E’ tempo di bilanci stagionali anche per il fornitore unico di pneumatici, Pirelli. Per questa stagione ci sono state degli obiettivi fissati a livello prestazionale che erano la diminuzione del sottosterzo e evitare l’eccessivo surriscaldamento. Tutte modifiche volte a permettere a team e piloti di esprimersi al massimo per più tempo possibile. Ci sono però altri dati curiosi che Pirelli ha rivelato riguardante i 22 appuntamenti di F1 che hanno composto la stagione 2023 appena conclusa.
La C3 è stata utilizzata in tutti gli appuntamenti. La meno utilizzata la C1, oltre la C0 che è stata eliminata
L’esperimento di introdurre uno pneumatico ancor più duro di quello esistente si è rivelato inutile rispetto alla stagione, non essendo mai stata utilizzata. La C0 è stata per questo motivo messa da parte e non verrà più prodotta ed utilizzata, sin dalla prossima stagione, tornando alle note cinque mescole utilizzabili (C1-C2-C3-C4-C5). Fatta eccezione per la C0 quindi, la mescola meno utilizzata è stata comunque la più dura della gamma, ossia la C1, impiegata per solo il 5,73% del totale dei giri. Nei 307.925.8 chilometri del mondiale, che equivalgono a 60.473 giri, sono state utilizzate 6.847 treni di gomme e quella che ha percorso più strada è stata la C3 105.499 chilometri, ovvero il 36.57% del totale. A seguire è la C4 con il 27.43% dei giri totale ed infine l’ultima delle mescole di mezzo, ossia la C2 con il 15.41%. Poco meno di questo chilometraggio l’ha avuto la mescola più morbida, la C5, con il 13.55% dei giri totali percorsi. Un dato comunque nettamente superiori a quello della C1, raramente utilizzata dalle squadre.
A questo chilometraggio vanno aggiunte anche due extra scelte che non vengono contemplate in questo calcolo. Il 6.31% è stato percorso da pneumatici Cinturato Intermedie e Cinturato Extreme Wet. Un numero basso vista la poca presenza di pioggia durante i 22 appuntamenti stagionali. Tra Barcellona, Suzuka e Città del Messico inoltre sono stati utilizzati pneumatici prototipo che hanno coperto 3.800 chilometri utili a Pirelli per sviluppare le coperture dei prossimi anni, che per il 2024 nello specifico saranno le stesse della stagione appena conclusa, assicurando continuità anche dal punto di vista degli pneumatici, un aspetto non indifferente che potrebbe aiutare i team nello sviluppo delle vetture 2024.
Stint più lunghi: Oscar Piastri conquista il record, ma Alfa Romeo è ‘regina’ nel numero di stint lunghi con diversi pneumatici
Le strategia ad una sosta, con un numero cospicuo di giri percorsi sullo stesso pneumatici, possono essere un’occasione, una necessità o anche un tentativo disperato di provare qualche soluzione alternativa nel momento in cui la prestazione sola non assicura un risultato positivo. Pirelli ha messo a confronto i vari stint svolti durante le 22 Gare di questa stagione e ad aver effettuato lo stint più lungo è stato Oscar Piastri, a Jeddah (Arabia Saudita). L’australiano si è dovuto fermare dopo un contatto con Pierre Gasly nel corso del primo giro ed ha montato la mescola C2 che lo ha portato a percorrere 302.5 chilometri e terminare la gara con quello stesso set di gomme. Superato di appena 2 chilometri lo stint di Esteban Ocon a Baku, partito dalla pitlane ed ha svolto tutta la gara con un set di C3, cambiando all’ultimo giro per la sosta obbligatoria.
A Baku inoltre c’è stato anche lo stint più lungo realizzato sulla mescola più morbida in assoluta. Valtteri Bottas ha svolto l’intera Sprint Race con la C5, coprendo così 17 tornate. Il finlandese detiene lo stesso tipo di record anche per i 32 giri percorsi a Silverstone con la mescola più dura. Invece è l’altra Alfa Romeo, quella di Guanyu Zhoyu, ad aver realizzato lo stint più lungo con la mescola C4, a Singapore, coprendo 212.7 chilometri.
22 Qualifiche disputate, ma 3 tipi di programmi diversi
Nel corso della stagione 2023 ci sono stati anche diversi tipi di Qualifiche. Il formato classico – tre sessioni di prove libere con Qualifiche al Sabato divise in tre segmento – è stato svolto per 14 volte nel corso della stagione. 6 volte è stato utilizzato invece il format della Sprint Race, che nel corso del weekend vede la disputa di una singola sessione di prove libere per poi disputare subito le Qualifiche per il Gran Premio di Domenica, dedicando il sabato alla Sprint Shootout e Sprint Race. In due occasioni è stato poi utilizzato l’ATA (Alterinative Tyre Allocation) nel tentativo di rendere più efficiente l’utilizzo del numero di gomme a disposizione dei tempi.
In questa stagione Pirelli rivela come mille treni di Slick siano stati inutilizzatati mentre 732 abbiano coperto massimo tre giri. E l’obiettivo di Formula 1 insieme a Pirelli è quello di diminuire questo produzione extra di pneumatici, andando incontro ad una categoria sempre più sostenibile per l’ambiente. Riguardo le coperture da bagnato infatti è già stata introdotto il processo di “strip-and-fit”. Pirelli spiega che è possibile rimettere a disposizione dei team copertura già montate in altri eventi, ma non utilizzate. Questo è fatto anche per evitare di avere, come accaduto nel 2023, un numero eccessivo (1.304) di pneumatici inutilizzati.
Ungheria e Austin i GP più caldi, Las Vegas e Zandvoort i più freddi. In Olanda il maggior numero di pit stop.
Un fattore rilevante per le prestazioni di vetture e pneumatici sono anche le temperature. Pochi gradi di asfalto o d’ambiente possono avere un impatto importante sui valori in pista. Pirelli monitora accuratamente i gradi di temperatura ambientale e del manto stradale per avere sotto controllo ogni dato relativo agli pneumatici, come ad esempio anche quello relativo alle pressioni. In questa stagione il weekend più caldo si è avuto ad Austin con 34.7*C durante la gara e 32.8°C nella Sprint Race. I valori più alti per quanto riguarda l’asfalto invece si sono visti in Ungheria dove si sono toccati i 53.6°C.
Nel versante opposto invece troviamo Zandvoort dove la temperatura ambientale è stata di 15.1°C mentre l’asfalto più freddo è stato sul debuttante Las Vegas con un massimo di 18.5°C registrati. In Olanda le basse temperature sono state dovute ad un clima variabile che ha visto durante la gara disputarsi in condizioni variabili. A Zandvoort infatti si sono utilizzate sia coperture slick che da bagnato, con anche il record si soste effettuate per singolo evento (82). Il minor numero di soste si è avuto invece a Miami dove si è effettuata, per tutti e 20 i piloti, solo la singola sosta obbligatoria. Nell’arco della stagione, in totale, tra Sprint Race e Main Race, si sono effettuati 871 pit stop.
Autore: Paolo D’Alessandro