Quartultimo appuntamento stagione per la Formula 1 2022. Il circus torna in America e lo fa ad Austin, Texas. Max Verstappen si è già laureato campione del mondo, a Red Bull mancano pochi punti per conquistare il campionato costruttori e chiudere così la stagione in trionfo. Dietro di loro però tutto è aperto. Ferrari è determinata a conservare il secondo posto costruttori che Mercedes invece minaccia, ma il pensiero delle scuderie è già al prossimo campionato. Ancor più accesa la lotta tra Alpine-McLaren e quella per il sesto posto, che vede coinvolte Alfa Romeo, AlphaTauri, Haas e Aston Martin.
Il Circuit of The Americas sarà teatro non solo di un Gran Premio avvincente, se verranno rispettate le tradizioni del passato, ma anche di un nuovo capitolo della battaglia riguardante il Budget Cap. Se la stagione 2023 sta iniziando, la 2021 non è ancora del tutto conclusa (e il rischio è che anche la 2022 verrà ‘prolungata’ come la precedente). Ad Austin infatti, salvo cambi dell’ultimo minuto, torneranno nel Paddock tutti i protagonisti principali: Christian Horner, Toto Wolff, Mattia Binotto ed anche Zak Brown, da poco unitosi a Ferrari e Mercedes nel chiedere, in modo duro, una penalità importante per Red Bull. Dopo giorni di silenzio la FIA deciderà? Il presidente, Ben Sulayem, tornerà nel paddock?
COTA: circuito tecnico e complesso. I team al lavoro tra presente e futuro.
Il circuito texano è uno dei più graditi generalmente dai piloti e anche dagli appassionati. La sua conformazione racchiude infatti tratti storici e apprezzati di altre piste. Nel primo settore ritroviamo infatti una sezione che ricorda Meggots-Becketts di Silverstone. Ci sono poi delle curve più angolate con allunghi importanti, che aiuteranno ad effettuare più sorpassi, un po’ come è possibile vedere a Baku. Per i tecnici il lavoro per trovare il giusto equilibrio non è semplice trattandosi di un circuito completo che richiede dunque efficienza aerodinamica (sorpassi e difesa) ma anche carico aerodinamico, anche per la gestione degli pneumatici.
La complessità del tracciato si evince anche dalla presenza di tante tipologie di curve diverse. Non solo troviamo quelle lente, medie e veloci, ma abbiamo anche curve da medio e ampio raggio, dei tornatini più stretti come la curva 1, angolate come la 11 e la 12, cambi di direzione molto veloci come 3-4-5-6. Tante caratteristiche diverse che richiedono una vettura completa per poter trovare tempo in queste varie tipologie di curve. Una complicazione ulteriore potrebbe essere l’asfalto. Il COTA è noto per disturbare molto sia le F1 che le MotoGP per via delle sconnessioni del terreno. Una soluzione non è mai stata trovata nonostante riasfaltature e levigazioni. Un asfalto particolarmente sconnesso costringerà i team più in difficoltà ad alzare la propria vettura da terra, rinunciando a prezioso carico aerodinamico e inficiando così la prestazione.
In ottica gara il compromesso da trovare deve tener conto dei due rettilinei, in cui si potrà utilizzare il DRS, in cui dover attaccare o essere in grado di difendersi, ma soprattutto della moltitudine di curve presenti in cui si farà il tempo e bisognerà proteggere gli pneumatici, sottoposti ad uno stress importante. Non sarebbe una sorpresa vedere strategie a 2 soste, con team che gestirebbero in modo parsimonioso le gomme sin dal Venerdì, per una migliore strategia in gara.
Pirelli sul sicuro per la gara, in FP2 test per il 2023.
Il costruttore italiani di pneumatici non si è preso nessun azzardo ed ha scelto le gomme C2-C3-C4 per questo weekend, la gamma media. Il circuito del COTA ha un elevata abrasione e mette sotto stress la carcassa che a punto dovrà sostenere le vetture nelle curve in appoggio e nelle fasi di trazione e frenata. Nessun rischio con pressioni poi stabilite nella ‘media’ stagionale con 23psi all’anteriore e 20 al posteriore. Una scelta che aiuterà i team a non preoccuparsi eccessivamente di un degrado eccessivo, ma che aiuterà anche lo spettacolo per la possibilità delle due soste.
Da non sottovalutare, anche secondo Mario Isola, le irregolarità dell’asfalto. “Un tracciato scorrevole, amato dai piloti, con un asfalto che, seppur parzialmente rifatto nel 2020, presenta alcune zone con irregolarità da non sottovalutare.” Nella prima sessione, secondo l’Head of Motorsport Pirelli, ci dovremo aspettare una grande evoluzione di pista. Sarà dunque fondamentale la sessione del Sabato per prendere le decisioni finali su assetti e scelte aerodinamiche in vista di Qualifica e Gara.
