Non capitava dal 2022 con la F1-75 che la Ferrari vincesse due gare di fila. In Messico Carlos Sainz ha fatto quello che una settimana prima ad Austin era riuscito al compagno di box. Un vittoria decisa e meritata quella del madrileno, che si era preso anche una sempre complicata pole position per la Ferrari, in un week end certamente con meno intoppi rispetto a Leclerc. Lando Norris si è interposto fra le due rosse, togliendo al cavallino la possibilità di bissare anche la doppietta. Restano comunque una prima e una terza posizione che hanno un peso importante nel Costruttori.
Ferrari ora è seconda nel Costruttori ed è la vera anti-McLaren. La costanza di Leclerc e Sainz può essere l’arma in più.
La SF-24 è ormai la vera antagonista del team inglese leader nel campionato costruttori, con la Red Bull totalmente sparita e, per ammissione dello stesso Max Verstappen, mai in vera lotta nelle ultime settimane per il campionato più ambito per gran parte delle proprietà dei team. Si potrebbe considerare clamoroso il recupero Ferrari visto che in due week end, l’accoppiata Leclerc-Sainz ha recuperato ben 46 punti a McLaren, portandosi ora al secondo posto a -29 punti a quattro GP dal termine. L’ex vettura di Enrico Cardile è stata rimessa sui binari giusti con i pacchetti di aggiornamento introdotti a Monza e a Singapore, confermando oltreoceano che i passi in avanti fatti sono da considerarsi più che importanti.
E’ la Ferrari ora globalmente la miglior macchina? A Maranello non ne vogliono sentir parlare, anche perché c’è la certezza che il GP del Messico sarebbe risultato molto più complicato da vincere senza le importanti scaramucce tra Verstappen e Norris. Quest’ultimo ha infatti mostrato il passo gara migliore dopo lo switch alle gomme dure e un certo calo di temperatura dell’asfalto mentre è stato certamente rallentato da Max Verstappen nella prima parte di gara, dove la Ferrari è riuscita ad aprire quel gap che gli ha garantito la vittoria con Sainz.
Il pilota inglese della Mclaren ha utilizzato il nuovo fondo per tutto il fine settimana, il che non era scontato almeno ad inizio fine settimana, segno che gli importanti miglioramenti prvisti dal team di Woking si sono visti in pista nelle FP2. Dal canto suo, Leclerc ha dovuto gestire molto, con un continuo lift-and-coast che gli ha impedito di tenere il ritmo del madrileno anche per la difficoltà di mantenere nella finestra ottimale gli pneumatici. C’è anche da sottolineare che l’aver saltato le FP1 e non aver potuto lavorare in modo importante sugli assetti nelle FP2, a causa dell’ora e mezza dedicata principalmente ai test delle gomme Pirelli, non ha aiutato il pilota monegasco. Un Leclerc che già ad Austin si era adattato più lentamente al nuovo bilancio generato da un’ala anteriore ben più flessibile della specifica che aveva debuttato a Singapore, e solo con le modifiche di setup tra Sprint e Main Race aveva trovato quel qualcosa in più che gli avevano permesso di dominare nella domenica americana. In Messico il tempo a disposizione è stato ben poco per il monegasco, che è entrato in qualifica quasi al buio come assetto, tanto da non farlo performare come il compagno di squadra.
Il Messico ha tolto ogni dubbio sui progressi della SF-24 ma sarà Interlagos a chiudere il cerchio?
Ora la Ferrari è chiaramente l’anti McLaren e il gap dalla vetta, dopo le ultime evoluzioni portate sulla SF-24, in determinate fasi e aree tecniche sembra essersi pressoché azzerato. E allora la costanza del duo Leclerc-Sainz può essere l’arma in più in una insperata, almeno fino a poche settimane fa, rincorsa al costruttori, che manca a Maranello dal lontanissimo 2008. Se la vettura è in grado di competere per la vittoria, sembra più probabile che ci siano almeno due piloti vestiti di rosso nel podio che vestiti di arancione e questo potrebbe essere un vantaggio non da poco. Un aspetto del quale McLaren – con la poca esperienza di Piastri e un Lando Norris a corrente alternata – e Red Bull – con un Perez in caduta libera – risultano carenti rispetto al parco piloti rosso.
A Interlagos è molto probabile che vedremo entrambe le Mclaren dotate degli ultimi aggiornamenti, e non solo la MCL38 di Lando Norris, anche per provare a rispondere al duro attacco Ferrari degli ultimi due appuntamenti. La pista brasiliana chiuderà il trittico di gare consecutive iniziato ad Austin, ed è abbastanza completa visto che sono presenti tratti lenti ed anche curve lunghe e in appoggio di media e alta velocità, oltre ad un meteo tutto ancora da valutare, soprattutto per la gara domenicale. La Red Bull e Max Verstappen sono usciti dal Messico con ben pochi spunti positivi, se non quello relativo ai pochi punti persi dall’olandese nei confronti di Norris. Tuttavia, alla RB20 manca ancora molto tecnicamente rispetto a Ferrari e Mclaren anche dopo con gli sviluppi portati in Texas, che hanno sì migliorato la vettura inglese come connessione tra assale anteriore e posteriore ma non hanno allargato in modo importante la finestra di funzionamento. E’ per questo che Max Verstappen ormai lo vediamo gareggiare costantemente in difesa, aggrappandosi a manovre anche scorrette per rovinare la gara del suo rivale, favorendo in un certo modo la Ferrari, chiara alleata del tre volte campione del mondo. Dal canto loro, a Maranello sanno di avere ancora chance in Brasile per dare continuità al miglior momento tecnico della stagione per la SF-24, con solo il layout del Qatar che ‘spaventa’. Non sono previsti aggiornamenti per la Ferrari, con gli uomini di Maranello che continueranno così a lavorare per estrarre il massimo dalla SF-24, in quello che sarà nuovamente un fine settimana con la Sprint Race.