La Formula 1 sta affrontando l’ultima stagione degli attuali regolamenti tecnici, prima della rivoluzione prevista per il 2026: aerodinamica attiva e Power Unit con un’importanza maggiore della parte elettrica. Un progetto ambizioso che ha da subito fatto storcere il naso a molti, inclusi gli stessi team e che ha causato perplessità con il passare delle settimane e con i primi progetti simulati dalle squadre. Da tempo si inseguono rumors – riportati anche su queste pagine – di costruttori in difficoltà nel soddisfare tutti i requisiti per una Power Uniti 2026 che risulti competitiva, affidabile ed efficiente. Da dell’incredibile raccontare oggi come la stessa FIA abbia dei dubbi su quanto accadrà anno prossimo e valuti un cambiamento! I regolamenti 2026 a rischio? Forse, ma appare molto improbabile si possa buttare tutto al vento, soprattutto per ragioni economiche, ma anche sportive! Ecco cosa sta succedendo dietro le quinte della F1!
Regolamenti 2026 un grande rischio? Liberty Media rivuole i V10 e Ben Sulayem apre per un futuro sempre sostenibile
Perché la Formula 1 è arrivata a progettare le Power Uniti ibride? Per iniziare un lento processo che avrebbe portato il motorsport a quattro ruote verso una sostenibilità maggiore. Le unità motrici del 2026 sono un ulteriore passo in questo senso, con l’ambizione di portare la F1 ad essere Net Zero entro il 2030. Motori con una parte elettrica più importante e l’utilizzo di e-fuel o bio-fuel sempre maggiore. Da subito si è capito che per supportare questo tipo di motore serviva un aiuto massiccio da parte di telaio, meccanica e soprattutto aerodinamica. Per questo motivo l’ufficio tecnico di Nikolas Tombazis (e Tim Gross, ora DT in Racing Bulls) hanno provveduto all’implementazione dell’aerodinamica attiva. Come ha già avuto modo di commentare Adrian Newey: l’uso di questo sistema è solamente per porre un rimedio ai limiti delle nuove Power Unit. Questi nuovi progetti sono però molto complessi ed hanno richiesto alle scuderia un grosso dispendio di risorse economiche e di tempo sui banchi dinamici per potersi preparare al debutto del 2026 con la possibilità di disporre di una unità performante.
Da mesi circolano rumors, come avevamo riportato in merito all’Audi e confermato da Binotto, di alcune squadre in ritardo sulla propria tabella di marcia e con il dubbio di essere molto indietro rispetto ad altre squadre. Alcune sospettano anche come ci sia Mercedes già in possesso di un vantaggio nei confronti degli altri rivali e per questo si stanno facendo anche scelte sui tavoli politici (oltre che tecnici) per non darle ulteriori possibili (e ipotetici) vantaggi. Honda e il nuovissimo Red Bull Powertrains da tempo focalizzano la loro attenzione solo su questo progetto e ci sono costruttori, come proprio Audi ed Honda (e Ford che supporta Red Bull) che sono tornati in Formula 1 solamente per il nuovo progetto di Power Unit, altrimenti sarebbero rimaste fuori dal circus, non convinte dagli altri progetti, ritenendo le attuali PU troppo complicate e costose. Le regole 2026 sono state così definite sulla parte motoristica e successivamente su telaio ed aerodinamica, anche se le prime simulazione non hanno convinto del tutto ed hanno portato ad un intensificazione del rapporto FIA-team per cercare di trovare prestazioni migliori e migliorare quei dati allarmanti che mostravano una F1 non troppo più veloce di una Formula 2. Si è sempre stati convinti di perseguire questa strada e le squadre hanno iniziato a mettere in galleria i primi modelli 2026.
Ma, dietro le quinte, c’è più movimento di quanto si pensi. Sono circolate nelle ultime settimane voci di un rinvio delle regole 2026, che poi non hanno trovato una vera e propria conferma. Ma qualcosa che si sta muovendo c’è. Alla base di queste voci c’è la forte convinzione di Liberty Media di tornare ai motori V10 alimentati però con combustibili biosostenbili. Non fare affidamento sull’elettrico, ma ritornare ai motori che hanno reso anche loro gloriosa la Formula 1, utilizzando materiale sostenibile per le benzine ed unire così la storia della F1, il ritorno del sound che tanto piace ai tifosi, all’ambizione di ridurre drasticamente le emissioni e diventare uno sport estremamente sostenibile ed a favore dell’ambiente. Un’idea che in tempi non sospetti è stata commentata da Stefano Domenicali: “Se saremo efficaci nello sviluppo delle benzine sostenibili, potremo pensare a Power Unit più leggere, competitive e rumorose come piacciono agli appassionati“. Dichiarazioni da non prendere alla leggera provenendo dall’esponente di rilievo di Liberty Media, nonché presidente della Formula 1. Recentemente gli hanno fatto eco, anche un po’ a sorpresa, le parole di Ben Suleayem, presidente FIA. “Ogni direzione possibile va presa in considerazione, inclusa quella di un ritorno ai V10 con l’uso di carburante sostenibile. Dobbiamo assicurarci di supportare le squadre garantendo un controllo dei costi e nelle spese di ricerca e sviluppo” ha fatto sapere il boss della FIA. La Formula 1 rivuole i V10 e li rivuole il prima possibile. Clamorosamente si parla di un ritorno già nel 2026 ma ecco perché appare ancora improbabile.
Contratti in essere e che stanno terminando, fondi ‘buttati’ nello sviluppo delle Power Unit 2026: alcuni team non stanno prendendo bene questo spreco. Da qui una soluzione ibrida, per togliere l’ibrido!
