Il rammarico di Russell: “Avrei dovuto seguire il mio istinto”

Luca Manacorda
06/11/2024

Nel 2022 George Russell ha ottenuto a Interlagos la sua prima vittoria in F1. Due anni dopo, il britannico è convinto che gli si sia stata tolta la possibilità di fare il bis nel GP Brasile, per colpa di una chiamata strategica del muretto Mercedes a cui lui ha provato ad opporsi in ogni modo. Russell è infatti rientrato per montare un nuovo set di gomme Intermedie poco prima che la Direzione Gara neutralizzasse la corsa con l’ingresso della Safety Car stante l’aumento dell’intensità della pioggia, venendo scavalcato da Max Verstappen e dalle due Alpine che invece hanno scelto in quel frangente di rimanere in pista. Il successivo incidente di Franco Colapinto e la bandiera rossa esposta per permettere di rimuovere la Williams dalla pista hanno completato il ribaltamento della situazione, con i tre piloti di testa che hanno potuto cambiare le gomme a motori spenti.

Russell: “Ero sicuro che ci sarebbero state una Safety Car o una bandiera rossa”

Durante il gran premio, Russell ha espresso il suo malcontento verso il muretto Mercedes attraverso dei team radio infuocati. Sceso dall’abitacolo, il britannico ha spiegato così quanto accaduto in quelle concitate fasi: “Ci è costato la vittoria. Siamo in questa situazione insieme come una squadra. A volte è difficile prevedere cosa sta per succedere. Tutti stanno facendo del loro meglio per prendere le decisioni migliori con le informazioni disponibili. Normalmente quando si sta asciugando, è la squadra a dire, ‘Passiamo alle slick.’ Quando si sta bagnando, è normalmente il pilota a dire, ‘Da slick a intermedie, o da intermedie a wet.’ Ero molto sicuro che sarebbe uscita la Safety Car o che ci sarebbe stata bandiera rossa, perché era come guidare una barca“.

Al posto della vittoria, per Russell è arrivato il quarto posto, primo tra i piloti che si sono fermati a cambiare le gomme quando la gara non era ancora stata fermata: “È molto doloroso, non c’è molto che voglia dire, in realtà. Loro dicevano ‘Box’, io rispondevo ‘Resto fuori’. A volte devi fidarti del tuo istinto. L’ultima volta che mi sono fidato è andata piuttosto bene (si riferisce al GP Belgio quando decise di non fermarsi per il secondo pit stop, ndr). Oggi avremmo potuto vincere la gara? Se non ci fossimo fermati ai box, saremmo stati in testa alla ripartenza e nei primi 30 giri avremmo controllato il ritmo. Con Lando dietro di noi, avevamo anche un’ottima velocità in rettilineo. La P2 sarebbe stata il minimo“.

La chiamata definitiva è arrivata da Shovlin

Russell ha provato in tutti i modi a respingere le richieste di rientro avanzate dal suo ingegnere di pista, ma ha dovuto rinunciare quando nella discussione si è introdotto Andrew Shovlin, Direttore degli Ingegneri di Pista Mercedes: “Dal punto di vista di una squadra, non era affatto ovvio. Dall’abitacolo, era molto chiaro che ci sarebbe stata una bandiera rossa o una safety car, perché le condizioni non erano adatte alla guida. La pioggia non si attenuava e potevo vedere la grande nuvola nera sopra di me. Poi è saltato nella discussione Shov come per ignorare il mio ingegnere e dirmi ‘Box!’. Chiaramente i ragazzi che non hanno fatto pit stop sono arrivati ​​1-2-3, mentre noi siamo arrivati ​​più in alto degli piloti che si sono fermati. Quindi prendo una piccola fetta di soddisfazione da questo“.

Una ripartenza pericolosa

Russell, che ricopre il ruolo di Presidente della GPDA (Gran Prix Drivers Association, il sindacato dei piloti di F1), è rimasto anche piuttosto perplesso dalla decisione della Direzione Gara di far riprendere il GP Brasile dopo la bandiera rossa con una partenza lanciata: “Sono rimasto scioccato, a dire il vero. Non riuscivo a tenere il piede sull’acceleratore sul rettilineo. La macchina stava facendo aquaplaning. È stato eccezionalmente pericoloso per quei due giri, ma credo che a loro piaccia l’azione” ha concluso con un pizzico di sarcasmo.

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