Il Sabato del Messico ci restituisce una Mercedes al Top, in attesa delle Qualifiche. I dati di FP1-Fp2 hanno potuto solo dare minime indicazioni a causa di molteplici fattori che ne hanno limitato l’utilità. Al mattino la pista era molto sporca e questo faceva si che l’asfalto migliorasse in modo importante. Al pomeriggio invece i team hanno dovuto lavorare sulle gomme prototipo Pirelli 2023, rendendo difficile l’analisi. Quello che era scaturito però erano valori mai così vicini tra Mercedes, Red Bull e Ferrari.
La sessione di FP3 ha confermato il buon momento della W13 che addirittura ha chiuso in vantaggio con un gap importante, che però dovrà ora confermare in Qualifica. La Scuderia di Maranello invece esce con qualche dubbio dall’ultima sessione di prove libere, così come anche in casa Red Bull c’è da sistemare tutto al meglio per poter essere nuovamente al Top, nonostante i progressi mostrati.
Ferrari: la F1-75 soffre il sottosterzo e limita il potenziale ai due piloti
Nella giornata di Venerdì il lavoro svolto dagli uomini di Maranello è stato cospicuo, nonostante i problemi riscontrati. Nel primo run in FP1 Charles Leclerc ha patito una foratura sul compound Hard, fermandosi così subito ai box dove i tecnici hanno svolto anche dei controlli aggiuntivi. Nelle FP2 invece – che erano dedicate ai test Pirelli – il monegasco è andato a muro dopo un testacoda alla fine del veloce ‘serpente’ del secondo settore, terminando anticipatamente la sua sessione. Tra le due sessioni i tecnici hanno optato per scaricare leggermente l’alettone posteriore, passando dalla specifica da alto carico di Barcellona a quella da medio alto carico del Bahrain. Scelta confermata poi, un po’ a sorpresa, anche il Sabato.
La F1-75 ha dimostrato buone doti di carico e la scelta di scaricare il posteriore ha fatto si che la rossa si difendesse anche sui rettilinei. Le velocità massime toccate durante l’ultima sessione di prova infatti dicono 346km/h sia per Ferrari che Red Bull (con Mercedes ferma a 341km/h). Il problema sorto oggi però è quello di un sottosterzo molto penalizzante in tutti i settori. “C’è tanto sottosterzo e la macchina non curva” ha lamentato via radio Leclerc, esponendo un limite ben visibile dagli onboard. Questo peggioramento ha reso più difficile aggredire lo snake, nel quale la F1-75 si scompone aggredendo i cordoli ad alta velocità, ma è soprattutto il terzo settore in cui si perde tempo.
La scelta dei tecnici ora dovrà essere quella di decidere se rimanere su questa scelta, che evidentemente aveva convinto in Fp2, o fare un passo indietro, penalizzare le velocità di punte rispetto a Red Bull – attestandosi così tra la RB18 e la W13 – ma tornare ad avere più carico e quindi migliorare in curva. A livello di long run svolti nelle FP3 i risultati con la Soft non erano negativi, ma rimanere con meno ala in vista della gara, dati i problemi di degrado comparsi da SPA in poi, potrebbe essere un rischio.
Mercedes: proseguono i test in vista del 2024. Assetti diversificati in casa Red Bull.
Il Venerdì del team di Brackley è stato fortemente incentrato sul testare i nuovi componenti introdotti ad Austin, più la nuova ala anteriore ‘rivista’ per essere conforme al regolamento. I cinque elementi di supporto, che avevano lo scopo di essere veri e propri deviatori di flusso, sono stati rimossi per evitare ogni tipo di polemica, così da poter usufruire del nuovo componente. “Vale la pena rischiare una protesta per dei dettagli che sembrano molto interessanti ma non sono la novità più importante dell’ala anteriore?” ha commentato il DT della Mercedes, Mike Elliott. Durante il Venerdì di prove abbiamo visto sia la versione nuova, che una vecchia con un vistoso taglio del flap superiore per ridurre il drag utilizzata da Lewis Hamilton durante le secondo libere. Confermate le novità invece al fondo.
