La famiglia Red Bull è stata l’ultima in termini di tempo ad ufficializzare le proprie line-up per il mondiale 2025. Sebbene fosse una mossa già nell’aria da tempo, la scorsa settimana la scuderia di Milton Keynes ha annunciato l’addio di Sergio Perez, per far spazio a Liam Lawson al fianco di Max Verstappen. Il neozelandese, che alle sue spalle ha solo undici gare nella masterclass, ha raccontato come l’obiettivo principale sia quello di imparare dal pilota più forte in griglia in questo periodo storico. La solidità, prestazionale e mentale, sarà un aspetto su cui dovrà lavorare Lawson. Non sarà certamente un lavoro semplice, viste anche le sorti di chi lo ha preceduto, ma si è detto ottimista alla luce del background accumulato nel ruolo di pilota di sviluppo.
Lawson: “bisogna essere autocritici ma mai dubitare di sé stessi”
Come la storia degli ultimi anni ha spesso raccontato, Max Verstappen è il compagno di squadra più duro da avere all’interno del box. La forza e la perfezione messa in pista dal quattro volte del mondo, mixata con quella sua capacità di interpretazione della monoposto, hanno spesso messo nell’ombra chi ha occupato la seconda vettura di casa Red Bull. “Credo fermamente che nessuno sia perfetto e, come pilota, non sono perfetto,” ha dichiarato Liam Lawson dopo l’annuncio della scorsa settimana. “Ci sono sempre cose da cui imparerò, sono un autocritico in merito a dove posso migliorare. Sono consapevole dei miei errori, ma penso sia importante non dubitare di sé stessi. Dubitare delle proprie capacità è differente dall’essere critici con sé stessi sugli errori.” Un’affermazione che denota quanto le insicurezze siano il peggiore tallone d’Achille che si possa avere quando si è al fianco di Verstappen. La forza di Max risiede nel capire esattamente cosa vuole dalla monoposto, cucendola alla perfezione sul proprio stile di guida. Una discriminante fatale per chi spesso è stato suo compagno di squadra. “Per provare a spiegare la sensazione, è come se si aumentasse al massimo la sensibilità del mouse sul computer e poi la freccia iniziasse a sfrecciare ovunque sullo schermo. Tutto diventa talmente brusco da renderti teso.”
La sensibilità con cui Verstappen ha interpretato le monoposto che ha guidato è stato un fattore cruciale in una stagione come quella appena conclusa. Un anno in cui, seppur con un mezzo diventato non più all’altezza degli avversari, l’olandese ha estratto il massimo del potenziale arrivando a cucirsi la quarta Iride con largo anticipo. Lawson non si è però detto preoccupato in merito all’eventuale gap che potrebbe emergere fra lui e Verstappen, dicendosi fiducioso dell’esperienza accumulata nelle prove al simulatore e in pista. “Per quanto mi riguarda, penso di aver passato molto tempo a sviluppare quell’auto, da junior e come riserva negli ultimi due anni. Sento di aver capito abbastanza bene il modo in cui la vettura si guida. Ma non credo nemmeno al fatto che una macchina possa adattarsi al proprio stile di guida. Penso che, come piloti, siamo professionisti e dobbiamo adattarci a qualsiasi cosa guidiamo.”
Sulla filosofia di Helmut Marko: “mi ha fortificato e preparato per la F1”
La bocciatura di piloti come Gasly e Albon, oltre all’ultima di Perez, non spaventa Lawson, che si è invece detto pronto ad imparare dal più grande. “Credo che chiunque affronti Max debba essere realista e sapere che è il ragazzo più veloce sulla griglia in questo momento, e che non lo si supererà certamente di mezzo secondo,” ha affermato il neozelandese. “Per me è più un’opportunità per imparare dal migliore. Essere al suo fianco ed avere accesso ai dati che porta è entusiasmante per me. Se non faccio un buon lavoro sono precisi nello spiegarmi dove potrei migliorare. Sono qui anche per imparare.” Sebbene l’aspetto formativo sia al vertice delle prospettive di Lawson, la filosofia Red Bull si è dimostrata tutt’altro che docile con i propri piloti, sin dai primi momenti nell’Academy. Uno stile che è spesso stato fonte di scrematura da parte di Helmut Marko. “Voglio avere un lungo futuro in F1,” ha dichiarato. “Quindi è importante essere consapevole delle cose su cui posso migliorare. Penso che avendo avuto Helmut sin da giovane che mette pressione e critica tutto ciò che fai come pilota, mi abbia aiutato a diventare una persona più forte per essere in grado di affrontare la F1.”