Analisi: le posizioni sulle Power Unit svelano le carte sulle regole 2026?

Paolo D’Alessandro
22/04/2025

Il prossimo ciclo regolamentare è oramai alle porte; le squadre da gennaio possono lavorare sui progetti delle future monoposto, eppure si discute ancora molto sui regolamenti. Da svariati mesi, si inseguono i dubbi delle stesse squadre, mai veramente però ascoltati, se non in quest’ultimo periodo. Tra le preoccupazione generali c’è chi non vuol mettere mano al regolamento: mossa strategica consci di avere un vantaggio potenziale già acquisito? O timori semplicemente di un cambio regolamentare in corsa così avventato? Questo giovedì ci sarà una nuova riunione della F1 Commission per discutere dei regolamenti 2026 e i tre top motoristi sembrano su posizioni diversi: Mercedes da un lato, Red Bull all’opposto e Ferrari, spesso la più democratica, al momento nel mezzo.

Il punto sulle regole 2026: la situazione ufficiale oggi e le possibili variabili sul tavolo

Negli ultimi mesi sono emersi molti dubbi riguardo il futuro della F1 con i nuovi regolamenti. Tornando indietro a qualche anno fà, fu Christian Horner che per primo rese pubblica la sua preoccupazione riguardo i nuovi motori, affermando che il rischio di vedere le monoposto fare Lift & Coast o terminare l’energia lungo i rettilinei di Monza, Baku o Jeddah (ed adesso anche Las Vegas), per esempio, era concreta. La FIA ha reagito a quel campanello d’allarme, evidentemente confermato anche dai loro dati, con l’introduzione dell’aerodinamica attiva. Adrian Newey aveva commentato dicendo che questo cambiamento era fatto solo per sopperire alle carenze del motore e che, rispetto ai dubbi del passato, oggi la F1 ha molti più elementi per controllare e rendere sicura questa tecnologia. Recentemente però,  si sono avuti problemi alle centraline con i DRS che venivano aperti quando non era possibile farlo, addirittura in curva come capitato a Leclerc, mostrando che i rischi e pericoli, seppur diversi, rimangono e sarà qualcosa da visionare attentamente con l’aerodinamica attiva, per evitare incidenti e spiacevoli sorprese (come anche Doohan a Suzuka). L’introduzione delle varie ‘modalità’ sulle vetture 2026 però non sta bastando a calmare le acque.

Alla FIA piacerebbe rivedere dei motori con un numero maggiore di cilindri, che siano V10 puri o dei V8 ibridi con l’utilizzo di biocarburanti. I piloti non sembrano entusiasti delle regole 2026 ma nemmeno di un ritorno ai V10, così come alcune figure tecniche come Pat Symonds, ex FIA ed ora consulente di Cadillac. Per questo, nell’ultima F1 Commission tutti i team hanno approvato le regole così come sono scritte oggi, ma lasciando aperto il tavolo di discussione per un cambiamento in futuro (anche prima del previsto e quindi ottica 2028 o 2030) e soprattutto sul prossimo anno. Particolarmente discusse sono stati due punti ossia la ripartizione di energia tra combustione ed elettrico, attualmente fissata al 50-50, e la possibilità di inserire un BOP per un recupero più agevole e veloce dei motoristi attardati. Tornando al primo dei due punti, alcuni team spingono per tornare a dare più importanza al motore a combustione e ridurre la percentuale di energia elettrica, mentre altri stanno facendo chiaramente muro. Delle soluzioni messe sul tavolo sarebbero quelle di modificare le regole su circuiti specifici, con una diversa ripartizione dell’energia, o di farlo per tutti gli appuntamenti tra le qualifica e la gara.

