Il Gran Premio del Bahrain ha offerto una prima cartina tornasole di questa nuova stagione di Formula 1, eppure siamo già alla vigilia dell’appuntamento di Jeddah che si svolgerà su un circuito con caratteristiche completamente diverse dove i verdetti di 1 settimana fa potrebbero essere confermati o ribaltati. Gli equilibri sono molto sottili anche a causa di prestazioni molto vicine tra diverse squadre. Tra chi ben si è comportato a Manama c’è l’Alfa Romeo che, grazie a Vallteri Bottas, ha portato a casa i primi 4 punti dell’anno, issandosi subito al quinto posto in classifica nel mondiale costruttori.
Alfa Romeo-Sauber C43: porpoising sotto controllo e ottimo ritmo gara le armi per scalare la classifica.
Uno degli obiettivi per la vettura 2023 era migliore la stabilità del posteriore che nel 2022 creava grattacapi nelle curve medio-veloci. Valtteri Bottas aveva subito sottolineato un miglioramento in questo dopo i primi sulla C43. Quello però che gli svizzeri volevano scongiurare era il ritorno del porpoising. “E’ qualcosa di cui non ci libereremo, possiamo solamente ritardare il momento del suo innesco” aveva detto il DT di Sauber, Jan Monchaux alla presentazione. Facendo gli scongiuri e sperando di non essere tra coloro che ne avrebbero sofferto, come invece, almeno in Bahrain, è successo a Ferrari.
Dopo un 2022 in cui la squadra pagò a caro prezzo il fenomeno del saltellamento durante i test, quest’anno la gestione del saltellamento risulta essere sotto controllo. Questo fattore dona più libertà ai tecnici in termini di assetto. La C43 in Bahrain si è ben comportata. I miglioramenti al posteriore l’hanno resa competitiva nelle curve medio-veloci, mentre la possibilità di regolare al meglio altezze da terra e sospensioni morbide hanno mostrato una C43 competitiva anche nelle zone più lente.
E’ importante ricordare come l’Alfa Romeo-Sauber sia costruita prendendo da Ferrari solamente la Power Unit. Infatti, a differenza della Haas, la C43 è dotata di sospensioni anteriori e posteriori, cambio (cinematismi Ferrari, scatola Sauber) e sistema di raffreddamento prodotti in sede. Questo conferisce più libertà progettuale in un percorso di indipendenza iniziato la passata stagione e che sarà il preludio all’arrivo di Audi nel 2026.
“Ci siamo focalizzati sulla zona posteriore della vettura, mentre l’anteriore è rimasto più o meno lo stesso, anche se cambierà durante la stagione con aggiornamenti già in programma”. Così si era espresso al giorno della presentazione Jan Monchaux. In Bahrain è comparso un primo, piccolo, ma importante aggiornamento. I bracci superiore della sospensione sono stati coperti da una vistosa cover in carbonio, che ne ridisegna i profili con un chiaro effetto downwash.
Un altro punto di forza è stato il ritmo e la gestione della gara. Valtteri Bottas è stato autore di un ottima partenza che, insieme a quella dei due Ferrari, sembrerebbe confermare i progressi fatti con la frizione di Maranello dopo i problemi della passata stagione. Il ritmo su Soft non è stato nemmeno troppo lontano da quello di Ferrari, Mercedes e Aston Martin nel primo stint. Proprio questo inizio ha permesso alla squadra di eseguire un potente under cut con Alonso e le due Mercedes costrette poi a superare in pista la vettura del finlandese. “Non penso potessimo fare più di così oggi. Chi ci è stato davanti è semplicemente più veloce di noi” ha ammesso a fine gara Valtteri Bottas. I segnali per il team però sono incoraggianti perché, anche con mescola più dura, il distacco patito dai Top Team non era abissale, ma soprattutto ritmo e degrado gomma si sono mostrati veloci e consistenti tanto da non far temere loro i diretti rivali di Alpine e McLaren.
Sfida lanciata ad Alpine e McLaren, Alfa Romeo subito aggressiva in gara.