Il lavoro però di Pirelli è già molto focalizzato sul 2023 – e non potrebbe essere altrimenti visti i tempi. A Suzuka si doveva svolgere dei test sulle gomme d’asciutto per il prossimo anno, ma il meteo non è stato clemente e così il primo dei due test (il secondo è stato spostato in Messico) si terrà qui. Le FP2 saranno dunque allungate di 30 minuti per permettere ai team di lavorare sul nuovo ‘prototipo’ che verrà portato in pista. “La seconda sessione di prove libere, infatti, sarà dedicata ai test dei prototipi degli pneumatici da asciutto per il 2023, se il meteo lo permetterà.” Queste le parole di Mario Isola che pone l’attenzione sul meteo, che almeno fino al momento promette un weekend più sereno, condizionato in parte da possibili folate di vento.
Red Bull – Ferrari – Mercedes: la lotta non è solo in pista.
Se il team di Christian Horner è oramai sicuro di poter chiudere con la doppietta questo campionato, mancando pochi punti al titolo Costruttori, meno sereno rimane l’ambiente all’interno del Paddock. La Ferrari sta cercando in tutti i modi di tornare a vincere prima della fine della stagione. La F1-75 post TD è rallentata da un evidente problema di degrado gomme che non si era visto prima della sosta, In Qualifica il passo delle Rosse non è quasi mai sparito, ma sulla distanza la sfida alla RB18 è diventata quasi impossibile. A Maranello però sono convinti di aver intrapreso la strada giusta – anche grazie al nuovo fondo – e c’è curiosità di svolgere un weekend in condizioni normali per valutare l’effettivo valore dell’ultimo aggiornamento stagionale. Un incognita sarà la possibile penalità di Charles Leclerc.
Se a Maranello il focus è oramai interamente sul 2023, con un programma di sviluppo terminato, come confermato da Mattia Binotto, in casa Mercedes invece Austin sarà la tappa in cui verrà introdotto l’ultimo grande aggiornamento di quest’anno. Toto Wolff non ha fatto mistero che a Brackley saranno pronti a superare il budget cap nel caso Red Bull non riceva una sanzione esemplare, ma al momento il suo team lavora all’interno delle regole. I limiti di spesa dunque concedono ancora uno sviluppo importante che sarà un po’ la base di lavoro da cui il team lavorerà per sviluppare il progetto della W14. L’obiettivo rimane quello di tornare a vincere una gara ed attaccare, se possibile, il posto della Ferrari nel mondiale costruttori.
Come anticipato però, la lotta è anche fuori dalla pista. Il tema delle spese Red Bull nel 2021 è molto caldo e ad Austin tutti i protagonisti dovrebbero ritrovarsi nel paddock, dopo qualche settimana di armistizio. In questo dibattito si è unito in modo deciso anche Zak Brown, con una lettera alla FIA in cui sostiene che un infrazione come quella di Red Bull equivale, in ogni caso, ad un imbroglio da punire come succede per le violazioni del regolamento tecnico e sportivo. Il clima è dunque sempre più teso tra un 2021 in cui Mercedes cerca giustizia, un 2022 dove Mattia Binotto da tempo espone i suoi dubbi sull’operato dei tecnici di Newey e un 2023 che sta già iniziando. In tutto ciò la Federazione si chiude in trincea tra silenzi e assenze, aumentando il rumore di voci e speculazioni, inasprendo gli animi di un paddock già di per se spesso incandescente.
Breve accenno anche alla situazione alle spalle di questi tre top team. Proprio McLaren stra provando a conquistare la quarta posizione ai danni di Alpine, che però reagisce agli sviluppi che Woking produce e in pista risponde confermandosi davanti a ‘sole’ 13 lunghezze di vantaggio sulla squadra di Zak Brown e Andreas Seidl. In 18 punti invece sono chiusi Alfa Romeo, Aston Martin, Hass e AlphaTauri che ambiscono tutti alla sesta posizione. Il team svizzero era partito fortissimo, conquistando quasi tutti i propri punti nella prima metà di stagione, ora fatica anche a chiudere in Top 10. E’ in netta risalita invece l’Aston Martin che sembra la più accreditata a quel posto. Haas e AlphaTauri sono invece ancora molto dipendenti dal tipo di tracciato per ambire a battere i concorrenti. Una sfida non di alta quota, ma altrettanto interessante.
Autore: Paolo D’Alessandro