella non ha capitalizzato il potenziale espresso della monoposto con il massimo risultato possibile. Fin qui Lando Norris ed Oscar Piastri avevano tutte le carte in regole per ottenere quattro doppiette, ma per un motivo o per un altro solo nella Main Race della Cina è successo. Errori dei piloti, strategie conservative, ma anche i ‘limiti’ di una monoposto a tratti dominante ma che non può considerarsi ancora come la vettura perfetta.
Bahrain: il dominio McLaren è stato limitato delle temperature ma anche per scelta
Nessuno si sarebbe atteso un risultato diverso da quanto si è visto sul circuito di Sakhir. Oscar Piastri ha vinto la gara, guidando comodamente il resto del gruppo per praticamente tutta la gara, fatta eccezione per alcuni istanti in cui la strategia Ferrari ha portato le due SF-25 al comando del quarto GP stagionale. Dopo la Safety Car, l’australiano ha però sfruttato il potenziale della proprio monoposto per rifilare ben 16 secondi in 22 giri al secondo classificato, George Russell, impegnato in una lotta con Charles Leclerc prima e Lando Norris dopo, che certamente gli è costato del tempo cosi come la Soft utilizzata. In questa prima parte di stagione il gap in favore della McLaren è più vicino al mezzo secondo che al singolo decimo, che è evidenziato quando i due alfieri papaya riescono a mettere insieme un giro perfetto in qualifica e quando in gara non decidono di ‘salvare’ del passo. La squadra guidata da Andrea Stella, cosi come in Cina, anche in Bahrain ha deciso di non mostrare completamente tutte le sue carte. Soprattutto nell’ultimo anno di questi regolamenti non c’è alcun guadagno nello svelare il massimo potenziale della monoposto, anzi, l’interesse nel tenere il gruppo apparentemente compatto e la concorrenza viva può essere un modo strategico di non accendere ulteriori polemiche o dubbi sulla loro monoposto.
In Bahrain però è stato fin troppo evidente che la MCL39 sia il chiaro riferimento, sempre di più con l’aumentare dell’importanza nella gestione gomme del determinato fine settimana. Non è un caso che il team di Woking abbia dominato le PL1 e le PL3 del GP del Bahrain, quelle in cui la gestione delle gomme anche in un singolo giro era determinante nei crono. Le qualifiche e la gara sono state corse con 20°C in meno di pista rispetto alle altre sessioni, che hanno aiutato le altre squadre diminuendo il vantaggio della MCL39. La W16 è la monoposto più bilanciata e costante di questo inizio di campionato, dopo la McLaren, con i due piloti capaci di trovare facilmente il limite e avere in gara un ritmo molto costante con anche una buona gestione degli pneumatici. Molti dei problemi del progetto 2024 sono stati cancellati, ma c’è ancora della prestazione da trovare, cercando di progredire anche con piccoli step e novità ‘invisibili’ come quelle introdotte in Bahrain. La Ferrari ha confermato a Sahkir dei progressi da non sottovalutare se pensiamo che il Bahrain poteva essere la pista più ostica per una SF-25 che al momento non è ben bilanciata e soffre una carenza di carico al posteriore. Si è visto che il nuovo fondo ha apportato delle migliorie, con un aggiunta di carico che ha migliorato le perfomance soprattutto nel lento e che ha aiutato anche a migliorare la trazione. Infine c’è la Red Bull, che qui è risultata dispersa, su un tracciato che ha messo in risalto tutti i limiti dell’attuale progetto: curve lente, trazione, bilanciamento instabile e soprattutto gestione del surriscaldamento degli pneumatici che causavano un enorme perdita di prestazione. Non a caso sono stati gli unici a conservare 2 treni di Hard per la gara, consapevoli dei loro limiti.
McLaren: in Bahrain si sono certificati anche alcuni limiti da risolvere di una macchina che non è perfetta
Può sembrare strano ma nemmeno la MCL39 è perfetta. Anzi, i suoi limiti dopo quattro gare risultano ora ben evidenti. Il problema di cui si parla fin dai test è certamente una certa difficoltà di guida per i piloti soprattutto nel singolo giro. Oscar Piastri sembra si stia al momento trovando maggiormente a suo agio rispetto a Lando Norris, che però gode del supporto della squadra “Lando non ha mai puntato il dito sulla squadra per una macchina che è cambiata molto rispetto all’anno scorso, quando lui si trovava molto bene. Lui ha il nostro pieno supporto, è stato fondamentale per la nostra crescita ed è bello che lui si prenda le sue colpe, ma anche noi dobbiamo e stiamo lavorando sodo per aiutare lui, come Oscar“. Andrea Stella è stato molto chiaro nel post gara e le sue parole non sono al vento. A Woking sono consapevoli che la MCL39 è una vettura più difficile da guidare soprattutto in qualifica, quando c’è da trovare il picco di perfomance con gomme Soft nuove. Non è un caso che entrambi i piloti arrivino a commettere più di una volta errori nel corso dei loro giri. E’ soprattutto l’inglese che ne sta soffrendo, ma Piastri non è esente da errori come si è visto nel corso di questi primi quattro appuntamenti. I tecnici McLaren stanno lavorando per apportare modifiche e miglioramenti che possano migliorare soprattutto il felling di Lando Norris con la MCL39 e, nel giro di poche gare, dovrebbero debuttare degli aggiornamenti in quel senso.
Ci sono però altri due aspetti che si sono evidenziati nel momento in cui Piastri e Norris non sono riusciti a piazzare le loro monoposto in prima fila. La MCL39 è l’auto che maggiormente soffre il graining e le turbolenze. Nel momento i cui i due piloti in arancione si trovano a dover battagliare con gli avversari, stando in scia, la loro macchina diventa più nervosa da guidare e perde un po’ di prestazione, rendendo molto complicato l’azione di sorpasso che, giudicando dal semplice passo a disposizione, sembrerebbe un azione molto più semplice da portare a compimento. Questo potrebbe non essere una casualità, anzi, ma piuttosto la controindicazione di un auto che sfrutta molto il fenomeno dell’aeroelasticità, con una carrozzeria molto flessibile e che quindi lavora nel range ottimale di prestazione in aria libera ma patisce le turbolenze di una vettura davanti, con il bilanciamento e la finestra di operatività che vengono cosi maggiormente penalizzate. Inoltre, proprio in merito alle ali flessibili, la McLaren dalla Cina – dopo l’introduzione di controlli più stringenti sulle ali posteriori – sta pagando qualche km/h di velocità in più rispetto a Mercedes, Red Bull e Ferrari. La MCL39 non è più una vettura troppo efficiente in rettilineo e paga il tanto carico espresso in curva con velocità massime carenti. Questo è un aspetto che penalizza ancor di più le battaglie corpo a corpo, rendendo i sorpassi più difficili da portare a termine. Durante il GP, per esempio, si è vista la difficoltà di Norris di superare Charles Leclerc, dovendo sfruttare anche un suo errore che gli ha permesso di riavvicinarsi, dopo averne commesso qualcuno lui nel tentativo di forzare il sorpasso e perdere meno tempo possibile. E così è stato anche nei confronti di Russell, che con Mercedes gode di un ottima trazione ed anche velocità di punta.