Newey analizza i problemi Red Bull del 2024 “Mancanza di esperienza”

Loris Preziosa
01/02/2025

Dopo il trasferimento di Lewis Hamilton dalla Mercedes alla Ferrari, il passaggio di Adrian Newey in Aston Martin è senz’altro la mossa che ha maggiormente scosso il paddock della F1 nel corso della passata stagione. Il ‘genio della F1’ nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista a Michael Schmidt, della testata tedesca ‘Auto Motor und Sport’, in cui si è aperto a 360 gradi su temi legati al passato, al presente e al futuro del Circus Iridato. Nella seconda parte, pubblicata qualche giorno fa, Newey ha rivelato qual è il progetto di cui va maggiormente orgoglioso nella sua lunga carriera in F1. L’ingegnere britannico ha quindi rivolto lo sguardo a temi di attualità, come il budget cap o i nuovi regolamenti che entreranno in vigore nel 2026, un passaggio a suo giudizio fondamentale e necessario. Fra i temi presi in esame, anche la flessione della Red Bull nel 2024, sulla quale ha rivelato alcune verità.

Quaderno e matita in griglia: “ecco perché lo faccio”

Adrian Newey è considerato universalmente un’istituzione nella storia della Formula 1, una figura a cui ancora fanno riferimento aspiranti ingegneri ma anche tecnici affermati della massima categoria del motorsport. Nonostante i suoi 12 titoli piloti, 13 costruttori e uno sport che continua a progredire sul fronte della ricerca tecnologica, è pratica consueta vedere l’ingegnere britannico in griglia di partenza con quaderno e matita, impegnato a studiare i particolari tecnici delle altre monoposto. Nella seconda parte dell’intervista concessa alla testata tedesca si è soffermato anche su questo aspetto. “Normalmente lo faccio per vedere cosa stanno facendo gli altri,” ha raccontato il managing technical partner dell’Aston Martin. “Occasionalmente lo riporto ai ragazzi in fabbrica e dico ‘questo potrebbe valerne la pena copiarlo, proviamolo sulla nostra macchina’. Altre volte invece lo faccio più per capire la loro direzione e cosa stessero cercando di ottenere, quale potrebbe essere l’obiettivo che stanno cercando di raggiungere, piuttosto che interessarmi ad un dettaglio specifico.”

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March 881: “è la vettura di cui sono più orgoglioso”

Come abbiamo accennato, i numeri di Newey in termini di palmarès non possono che renderlo una figura leggendaria per il motorsport. Sebbene il progettista britannico abbia ottenuto tutto ciò che si possa ottenere in F1, ha confidato come il progetto di cui si dice più orgoglioso riguarda una vettura non propriamente vincente, o perlomeno in pista. “È divertente che la mia prima macchina di F1 sia stata la March 881 e se mi guardo indietro penso che sia stata in un certo senso quella di cui sono più orgoglioso. Non abbiamo vinto gare ma, come in tutte le cose, quando fai una cosa per la prima volta e funziona bene, mi ha inserito nel contesto come designer. Ma non è la cosa che mi importa realmente.” Infatti, l’aspetto legato alla monoposto con cui Ivan Capelli ha debuttato nel 1988, è strettamente connesso al concetto di visione, una caratteristica che ha reso Adrian Newey un pioniere nell’ambito della ricerca tecnica in F1. “La cosa più importante è che ha cambiato la direzione della progettazione in F1, in quanto il pilota era ‘impacchettato’ all’interno dell’abitacolo, la macchina era talmente compatta ci si concentrava realmente sull’efficienza aerodinamica e quella vettura è stata largamente copiata negli anni successivi.”

