Concluse le qualifiche, la Ferrari non va oltre la quinta e settima posizione. Una qualifica tirata, dove oltre alla Mercedes di Russell (secondo) si è inserita la Red Bull di Verstappen (pole position). La prima delle Ferrari, quella di Leclerc, è a tre decimi dalla pole ma le McLaren sono subito avanti in seconda fila.
“Siamo a un decimo dalla McLaren. Abbiamo cercato di tirare il meglio dall’assetto fra la sprint e la qualifica, ma quello che ha fatto la differenza è la preparazione delle gomme nel giro singolo” ha dichiarato Vasseur nel post Qualifica.
In casa Ferrari hanno deciso di mantenere il fondo sperimentale sulla vettura di Leclerc dopo i riscontri avuti fra prove libere e parte sprint del week end. In Qatar la rossa si è trovata fra le mani un aggiornamento non del tutto pianificato prima di Losail, ma il suo utilizzo in sessioni ufficiali ha portato con sé dei rischi non indifferenti.
A Losail Ferrari ha a disposizione una sola unità del nuovo fondo
Trovarsi fra le mani un potenziale upgrade aerodinamico è quello che è accaduto in Qatar in casa Ferrari. Sulla monoposto di Charles Leclerc si è deciso di disputare l’intero week end con il fondo che a Maranello stesso avevano definito come “sperimentale”. Una specifica che si poteva definire “usa e getta”, prodotta grazie al sufficiente budget stagionale residuo, ancora distante dalla soglia massima di spesa concessa dalla FIA.
In casa Ferrari, storicamente, c’è sempre stata equità di fornitura a Leclerc e Sainz per quanto concerne il portare aggiornamenti. A tal fine a Maranello hanno sempre deliberato parti nuove portando in pista un minimo di tre unità in caso di un fondo nuovo, due per i piloti, più uno di scorta in caso di necessità. Una prassi rigorosa, che si è vista interrompersi per l’eccezionale situazione presentatasi in Qatar. Il fondo è stato prodotto in una sola unità per Las Vegas. Da quello che AutoRacer ha potuto apprendere in Qatar non ci sono altre scorte da poter utilizzare in caso di danneggiamento. L’ approccio tecnico voluto da Vasseuer e dal campo degli aerodinamici Diego Tondi è quello di non lasciare nulla di intentato nella rincorsa a McLaren peri i costruttori.
Ferrari ha messo tutte le fishes sul piatto per giocarsela con McLaren. Il rischio si chiamava “parco chiuso”.
Ogni azzardo porta con sé il rischio di perdere tutto. Il rischio a cui Ferrari è andata incontro a Losail è essenzialmente legato al regime di parco chiuso. Con Leclerc Ferrari ha messo in atto una mossa “pericolosa”, ma consapevole e calcolata. “Dobbiamo giocarcela fino alla fine” ha voluto mettere in chiaro il numero uno al muretto Frederic Vasseur. Avendo a disposizione una sola unità del fondo nuovo, in caso danneggiamento nel corso della qualifica non sarebbe stato possibile sostituire il macro-componente con una stessa specifica o effettuare eventuali riparazioni.
L’infrangere l’articolo 40.2 del regolamento sportivo, che descrive meticolosamente la messa in pratica dei sigilli del parco chiuso, non concede margini di interpretazione. La regola di fatto prevede che, dal momento in cui la vettura lascia i box in qualifica, non può essere toccata. Le poche eccezioni sono legate a interventi di regolazione dell’incidenza dell’ala anteriore, pulizia e azioni legate alla sicurezza della vettura. Riparazioni alla carrozzeria sono concesse ma non intere sostituzioni, come nel caso di un fondo di diversa specifica. I risvolti sarebbero stati drammatici in caso di danneggiamento per Leclerc: interruzione del parco chiuso avrebbe relegato il monegasco a partire domenica dalla pit-lane. Una vicenda simile è accaduta in tempi recenti in casa Mercedes, con l’incidente nella Q3 di Austin di George Russell che ha costretto il team a montare le pance più vecchie per mancanza di scorte, e costringendo l’inglesino a partire in corsia box.