Come tradizione Mattia Binotto ha parlato nel post gara con alcuni giornalisti selezionati. La peggior gara dell’anno della F1-75 (assieme al Belgio) ha aperto o meglio rimarcato alcuni interrogativi a cui cercare di dare risposte.
La vettura è apparsa in sofferenza lato power unit e in grande disagio riguardo la guidabilità offerta. Ferrari fondamentalmente sapeva da tempo di dover correre in difesa a questa quota per una limitazione tecnica del turbo, tuttavia, in termini più generali, si deve riconoscere che un gap di 1 secondo al giro da Verstappen non può essere riconducibile totalmente a questo aspetto.
Il team di Maranello ha pensato semplicemente a concludere la gara ed evitare rotture per mantenere un margine nella classifica costruttori sulla rediviva Mercedes.
A quanto appreso da fonti Formu1a.uno la potenza è stata ulteriormente ridotta di ulteriori 15 cv per la sopravvivenza in in altura. Una operazione riuscita, che però non mitiga le sensazioni di una vettura profondamente regredita, non più facile da utilizzare per i piloti e interpretare correttamente dagli ingegneri. E’ bastato perdere una sessione per andare fuori strada a livello di bilancio.
Riguardo al loro momento tecnico il team principal la spiega così:
“Normalmente in qualifica siamo vicini ai nostri rivali e invece ieri il gap è stato ampio e la gara non ha fatto che evidenziare che non eravamo a nostro agio in pista qui. Il compromesso che abbiamo dovuto fare di cui si parla in termine di PU non eravamo al nostro meglio, ma non spiega tutto il nostro divario. Dobbiamo analizzare bene cos’è successo perché non c’è una risposta unica. Tante cose non hanno funzionato e le motivazioni vanno analizzate per trovare le spiegazioni”
Vi aspettavate una perfomance di questo tipo?
“No, non lo credevamo. Dopo le FP1 nemmeno ce n’eravamo accorti, solo andando avanti nel weekend abbiamo visto questo. Le FP2 sulle gomme test Pirelli 2023 non hanno aiutato ad analizzare il bilancio della macchina. Non ci aspettavamo questi problemi. Penso che per certi versi sia stato simile a SPA, dobbiamo capire per poter reagire nelle ultime due gare”
Sei preoccupato dalle ultime gare e dai miglioramenti Mercedes?
“Se guardo alle ultime gare non sono state fantastiche, ma a Singapore penso che siamo stati molto competitivi, a Suzuka non eravamo veloci quanto Max ma non è stato un dramma. A Austin eravamo competitivi in qualifica ma non così tanto in Gara. Qui è stato molto peggio, ma non è stato lo stesso. Spero che non sia un trend, ma un eccezione. Speriamo di tornare al nostro livello di competitività fin da San Paolo. Mercedes sta tornando perché stanno sviluppando anche più di noi, che ci siamo fermati prima per concentrarci sul 2023. Non sono preoccupato quindi dai loro miglioramenti, perché so che noi ci siamo fermati con il nostro sviluppo”
Sembra che voi abbiate il turbo più piccolo e per questo avete sofferto in altura e per questo le scelte di provare un carico minore?
“Alla fine abbiamo corso con il massimo carico. Abbiamo provato a ridure il carico, ma poi siamo tornati indietro. In termini di turbo non siamo efficienti al punto da girare a massima potenza qui, ma non abbiamo mitigato questo con meno carico aerodinamico”
In Ungheria siete stati criticati per la gomma Hard, qui è la Mercedes che è cascata nell’errore ma voi lo avete evitato.
“In Ungheria siamo stati criticati e succede quando facciamo scelte non completamente giuste, ma Mercedes ha perso le ultime gare per aver sbagliato la scelta di gomme, quindi non siamo solo noi a commettere certi errori. Noi siamo arrivati alla conclusione che la strategia Soft-Media fosse la scelta migliore perché al venerdì abbiamo visto che la Soft non aveva un degrado così grande. Abbiamo dovuto gestire le gomme per compiere una sosta, e questo è anche parte della motivazione per il nostro passo, ma siamo convinti ancora che la scelta di una sosta così sia stata quella migliore”
Avete sempre pensato ad una sosta o c’era possibilità di cambiare con due?