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Sulle difficoltà Red Bull del 2024: “problemi dettati dalla mancanza di esperienza”

Guardando ad un passato molto più recente, l’ultima attività di Adrian Newey prima di passare in Aston Martin, è quella legata al progetto della dominante RB19 e allo sviluppo embrionale della RB20 del 2024. Una vettura, quest’ultima, che Newey ha raccontato portasse con sé dei difetti già dal finire del 2023. “Penso che la Red Bull del 2024 fosse simile a quella del finale di 2023, quando era diventata più difficile da guidare. Max riusciva a gestirla se non andava bene, ma Checo no. Per questo motivo si è iniziata a vedere una maggiore differenza fra le prestazioni dei due compagni di squadra, che si è mantenuta anche nella prima parte di 2024, ma la macchina era ancora sufficientemente veloce per soprassedere.” Prima che emergessero McLaren prima e Ferrari poi, nella parte iniziale della passata stagione Verstappen è riuscito a costruire un solido vantaggio in classifica grazie ad una vettura che, come si suol dire, ‘viveva di rendita’. “Era un qualcosa di cui stavo iniziando a preoccuparmi, ma molte persone non sembravano esserlo.” ha raccontato Newey in riferimento all’ultimo capitolo di carriera in cui ha vestito i colori di Milton Keynes. “Non è una critica, ma penso che molti in Red Bull abbiano continuato ad andare nella stessa direzione per mancanza di esperienza e il problema si è accentuato a tal punto che anche Max facesse fatica a guidare.” Un’affermazione che conferma quanto anticipato da AutoRacer la scorsa estate, quando avevamo riportato l’avversione di Newey verso alcune soluzioni adottate sul progetto RB20 targato Pierre Waché, come i cannoni posteriori o gli ‘shark inlet’. Proprio qualche mese prima inoltre, ai microfoni di Sky Sports UK aveva affermato: “è un qualcosa che cambierà più avanti nel corso della stagione o più probabilmente l’anno prossimo”.

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Il pensiero di Newey sui regolamenti 2026. E sul budget cap: “porta con sé delle penalità nascoste”

Sta per cominciare ora l’ultimo anno per la generazione attuale di vetture, prima dell’entrata in vigore dei regolamenti 2026, che introdurranno un concept di vettura completamente differente. Dopo un’annata all’insegna dell’equilibrio e dello spettacolo ai vertici della classifica, non sono mancati i punti interrogativi di molti sull’effettiva necessità del cambio regolamentare. Proprio su questo fronte, Newey ha invece spiegato perché sul fronte tecnico ciò sia necessario, sostenendo come si sia raggiunto il limite di sviluppo delle monoposto attuali. “Una vettura ad effetto suolo che non ha le minigonne chiuse, come quelle del passato, sarà sempre soggetta all’instabilità aerodinamica, perché si generano pressioni molto basse sotto al fondo, ma si generano delle perdite lateralmente e questo crea potenzialmente perdite piuttosto grosse e problemi man mano che ti avvicini al terreno. Allo stesso tempo sono un buon modo per creare carico, quindi si prova sempre a bilanciare carico e consistenza ed è un grosso problema.”

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Una differenza importante nella F1 di oggi rispetto a quella del passato è senz’altro l’avvento del budget cap. Un aspetto introdotto soltanto in un recente passato, nell’economia della carriera di Newey. “Il budget cap porta con sé tante penalità nascoste,” ha commentato l’ingegnere britannico. “Una di queste è che la F1 non è più l’industria più pagata. Quindi per esempio se la Red Bull perdesse personale non cambierebbe nulla per altri team, ora stiamo perdendo figure a favore di altre aziende tecnologiche, perché pagano meglio. Stiamo perdendo personale a favore di team del WEC, perché pagano meglio. Stiamo faticando ad assumere laureati perché la Formula 1 non è più l’industria che paga di più.” Un aspetto che, secondo Newey, a fronte di un contenimento dei costi sul piano economico, porta comunque con sé un prezzo da pagare. “Quindi ci sono una serie di penalità inaspettate. Ora disponi effettivamente di un budget tecnico e quindi il timore che spendere di più ti faccia sparire è teoricamente scomparso, a quel punto si dovrebbe essere più liberi piuttosto che rendere le regole sempre più restrittive, ma sfortunatamente non sta andando così.”

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