Fra le squadre di metà classifica, la Haas si può considerare quella che è andata in vacanza con più slancio positivo. Rispetto a ciò che si prospettava alla vigilia dell’inizio del campionato, la scuderia a stelle e strisce ha disputato una prima metà di stagione al di sopra delle aspettative della squadra stessa. Il team principal Ayao Komatsu, che ha ereditato il ruolo lo scorso gennaio, si è detto orgoglioso dell’ambiente che si sta costruendo step by step. Un processo che si è riflesso positivamente a livello di performance, con una monoposto migliorata grazie agli aggiornamenti che sono andati nella direzione auspicata dai tecnici.
Komatsu: “E’ stata la miglior partenza che ci potessimo aspettare”
“Se prima che la stagione iniziasse qualcuno mi avesse detto che avremmo avuto 27 punti prima della sosta e fossimo stati molto vicini alla P6 non ci avrei creduto.” Ayao Komatsu ha inaugurato così il suo bilancio di metà stagione, giudicandola di successo anche alla luce del recente passato del team. Bisogna ricordare infatti come la Haas poco prima del Bahrain si aspettasse di essere l’ultima forza in griglia. “Alcuni team hanno sottoperformato. Per esempio la Sauber ha avuto dei problemi con i pit stop,” ha specificato il team principal. “Abbiamo avuto un buon inizio dal punto di vista del degrado gomme e abbiamo iniziato a far punti dalla seconda gara. Quindi è stata una sorpresa positiva ed è stato il miglior punto di partenza che ci potessimo aspettare. Ma la cosa più importante è come continuare nel corso della stagione e finora l’abbiamo fatto bene.” Ad incoraggiare la Haas, non solo l’inizio positivo, ma soprattutto la direzione intrapresa grazie agli sviluppi che sono stati apportati alla VF-24. “Dal primo giorno abbiamo voluto trasparenza e onestà nel guardare ai problemi insieme. Dai test uno dei fattori oggettivi era il degrado gomme e capire come migliorarlo sulla VF-24; quali erano i punti di forza e debolezza; in che direzione sviluppare in galleria del vento. E l’abbiamo fatto nei test pre stagionali perché era l’unico momento per poter trarre queste conclusioni fondamentali.” Komatsu ha poi spiegato che un altro momento chiave in termini di comprensione è stato il lavoro compiuto dopo Imola, per ottimizzare ciò che non era stato espresso al meglio nel primo pacchetto, traendone vantaggio con gli sviluppi successivi.
L’impronta comunicativa impressa dal neo team principal
Ayao Komatsu ha ereditato il ruolo di team principal della Haas a gennaio, succedendo a Guenther Steiner a poche settimane dal via della stagione. Un’impresa non facile per chiunque, ma il giapponese ha voluto imprimere sin da subito una visione improntata sul massimo sfruttamento dei mezzi a disposizione. “Si potrà anche assumere o investire, ma ci sarà del ritardo perché ciò possa avere effettivamente un impatto. Ma essendo in quel momento a gennaio dovevamo sfruttare ciò che avevamo. Dal primo giorno ero convinto di avere buone persone e un buon ambiente.” Komatsu ha poi raccontato come un aspetto chiave nella crescita del team a 360° sia da relegare all’aspetto comunicativo. “Era importante avere una chiara comunicazione, non è importante chi sei, informatico, ingegnere, pilota o manager, tutti hanno bisogno di sapere come avrebbero contribuito alle performance in pista. E non va fatto una sola volta, ma bisogna continuare per creare una cultura. Sono convinto che quando ognuno sa come sta contribuendo nel lavoro di squadra, fa crescere il team nella giusta direzione.” Per il neo team principal una delle chiavi per poter fissare delle solide basi in ottica futura era da relegare quindi anche al disporre di una panoramica completa di chi lavorasse dietro le quinte. Un ruolo importante lo ha rivestito anche la fase di conoscenza dei tecnici che lavorano in Italia. “Ero leggermente teso perché nella gestione precedente la mia visione era gran parte da bordo pista. Ma dovevo andare in Italia per migliorare le conoscenze e guadagnare fiducia,” ha raccontato. “Ho iniziato a parlare con le varie persone e sono davvero grato che tutti remino nella stessa direzione, come opportunità per migliorare il team e il modo in cui lo fanno è davvero positivo.” Un clima che dunque si è rivelato assertivo sin dalle prime battute: “se devi convincere tutti a fare certe cose ti prosciuga, ma quanto tutti offrono supporto si innesca un ciclo positivo.”
Komatsu: “l’obiettivo è agguantare la sesta posizione nei costruttori”
Dal punto di vista dei risultati, il punto più alto della stagione in casa Haas è stata senz’altro la back to back fra Austria e Gran Bretagna. Due weekend in cui sono stati ottenuti due sesti posti e una doppia chiusura a punti. Un bottino importante maturato grazie alla reazione del team in seguito ai momenti più insidiosi. “Dopo Imola, quando abbiamo visto che la macchina era sì più veloce ma non tanto quanto ci aspettassimo, non abbiamo perso del tempo a discutere se una cosa fosse positiva o meno. Lì ho capito che avevamo iniziato davvero a lavorare come team.” Un’affermazione che si può riassumere nel ‘testa bassa e lavorare’, che permette ora di poter fissare un obiettivo ambizioso per la seconda parte di campionato. “Essendo a sette punti dalla Racing Bulls, agguantare la sesta posizione penso possa essere l’obiettivo per il resto della stagione,” ha dichiarato. Mentre in merito a ciò che avverrà dopo la sosta ha affermato: “a Zandvoort sarà importante segnare punti perché Budapest e Spa sono state difficili. Gli sviluppi sono già pianificati, ma possiamo agire a livello di set up e di gestione gomme. Ogni insegnamento che trarremo sarà un beneficio.” Il futuro all’orizzonte sembra quindi essere roseo e guardando alla stagione 2025, la Haas si è assicurata una lineup di tutto rispetto. “Bearman ha lavorato davvero bene con il team. Sebbene stia avendo una stagione difficile in F2 abbiamo visto abbastanza talento lavorando con lui nelle sessioni FP1 e nei test ad Abu Dhabi.” Delle parole di stima per il talentino della FDA, a cui si sommano quelle sull’esperienza che si guadagnerà con l’approdo di Ocon: “Esteban ha già raggiunto tanto in questo sport, vincendo anche una gara, ma ha solo 27 anni. E’ un pilota ancora molto giovane e ha ancora molto da conquistare nella sua carriera.”