Al Sabato la scelta del team di Toto Wolff è andata in direzione del massimo carico. Scartata dunque la scelta dell’ala anteriore con flap tagliato (qui sopra) e confermata invece la nuova versione. La W13 si è confermata progredita in più aspetti, pagando comunque un deficit in termini di velocità di punta (specialmente nei confronti di Red Bull a parità di carico). La Mercede si sta ben comportando su un tracciato che non garantisce ancora elevati livelli di grip, risultando molto prestazione nelle curve veloci e anche nel tortuoso ultimo settore.
Il fattore che testimonia come in casa Red Bull ancora non siano convinti al 100% delle scelte adottate fin qui, è la prova comparativa svolta durante le FP3. I livelli di carico aerodinamico tra Max Verstappen e Sergio Perez erano infatti diversi all’anteriore. Sulla vettura del campione del mondo infatti c’erano le ali da massimo carico, così come su quella del messicano dove però il flap superiore era tagliato. Un po’ come quanto visto nella giornata di ieri in casa Mercedes. Il pilota messicano gradisce una vettura sottosterzante e quindi la diminuzione del carico potrebbe anche andare incontro a lui, anche se i riscontri cronometrici non l’hanno confermato e quindi, in vista delle Qualifiche, si potrebbe fare un passo indietro.
La RB18 anche in Messico sta mantenendo il suo vantaggio di efficienza sul rettilineo. Dal Venerdì al Sabato il team di Horner è riuscito a migliorare molto il rendimento della vettura specialmente nel settore centrale, dove ieri erano un po’ più in difficoltà, senza penalizzare gestione della gomma (su giro secco o long run) guardando anche il terzo settore. Quella del Messico potrebbe essere una delle Qualifiche più combattute della stagione.
FIA: la sanzione inflitta a Red Bull conferma i timori dei rivali
Dopo un lungo periodo di analisi e di discussioni, la Federazione è arrivata ad infliggere una penalità di 7 milioni di dollari alla Red Bull più una decurtazione del 10% dalle limitazioni dei test aerodinamici. Una penalità dura o meno, a seconda di chi viene interpellato. Christian Horner subito ha tuonato contro questa decisione che “potrebbe costare alla Red Bull da 2 decimi e mezzo fino a mezzo secondo”. Un deficit sicuramente importante se confermato, considerando che Red Bull pagherà una maggior limitazione ore per via del BoP aerodinamico e della sua attuale posizione in classifica costruttori (1°). A riguardo però arrivano diversi pareri discordanti. Toto Wolff accetta la decisione della FIA confermando lo svantaggio che avrà la Red Bull. Incalzato da Mara Sangiorgio ai microfoni di Sky, sulla possibilità che Mercedes possa eventualmente decidere di sforare il Budget Cap: “No, oltre i 7 milioni di pagare, c’è anche un danno d’immagine. Noi vogliamo competere in modo leale, nelle regole”.
Di un parere decisamente opposto a questo sono le posizioni assunte da Ferrari e McLaren pubblicamente. “La penalità non è adeguata. Sono anche stufo delle storielle che racconta Red Bull, ma è importante guardare avanti. L’augurio è che in futuro, per situazione di questo tipo, ci saranno penalità più severe” ha commentato il Team Principal della McLaren, Andeas Seidl. Assente in Messico Mattia Binotto, ma la posizione del Cavallino Rampante risulta comunque molto chiara grazie alle dichiarazioni di Laurent Mekies. “La priorità di Ferrari era che la FIA facesse chiarezza e lo ha fatto confermando l’illegalità. Anche il team lo ha ammesso e questo è positivo. (…) 2 milioni sono una grande violazione, un paio di decimi. Non possiamo quindi essere contenti della penalità. Non capiamo come 10% di riduzione corrispondano a 2 decimi e il budget cap (per RedBull) non sia stato ridotto. Loro possono spendere altrove per migliorare la macchina, per questo temiamo che l’effetto della sanzione sia piccolo.”
Parole che confermano i timori che Ferrari e altri team avevano di una sanzione che non avrebbe poi ‘coperto’ almeno l’infrazione del regolamento. “E’ importante ora guardare avanti, sperando di non dover attendere così tanto per il 2022” ha chiosato quindi Mekies con una posizione dunque decisa, senza scendere troppo nella polemica.
Autori: Giuliano Duchessa & Paolo D’Alessandro