Kimi Antonelli si presenta: i cinque giri simbolo del talento italiano

Andrea Vergani
17/03/2025

Il primo fine settimana della carriera di Andrea ‘Kimi’ Antonelli è iniziata con l’eliminazione in Q1 per via di un danno al fondo della sua W16 causato dal percorrimento del cordolo di curva 6 in maniera troppo aggressiva. Questo errore di gioventù – e una buona dose di sfortuna – gli è costato caro, costringendolo a scattare dall’ottava fila della griglia di partenza. Tuttavia il pilota bolognese non ha perso la calma e, nonostante le condizioni avverse in partenza e un errore al sedicesimo giro, è riuscito a recuperare posizioni nelle fasi iniziali sfruttando la superiorità della sua monoposto rispetto a quelle dei diretti rivali. Il colpo grosso però è nato tra il giro 43 e 47 quando le condizioni, che avevano permesso a tutti di montare gomme da asciutto, hanno costretto tutti ad effettuare un secondo pit stop per la mescola intermedia. I cinque giri che hanno deciso il Gran Premio d’Australia sono il manifesto del talento del giovanissimo pilota bolognese.

L’analisi: Antonelli guida come un veterano in condizioni difficilissime, Piastri troppo avido 

Al giro numero 41 è rientrata la Safety Car, una volta che la vettura di Alonso era stata rimossa, dopo nove giri in pista. Norris e Piastri comandano ancora, seguiti da Verstappen, Russell e Leclerc, mentre Kimi si trova in decima posizione alle spalle di Hamilton e Gasly. Alla fine del giro 42 a Charles Leclerc viene comunicato che ci si attende uno scroscio importante di pioggia: “Fra tre giri ci aspettiamo pioggia di classe 3 per una durata di due giri”, gli dice Bryan Bozzi dalla pit lane. Le prime difficoltà si intravedono alla fine del giro 43, nel terzo settore proprio dove le prime gocce iniziano a cadere sul tracciato australiano; in questo giro il più veloce è Lando Norris con un margine prossimo al secondo rispetto a Max Verstappen e Oscar Piastri, che a loro volta hanno un grande vantaggio sulle Ferrari e le Mercedes.

I primi domino iniziano a cadere nel terzo settore del giro 44: Lando Norris affronta la chicane di curva 9 e 10 in maniera molto lenta, per poi trovarsi completamente impreparato alla quantità di acqua in curva 12. Oscar Piastri commette lo stesso errore nella curva a destra veloce, ma in fase di inserimento tocca l’acceleratore – forse vedendo il compagno di squadra in difficoltà pochi metri davanti – e vede sfumare la possibilità di vincere il suo Gran Premio di casa. Nello stesso arco di tempo anche Leclerc sbaglia in uscita da curva 11: l’errore che Charles ha indicato come il motivo di un mancato arrivo tra i primi cinque gli è costato circa 7 secondi. Al termine del giro 44 Norris, Russell, Antonelli e infine Piastri (dopo essersi rimesso in pista con una perdita di quasi 90 secondi) effettuano il pit stop, e questa si rivela essere la scelta più corretta. La finestra del pit stop rimarrà aperta per altri due giri, infatti Verstappen rientra alla fine del 46esimo passaggio e perde solamente 4.5 secondi rispetto al riferimento della McLaren numero 4.

Da un pilota come Max Verstappen ci si aspetta una gara pulita in queste condizioni, che spesso hanno esaltato l’olandese distinguendolo dal resto della griglia, e la mancanza di errori da parte di Russell e Norris non sono banali in una situazione in cui la gara si decide in poche curve. Ma vedere un rookie alla prima esperienza in Formula 1 non commettere alcuna sbavatura nel passaggio da condizioni di asciutto alla pioggia torrenziale verrà ricordato a lungo: Andrea ‘Kimi’ Antonelli si è presentato così, sfoggiando tutto il suo talento ai pochi che ancora non conoscevano il 18enne italiano. Tra il giro 43 e 47 Antonelli ha perso solamente nove decimi totali nel confronto con il compagno di scuderia George Russell!

Solamente tre piloti sono restati in pista dopo il giro 46: Hamilton, Tsunoda e Leclerc, ma la strategia azzardata di Ferrari e Racing Bulls non si è rivelata ideale. La scena delle due Rosse in caduta libera quando si verifica un improvviso cambio di condizioni meteorologiche è qualcosa a cui i tifosi si sono abituati nell’ultimo decennio: gli errori di domenica pesano anche per questo, perché nonostante tutto sia cambiato a Maranello, in fondo non è cambiato molto specialmente quando la pressione si alza. Se da una parte il fine settimana della Rossa di Maranello non sarebbe stato promosso con entrambe le vetture tra i primi cinque, l’errore di Racing Bulls potrà costare caro alla squadra di Faenza alla fine del mondiale perché non c’è garanzia che la V-CARB02 possa essere tanto competitiva nei prossimi appuntamenti. La delusione di Tsunoda, autore di un’ottima gara, è apparsa evidente: “Il tempismo della sosta non ci ha aiutato, siamo rientrati troppo tardi e all’improvviso sono finito in undicesima posizione”.

Autore