Raggiungere l’unanimità sarà impossibile: le votazioni rivelano posizioni e sensazioni diverse sulle Power Unit 2026

Quello che appare evidente è che c’è una grossa spaccatura sui pensieri relativi al 2026. I nuovi marchi (o chi rientra in F1) hanno spostato il nuovo progetto di motore con un importanza molto rilevante della parta elettrica e la rimozione dell’MGU-H e quindi Audi ed Honda non sono intenzione a veder cambiare i progetti. A capitanare il fronte dei ‘ribelli’ che spingono per modifiche alle regole 2026 c’è la Red Bull, con il nuovissimo Red Bull Powertrains che potrà contare sul supporto di Ford. Già due anni fa avevamo suggerito di controllare questi aspetti. La FIA ha svolto le sue ricerche e credo vogliano evitare problemi. Sarebbe frustrante per i tifosi e un immagine non positiva per lo sport. Non è qualcosa che abbiamo richiesto noi, ma se la FIA va in quella direzione dobbiamo sostenerla ha dichiarato recentemente il Team Principal, Christian Horner.

In una posizione intermedia troviamo invece al momento la Ferrari. Nel post gara di Jeddah è stato chiesto a Frederic Vasseur quale sia la posizione della Scuderia di Maranello su questo fronte. “La proposta sulle modifiche è arrivata solo recentemente e non ho avuto modo di discuterne con gli uomini del reparto motori. In Bahrain c’è stato un confronto positivo, con un atteggiamento open mind da parte di tutti e penso che dovremo proseguire qui. Non dovremo pensare solo ai nostri interessi, se qualcuno ha un vantaggio sulle batterie o su altri aspetti, ma al bene della Formula 1. Sicuramente non aiuta il fatto che siamo competitors ed avversari, ma davanti a noi c’è il più grande cambiamento regolamentare degli ultimi 25-30 anni. Cambieranno le regole sul telaio, sul motore ed anche quelle sportive. Si tratta di trovare la migliore soluzione possibile, che sia con il 50%-60%-65%. Dobbiamo discuterne insieme con un approccio molto aperto”. Il francese ha ammesso che all’origine dei nuovi regolamenti c’è stata una sottovalutazione di parametri come il peso o la prestazione complessiva della monoposto e per questo si è arrivati all’introduzione dell’aerodinamica attiva e i discorsi proseguono ancora oggi. Proprio su questo però si è espresso chi capeggia il fronte di coloro che non vogliono assolutamente toccare le prossime regole, svelando probabilmente una certa sicurezza sul lavoro che si sta svolgendo in fabbrica. “Leggere l’ordine del giorno della F1 Commission è divertente quasi quanto alcuni commenti di X della politica americana. Ne abbiamo discusso una settimana fa ed ora è di nuovo in lista. E’ una barzelletta!” ha commentato Toto Wolff in modo piuttosto netto. Rispondendo ad alcuni rumors, Christian Horner ha però smentito che sia stata Red Bull a chiedere di proseguire le discussioni.

L’ex capo del reparto motori Mercedes, Andy Cowell, ora Team Principal di Aston Martin e che vedrà l’utilizzo della PU Honda il prossimo anno, è rimasto un po’ più abbottonato quando interrogato sulla questione. “La quantità di energia su piste come Jeddah sarà limitata rispetto a piste più corte. Qui la batteria si esaurisce presto con una perdita di potenza, ma è una caratteristica dei sistemi ibridi. Sarà diverso nel 2026, ma se sarà un bene o un male non lo so. Sarà uguale per tutti. L’importante è che tutti lavorino sulle stesse regole. Nonostante la posizione di Toto Wolff invece, Andrea Stella in rappresenta di McLaren è più allineato alla visione che potremmo definire attendista e di “supporto” alla F1 di Ferrari. “Abbiamo tutti la responsabilità di garantire il successo di questi regolamenti. Non ha senso che le squadre si affrontino tra di loro. Dobbiamo discuterne e riflettere attentamente sui dettagli, come i sorpassi, l’uso e il recupero dell’energia e via dicendo. Dobbiamo vedere tutti gli aspetti che influenzano la qualità dello sport, lo spettacolo e l’economia. Non dobbiamo limitarci a dire ‘la questione è chiusa’ ma essere aperti e lavorarci”. Un approccio molto diverso quello del manager italiano rispetto a Toto Wolff, da cui riceverà i motori anche nel futuro. Sarà curioso quindi vedere la reale posizione McLaren nelle future discussioni, con Mercedes che – dopo anche le notizie che circolano e di cui abbiamo parlatomantiene una posizione ferma che va verso una conferma di una presa di coscienza sul sentirsi in una posizione molto forte per il 2026.

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