“No, la nostra idea principale era una sosta. Charles all’inizio ha chiesto per il Plan C e quindi le due soste, ma si sarebbe fermato per finire nel traffico e quindi la decisione giusta è sempre stata quella di fare una sola sosta”
I due piloti sono arrivati abbastanza vicini ma Charles è sembrato più in difficoltà di Carlos, giusto?
“La gara è stata piuttosto simile. Non giudicherei una gara differente, semplicemente uno è stato avanti e l’altro dietro. Quando sei poi nel traffico o altro non è nemmeno semplice gestire le gomme e tutti questi aspetti”
Qual’è la difficoltà che c’è stata in Messico? Temete anche per il Brasile?
“Quando dico che non è un andamento vedendo le ultime gare. SIngapore è stato un bel weekend, meritavamo la vittoria anche. In Giappone abbiamo lottato sul decimo per la Pole e siamo arrivati, se ricordo bene, secondi. Ad Austin faccimao 1-2 in Qualifica, poi abbiamo la nostra penalità e Carlos va fuori subito. Il Messico quindi non penso rispetti le ultime tre gare. E’ una gara a sé, in cui non siamo stati competitivi nemmeno in qualifica. Da un lato c’è una difficoltà della PU per le dimensioni del turbo almeno per tipo di mappature. Pensando al Brasile è come in Austria e non credo che lì fossimo in difficoltà. Almeno sull’aspetto PU non mi attendo problemi in Brasile. Non vuol dire che oggi il problema era solo motore. Qui la potenza conta meno di altre piste come Belgio o Monza.. E’ solo una parte della spiegazione, forse anche quella minore, il resto va analizzato.”
Vi aspettavate quindi difficoltà dal motore, ma i problemi sono lato assetto?
“Si, sapevamo di avere uno svantaggio lato PU, ma questo non giustifica la prestazione di questo weekend”.
L’unica consolazione è aver limitato i danni arrivando al traguardo? Come vanno i lavori sull’affidabilità della PU per prossimo anno?
“Bisogna sapere in gare difficili massimizzare i punti e oggi l’abbiamo fatto. Sai di non vincere e devi accontentarti anche del risultato che non è ideale. I nostri piloti sono stati molto responsabili, battagliare anche tra di loro, ma senza rischi inutili consoliando il risultato massimo ottenibile per noi. Era importante portare al traguardo le macchine. Stiamo lavorando sull’affidabilità, è una sfida per noi che dobbiamo assolutamente vincere per anno prossimo”
Hai detto che avete fermato lo sviluppo della macchina molto presto, credi che continuandolo ci sarebbe stato altro potenziale da estrarre?
“Sicuramente ci sarebbe stato, ma non avevamo disponibiltià economica di budget cap per farlo”
Com’è possibile che l’auto sia irriconoscibile sui cordoli quando prima della sosta era una vettura che sembrava molto aggressiva sui cordoli?
“Credo che la direttiva abbia portato tanti fuori strada, quindi non voglio dire che c’entri la TD. La nostra è una macchina che per come è concepita più gira bassa e più è veloce. E’ vero per tutti, ma per noi in modo particolare. Noi siamo quelli che giriamo più bassi, è lì che troviamo prestazione. Girare bassi, vuol dire girare rigidi. Ad inizio stagione magari non era vero perché gli altri non erano ancora apposto. Nel frattempo si sono evoluti, così come noi. Noi tendenzialmente giriamo più bassi e più rigidi e quindi soffriamo più di altri in certe piste”
E’ stato portato un aggiornamento sull’ultima di unità di Leclerc a Austin?
“Ogni qualvolta che abbiamo introdotto delle unità, che sia stato su Sainz o Leclerc abbiamo sempre cercato di migliorare livello di affidabilità, però non sono soluzioni definitive in ottica 2023. L’unità 2023 sta girando al banco per quanto consentito, l’affidabilità è una sfida che dobbiamo assolutamente vincere“.
Vedremo se le ultime due gare di Interlagos e Abu Dhabi regaleranno un Ferrari di nuovo in forma per difendere adeguatamente il secondo posto, anche in considerazione del fatto che verso il Brasile è dato praticamente per scontato il cambio di elementi Power Unit sulla monoposto di Sainz, e relativa penalità.
autore: Giuliano Duchessa
co-autori: Paolo D’Alessandro & Piergiuseppe Donadoni