Recentemente hanno fatto molto clamore le parole di Adrian Newey sull’importanza dei motori nel regolamento di F1 2026. Secondo il geniale progettista britannico, che a marzo inizierà ufficialmente a lavorare con Aston Martin, il rischio è quello di avere una “Formula motore” dominata da chi saprà meglio interpretare le nuove regole relative alle rinnovate power unit. Insomma, qualcosa di simile a quanto visto nel 2014, quando la Mercedes si presentò all’inizio dell’era delle power unit ibride con un netto vantaggio sugli altri motoristi. Sul tema sono arrivate parole sicuramente poco confortanti per Newey e per l’Aston Martin da Koji Watanabe, presidente di Honda Racing Corporation (HRC) che dal prossimo anno fornirà i propulsori alla scuderia di Lawrence Stroll.
Honda: “Tutto molto difficile, facciamo del nostro meglio”
In una serie di dichiarazioni rilasciate al portale PlanetF1, Watanabe è stato particolarmente schietto e sincero sulla sfida che Honda sta affrontando nello sviluppo della nuova power unit: “Stiamo incontrando delle difficoltà. Ora stiamo facendo del nostro meglio per mostrare i risultati l’anno prossimo. Tutto è nuovo. Il motore (elettrico) è un nuovo 355 kW, molto compatto. Inoltre, la batteria leggera non è così facile da sviluppare, così come il piccolo motore con una grande potenza. Tutto è molto difficile, ma facciamo del nostro meglio“. Prima di collezionare vittorie e titoli mondiali con Red Bull, Honda aveva avuto moltissime difficoltà nelle prime stagioni delle sue power unit ibride, rendendo una grande delusione la ricreazione dello storico binomio con McLaren tra il 2015 e il 2017.
Le nuove power unit 2026 richiederanno un motore compatto ma altamente efficiente, abbinato a una batteria leggera ad alta densità energetica, dove non sarà più presente l’MGU-H. Il rapporto della potenza fornita tra endotermico ed elettrico sarà quasi 50:50, per un totale di oltre 1000 cv complessivi. Una delle sfide che devono affrontare i costruttori è quella di raggiungere il giusto equilibrio tra la potenza a combustione interna e il recupero di energia elettrica, realizzando un propulsore che si inserisca bene all’interno delle restrizioni imposte dal budget cap. Secondo Newey, sarà soprattutto chi realizzerà il miglior motore endotermico ad avere un grosso vantaggio, in quanto i regolamenti non permetteranno di recuperare molto terreno in quel particolare.
Una sfida difficile per tutti i motoristi
Honda non è comunque l’unica ad incontrare difficoltà nello sviluppo della power unit 2026. Indiscrezioni analoghe, confermate da Mattia Binotto, circolano riguardo ad Audi, impegnata a sviluppare il motore per la propria scuderia che esordirà l’anno prossimo rilevando la Sauber. Sfida difficile anche per l’altra new entry Ford che prenderà proprio il posto di Honda alla Red Bull.
Sull’argomento si è recentemente espresso Chris Horner, team principal della Red Bull, in un’intervista a talkSPORT: “Abbiamo un enorme cambiamento di regolamento, cambiando il motore e il telaio nel ’26 e stiamo costruendo il nostro motore, in collaborazione con la Ford Motor Company. Questa è una sfida enorme, stiamo affrontando in questo modo Ferrari e Mercede ed è di gran lunga la nostra sfida più grande in F1“.