Rimandare (ancora) i nuovi regolamenti non sarebbe un bene per la F1 

Piergiuseppe Donadoni
13/01/2021

I nuovi regolamenti verranno introdotti la prossima stagione. Le conferme arrivano direttamente da Londra: “Non è nei piani attuali e non se ne sta discutendo”. 

Il piano di emergenza 2021 è stato concordato poco meno di un anno fa, durante il primo lockdown, per abbattere i costi e salvare soprattutto i piccoli team. Quella decisione era indispensabile allora, e trovò il benestare di tutti, anche di una Ferrari che sapeva chiaramente di essere la più penalizzata. Ricordiamo che in quella specifica fase non era dato sapere se si sarebbe disputata la stagione. Il che avrebbe portato ad un disastro finanziario a cui era necessario prepararsi.

Riproporre oggi un ulteriore slittamento delle misure tecniche regolamentari aprirebbe a scenari molto diversi. Quasi tutti controproducenti per la categoria.

Spieghiamo. È chiaro che la F1, pandemia a parte, si è posta da qualche anno l’obiettivo di rilanciarsi. Le novità tecniche, piacciano o no, sono il mezzo principale per riuscire a farlo. L’anticipazione e la riduzione del budget cap ha messo in sicurezza i top team rendendo al contempo più attraente la categoria. In teoria con 145 milioni di dollari a scalare negli anni successivi – motori esclusi – si può lottare per il mondiale.

Parliamo di poco più di un terzo della spesa sostenuta dai big fino allo scorso anno.

Mattone dopo mattone durante la crisi 2020 – che non è ancora finita – Liberty Media ha rimesso in piedi il circus in maniera molto efficace riuscendo a salvare la stagione pur rimettendoci finanziariamente. Il 2021 non può essere un anno normale, almeno nella prima parte, questo lo sanno tutti. Ma un congelamento ulteriore che è stato il salva-vita della F1 non può essere la soluzione di oggi.

Perché bisogna sottolineare che rinviare significherebbe congelare ancora. Il che genererebbe un risparmio per i piccoli team ma non più in termini decisivi. Di contro lascerebbe ancora poco spazio per un mondiale nuovo e più combattuto.  Riducendo per esempio l’appeal delle Pay Tv, molte delle quali hanno contratti in scadenza tra il la prossima stagione e la successiva. Introiti enormi che pesano nel bilancio della F1 per un 33%. La promessa di un cambio di tale portata non ha eguali ed è difficilmente rinviabile senza avere perdite o penali sui nuovi contratti in discussione. E questo varrebbe anche per le sponsorship, un lato su cui Liberty doveva già molto migliorare prima della crisi.

In ultimo ma cosa molto importante, è pianificata una stagione che si prevede per lo meno più lineare. Se nel 2020 gli organizzatori hanno dimostrato di potercela fare a rispettare i vincoli con 17 gare partendo addirittura a luglio, non si vede perché quest’anno non dovrebbero riuscire a farne più di 20. Il nodo spettatori è importante in relazione alle “fee” da erogare ma potrebbe pesare meno di quanto già stimato e solo fino a un certo punto della stagione per via delle vaccinazioni.

In conclusione, al di là delle comunque importanti smentite di Londra, questi motivi ci portano a dire che il bene momentaneo di ‘alcuni’ non sarebbe il bene della F1.

È intuibile che ad alcuni team inglesi, e hai “piccoli”, possa solleticare l’idea di restare un anno ancora così, sfruttando un buon margine. Nello specifico si è accennato al problema lockdown in UK ma vale la pena ricordare che nessuno aspettò la Ferrari quando ci fu la chiusura a Maranello tra Marzo e aprile scorso.

Giuliano Duchessa

 

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