L’approccio dell’Alfa Romeo è stato aggressivo sin dalla prima gara. Se Vallteri Bottas è riuscito a conquistare subito punti, Guanyu Zhou ha pagato una brutta partenza e la tempistica della VSC, rimanendo fuori dalla Top 10. Questo però ha offerto un ‘assist’ alla squadra. Quando il team si è reso conto che per il cinese sarebbe stato impossibile conquistare punti lo ha richiamato ai Box per completare il giro veloce della gara. L’obiettivo non era guadagnare il punto, essendo fuori dai dieci, ma sottrarlo a Pierre Gasly su Alpine.
Alpine aveva approfittato della VSC causata dal ritiro di Charles Leclerc per richiamare il suo nuovo numero 10 ai Box, montare gomme Soft ed uscire in pista, non solo rimanendo in zona punti ma conquistando l’extra point per il giro veloce. Qualche giro dopo, quando Zhou era ancora in 13ima posizione, Alfa Romeo ha deciso di rispondere e battere il tempo al team rivale, sottraendogli quel punto. Seppur con gomme usate, la vettura scarica di benzina e il tracciato gommato hanno aiutato Zhou a far segnare un tempo di 1.33.996 battendo, e di molto, il tempo fatto segnare da Gasly.
“Guanyu ha fatto un ottimo lavoro nel togliere il giro veloce a quelli che, oggi, sono i nostri rivali diretti, Alpine.” ha commentato al termine della gara il Capo degli Ingegneri in pista, Xevi Pujolar, mostrandosi entusiasta per il rendimento di macchina e pilota e per l’ottima strategia messa in atto dalla sua squadra.
Jeddah importante per una C43 veloce ma che soffre ancora di un drag eccessivo.
L’anno scorso la vettura di Vallteri Bottas e Guanyu Zhou aveva molti punti forti – gestione gomma, agilità, passo gara – ma anche alcuni punti di debolezza che ne hanno limitato l’ammontare di punti a fine stagione. Il più grosso era quello dell’affidabilità; non solo per i componenti che gli venivano forniti da Maranello, ma soprattutto per quelli prodotti in loco come sistema di raffreddamento e cambio che sono costati più di un ritiro durante la stagione. Un limite di cui abbiamo parlato era poi la stabilità del posteriore che rendeva la C42 ostica nei curvoni veloci, punto su cui i progettisti hanno messo il focus per questa C43.
Un altro però è stato il drag, ossia la resistenza all’avanzamento. La passata stagione Ferrari fu costretta a diminuire i CV a disposizione per i noti problemi di affidabilità, ma tutte e tre le vetture (Ferrari, Haas e Alfa Romeo) non godevano di grande efficienza, accentuando così questi problemi. La C42 inoltre era solita montare ali posteriori piuttosto importanti anche per ritrovare carico perso dal fondo per limitare il porpoising. Quest’anno la situazione è diversa per quanto concerne il carico complessivo, ma non per il drag. La vettura di Hinwill infatti paga km/h importanti sui rettilinei, risultando tra quelle con più resistenza all’avanzamento della griglia (in Bahrain solo AlphaTauri mostrava più drag della C43). La C43 ha un suo punto di forza nelle curve lente che, proprio grazie all’assenza di porpoising e una ottima meccanica, è più forte anche della SF-23. E’ altresì evidente come negli allunghi la C43 paghi molto proprio a livello di drag rispetto alla vettura 2023 italiana.
Proprio per questo motivo sarà importantissimo l’appuntamento di Jeddah che potrebbe non esaltare molto le qualità della nuova nata di Hinwil, ma anzi, accentuarne qualche limite. L’anno scorso le alte velocità medie non si sposarono benissimo con la loro vettura, tant’è che la gara terminò senza punti e con anche il ritiro di Valtteri Bottas; quest’anno sicuramente i piloti potranno capire meglio i progressi fatti con la stabilità del posteriore ma il drag potrebbe essere per loro un grosso limite a vantaggio di vetture più efficienti, come la Williams. “La base di partenza è buona ed abbiamo già degli sviluppi in cantiere, in fabbrica. Il nostro obiettivo è lottare costantemente per la cima del midfield e pensiamo di avere le capacità per farlo.” ha ammesso Xevi Pujolar, confermando quelli che erano i piani rivelato da Alunni Bravi e Seidl nei giorni della presentazione.
Autore: Paolo D’Alessandro
Co-Autori: Andrea Vergani & Piergiuseppe Donadoni