Alonso, l’età che avanza e il sogno del terzo titolo: “2026 unica possibilità”

Luca Manacorda
26/12/2024

Nonostante un’Aston Martin decisamente deludente, anche nel 2024 Fernando Alonso ha dimostrato in diverse occasioni di essere ancora uno dei migliori piloti in circolazione in F1. Dopo i podi del 2023, però, i risultati di prestigio non sono arrivati in questa stagione e sembra difficile che qualcosa possa cambiare nel 2025. Nonostante gli anni che continuano inesorabilmente a scorrere, le attenzioni dello spagnolo sono rivolte al futuro e soprattutto al 2026, primo campionato con i nuovi regolamenti tecnici nonché primo campionato in cui la scuderia di proprietà di Lawrence Stroll schiererà una monoposto figlia della geniale matita di Adrian Newey.

F1 2026, the last dance

Un cambio di regolamento rappresenta sempre una grande occasione per chi insegue, ancora di più quando si hanno a disposizione budget, strutture e organico da top team. Questo vale in particolare per l’Aston Martin dopo gli importanti investimenti fatti da Stroll in questi anni e Alonso, che nel 2026 spegnerà 45 candeline, sa che quella sarà probabilmente la sua ultima chance per vincere quel terzo titolo mondiale che gli sfugge dal 2007, anno della prima turbolenta esperienza in McLaren.

Stroll

Sogno ancora, perché no? So che il 2026 è probabilmente la mia unica possibilità perché il 2025 sarà estremamente difficile, ma continuo a sognare – ha dichiarato Alonso in una lunga intervista rilasciata alla BBCLa F1 è per i sognatori, probabilmente, perché può succedere di tutto. Le aspettative saranno alte perché è ci sarà una nuova auto, un cambio di regolamento e una vettura realizzata da Adrian“.

Un’occasione, quella del 2026, che per Alonso arriva tardi, ma forse non troppo tardi: “Probabilmente, almeno per iniziare, sarà la mia ultima stagione in F1. Perché il mio contratto termina alla fine del 2026. È il momento della consegna e della verità. Ci sono grandi aspettative“.

La sfida contro il tempo che passa

Quello che sta dimostrando Alonso nelle ultime stagioni è di per sé qualcosa di già impressionante. Nella F1 moderna non si ricordano altri piloti che, superata la soglia dei 40 anni, hanno continuato a performare senza particolari cali di rendimento. Il pilota di Oviedo, che dal prossimo anno vedrà anche Lewis Hamilton raggiungerlo nel club degli “anta”, sta riuscendo a far sembra normale qualcosa fuori dall’ordinario: “I media mi ricordano di tanto in tanto alcune statistiche e alcuni numeri, ma personalmente mi sento come se avessi 25 o 30 anni e continuo a correre in F1. Mi sento motivato, mi sento fresco, mi sento in forma per guidare e fare lo stesso allenamento che faccio da 20 anni ormai, perché è più o meno la stessa routine“.

Alonso

Proprio la dedizione alla vita da pilota è il principale fattore che ha contribuito alla longevità agonistica di Alonso: “La mia disciplina di lavoro, allenamento e dedizione alla F1 è stata piuttosto estrema e i risultati stanno dando i loro frutti. Non ho mai perso nessuna sessione di test o nessun debriefing o nessun momento in fabbrica o  di allenamento. Non sono mai uscito né ho fatto troppe feste. Forse i risultati stanno arrivando ora che ho 40 anni, ma il punto di partenza è stato tra i 20 e i 30 anni, quando devi dedicarti alla F1 per un lungo periodo di tempo per ottenere dei risultati in seguito“.

I perché di una motivazione che non cala mai

Oltre alla dedizione e alla preparazione, l’altro grande aspetto che distingue Alonso dalla maggior parte dei piloti ultraquarantenni è la motivazione, rimasta intatta. Lo spagnolo ha una spiegazione per questo: “Perché non ho mai avuto una buona macchina con cui poter dominare qualcosa, a parte la mia stagione con il campionato mondiale endurance con la Toyota (2019-20, ndr). Quella stagione ho capito quanto potesse essere meraviglioso avere una macchina dominante anche in F1, perché potevi ottenere così tanti risultati e guidare come volevi“.

Ripensando ai suoi due mondiali di F1 conquistati nel biennio 2005-2006, Alonso ritiene di aver vinto pur senza aver avuto a disposizione la monoposto dalle migliori prestazioni: “Per tutta la mia carriera ho guidato auto che forse non erano le migliori in quel momento, anche nei miei due Campionati del Mondo. Nel 2005, la McLaren era l’auto più veloce ma la loro affidabilità era scarsa, quindi abbiamo compensato con questo e vinto il campionato. E poi nel 2006, le prestazioni erano molto simili ma la Ferrari e Michael [Schumacher] hanno avuto un po’ troppi ritiri, soprattutto in Giappone alla fine dell’anno, e ho vinto il campionato. Continuo a dare il massimo e sono motivato perché ogni anno ho ancora la speranza che quella sarà la stagione in cui potrò avere un’auto veloce“.

Il giorno del ritiro

Come ha dimostrato con queste dichiarazioni, Alonso al momento ha davanti a sé ancora un orizzonte abbastanza ampio prima di decidere di dire basta. Parlando di quel momento, lo spagnolo ha spiegato: “La mia autostima sarà sempre lì finché non arriverà il giorno in cui non mi sentirò a mio agio in macchina. Se mi sentirò più lento dei miei compagni di squadra, o più lento di quanto penso sia possibile con la macchina, se quella data arriverà, probabilmente alzerò la mano e smetterò di correre, perché non mi divertirò più“.

Il 2026, come detto, potrebbe essere il momento giusto per l’addio, ma l’ipotesi di andare oltre non è ancora completamente scartata dall’eterno Alonso: “Se il 2026 starà andando liscio e ci staremo divertendo, e se ci sarà la possibilità di correre un altro anno, sarò aperto a questo di sicuro. Non chiuderò la porta prima. Ma non inizierò a pensarci e prenderò ogni gara come se fosse l’ultima e mi godrò ogni secondo“.

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