La prima cosa da sottolineare è che se decidesse la FIA di cestinare i regolamenti 2026 a pochi mesi dal loro debutto in pista, sarebbe l’ammissione di un clamoroso fallimento da parte del suo ufficio tecnico che porterebbe ad una brutta perdita d’immagine agli occhi di tutto il mondo, anche esterno alla Formula 1 stessa. Già questo dovrebbe far desistere la FIA dall’attuarlo, seppur il suo presidente si sia espresso favorevolmente a questo cambiamento. Ci sono però problemi ben più gravi che andrebbero risolti per poter attuare un simile cambiamento, che appare difficile avvenga, con anche la possibilità di risvolti legali da parte di alcuni team. Il motivo sarebbe di natura prettamente economica. Tutte le squadre hanno investito ingenti quantità di denaro per lo sviluppo di queste complicatissime nuove Power Unit e dovrebbero rinunciare a questi progetti, buttando letteralmente via i soldi spesi fino a questo momento. Ma questo sarebbe solamente uno dei problemi che la F1 si troverebbe ad affrontare.
Audi ed Honda sono tornare in Formula 1 ed hanno iniziato a sviluppare i propulsori 2026 da fornire a Sauber ed Aston Martin. Red Bull Powertrains è nata per lo sviluppo di questi nuovi motori, con il team di Milton Keynes che diverrà finalmente indipendente (dopo le partinership con Renault ed Honda) con il supporto del partner Ford per la parte elettrica principalmente. Questo vuol dire che nel caso la FIA decidesse di cancellare le nuove unità motrici, questi progetti andrebbero buttati, ma con quali motori correrebbero nel 2026? La soluzione pensata sarebbe quella di allungare gli attuali regolamenti e concedere alle squadre 2 anni di sviluppo per la nuova tipologia di motore, che sia un V10 puro o un V8 ibrido ma qui subentrano i contratti in essere a rendere di difficile attuazione questo programma. Red Bull infatti non avrebbe un motore ibrido da utilizzare il prossimo anno, terminata la sua partnership con Honda, così come Aston Martin che non godrebbe più dei motori Mercedes ed Alpine che ha chiuso il proprio reparto motori a Viry-Chatillon. Come riportato da Auto-Motor-und-Sport, Toto Wolff ha subito reso chiaro che Mercedes non avrebbe unità sufficienti per fornire se stessa, McLaren, Williams (ed eventualmente anche Aston Martin) per altri anni. Andrebbero rivisti completamente alcuni accordi, come anche quello tra Sauber e Ferrari per esempio, e soprattutto i team dovrebbero produrre nuove PU per altri anni, quando il focus è oramai passato a quelli che dovrebbero essere le unità 2026, completamente diverse dalle attuali.
Appare francamente impossibile e sorprendente che si possano trovare, in pochissime settimane, gli incastri necessari. Inoltre, servirebbe comunque capire come le squadre si muoverebbero in caso di una proposta di questo tipo, poiché non tutte sono favorevoli a questo drastico cambiamento. Allora l’opzione che la FIA sta maggiormente prendendo in considerazione è quella di attuare le nuove regole 2026 solamente per 3 anni, e non per i cinque previsti originariamente, cambiando poi dal 2029 con dei V10 (o V8 ibridi) sviluppati per funzionare con carburante biosostenibile. Una soluzione che permetterebbe di non gettare il lavoro fatto fino a questo momento, senza alcun spreco di soldi, seppur porterà le squadre a focalizzarsi subito sullo sviluppo di una nuova Power Unit e di intensificare la ricerca sui carburanti biosostenibili. Durante il weekend in Cina, per provare a chiarire quella che è la posizioend ella FIA e le discussioni in atto sul futuro della Formula 1, è intervenuto anche Nikolas Tombazis. “I progressi con i carburanti sostenibili hanno portato a pensare che forse i motori potrebbero essere più semplici. L’economia mondiale porta a pensare che forse dovremmo provare a tagliare un po’ di più i costi, e le attuali Power Unit sono decisamente troppo costose. Questo è un dato di fatto per questo che il presidente ha fatto i commenti sul motore V10 nel ’28 e così via. È qualcosa che stiamo valutando, o per il ’29 o qualsiasi altra cosa, con i produttori di PU. Stiamo discutendo apertamente con loro della direzione migliore per lo sport”.
“Qualsiasi modifica che apportiamo, a seconda del tipo di regolamentazione in vigore, deve avere un ampio consenso. Non cambiamo le cose unilateralmente e non imponiamo una posizione. Non vogliamo imporre nulla che renda impossibile competere, o cose del genere. Vogliamo essere equi. Le persone hanno investito un sacco di soldi. Se nove persone sono a favore e una persona è contraria e quella persona viene trattata ingiustamente, cercheremo sempre di proteggere anche quella persona. Non ci limiteremo a dire: ‘Ok, facciamolo’. Stiamo cercando di costruire un consenso qui, e se questo fallisce, allora resteremo dove siamo” ha concluso Tombazis
Liberty Media spinge per il ritorno dei V10, la FIA si sta convincendo, ma farlo immediatamente appare ancora difficile e improbabile. Resta comunque incredibile arrivare a meno di un anno dall’introduzione dei nuovi regolamenti e leggere di tutti questi dubbi, che le squadre avevano anticipato e segnalato tempo fa e alla quale non sono state trovate le giuste contromisure, perseguendo un progetto di Power Unit troppo ambizioso e nemmeno così indispensabile, essendoci altri strade per perseguire la sostenibilità della F1, ma al tempo stesso sposare spettacolo, tecnologia avanzata e prestazione.