Una delle azioni salienti del GP del Brasile è stato senza dubbio il contatto alla ripartenza tra Kimi Antonelli, Oscar Piastri e Charles Leclerc. Ad avere la peggio è stato il ferrarista che, facendo letteralmente da cuscino, ha salvato il ‘rivale’ della Mercedes, permettendo a lui e all’australiano di continuare la gara senza grossi problemi. Piastri è stato poi penalizzato dalla direzione gara, che lo ha dichiarato colpevole di aver causato la carambola in curva 1. Nel post gara il pilota di Melbourne non ha condiviso la scelta dei commissari, cosi come Leclerc che ha puntato su una responsabilità condivisa con l’italiano, che per ultimo ha dato la sua versione da (semi) ‘innocente’. Il tutto si è chiuso con uno zero per Leclerc, molto grave per la lotta nel costruttori della Ferrari, un secondo posto per Antonelli e 10 secondi di penalità per Piastri. Tuttavia, oltre a ciò che questo incidente ha comportato in termini di punteggio nel GP del Brasile, quanto è successo ha sicuramente esposto ancor di più uno dei grossi problemi della F1 attuale, fin troppo cervellotica e piena di regole.
Analisi incidente Piastri-Antonelli, Leclerc: “Oscar è stato ottimista, ma Kimi sapeva che lui era lì ed ha fatto la curva come non ci fosse”
Innanzitutto bisogna riavvolgere il nastro. Andrea Kimi Antonelli effettua una brutta ripartenza. “Sono andato troppo presto sul gas e le gomme hanno pattinato”. Questo lo ha messo subito sotto attacco da chi gli era dietro. Charles Leclerc ha avuto un ottimo spunto, battezzando l’esterno mentre Oscar Piastri si è preso l’interno visto anche il delta di velocità nello spunto iniziale. “Charles ha avuto un ottimo spunto ed era in seconda posizione ma purtroppo ha pagato il prezzo del contatto tra Piastri e Antonelli” ha commentato a fine gara Frederic Vasseur. Il monegasco effettivamente è colui che meglio si è comportato in questo caso, cercando di togliersi dalla contesa, rimanendo largo e lasciando tutto lo spazio alle altre due vetture. Per questo fa sorridere che sia stato poi l’unico a pagarne davvero le conseguenze.
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Il pilota monegasca era quindi ben consapevole che al suo interno c’erano due macchine e per questo non ha mai provato a chiudere la traiettoria, anche se sapeva potesse mettersi in una posizione più scomoda per curva 2-3. “Oscar è stato ottimista ma Kimi sapeva che lui era lì ed ha fatto la curva come non ci fosse” sentenzia Leclerc. Una opinione questa che hanno in molti e che indica come per il monegasco sia un incidente di gara. A supporto di ciò c’è anche la spiegazione di Kimi che ammette di non aver visto la Mclaren di Oscar Piastri, cosi da percorrere curva 1 con la classica traiettoria, come se in quella parte di pista non ci fosse davvero nessuno. E nasce da qui l’incidente. Quanto fa Oscar Piastri non è la causa ma la conseguenza. Il pilota della McLaren infatti aveva battezzato l’interno e si è preso l’interno di curva 1, ma all’ultimo gli è chiaro che Antonelli non lo abbia visto e per questo deve forzare la frenata per provare a evitare un impatto ormai certo. Questo ha portato ad un evidente bloccaggio, un qualcosa che spesso porta i commissari alla penalità ‘obbligatoria’ o toglie comunque un alibi al pilota autore dell’incidente. Riguardando gli onboard, la visuale dell’elicottero e altre inquadrature, è chiaro che Oscar Piastri non perda mai il controllo della macchina. L’australiano stava percorrendo curva 1 nella sua traiettoria interna e non ha mai invaso una porzione di pista più a destra, tuttavia, è la chiusura di Antonelli a causare il contatto.
Perché la penalità a Piastri? Antonelli andava investigato? “Non so di chi sia la colpa, ma non di Charles” (.cit Vasseur)
Ma l’analisi non può terminare in questo modo. Oscar Piastri è stato penalizzato perché secondo le linee guida, lui non ha mai avuto il diritto di precedenza in quella curva. Infatti, nelle cosiddette regole di ingaggio, viene scritto come chi si getta all’interno e vuole avere il diritto di traiettoria, deve avere l’ala anteriore almeno all’altezza dello specchietto dell’altra vettura, se non, ancora meglio, la punta dell’ala anteriore davanti a quella dell’avversario. Ciò non è mai avvenuto, se non per un breve momento in rettilineo. Poi Kimi Antonelli ha forzato la staccata e si è preso il diritto di traiettoria e, a quel punto, come da lui ammesso, ha chiuso verso curva 1 non vedendo più Piastri e pensando così che lui si fosse accodato. Mentre Leclerc indicava una “colpa al 50 e 50”, le linee guida di ingaggio hanno spostato la colpa più su Oscar Piastri e da qui una penalità certamente arrivata anche per le conseguenze dell’incidente, visto che Leclerc e la Ferrari lo hanno pagato a carissimo prezzo. E’ chiaro che anche Antonelli commette un errore, come giustamente fatto notare proprio da Leclerc, ma le linee guida lo scagionano da una possibile penalità.
A closer look at the race restart 👀
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C’è comunque da sottolineare come analizzare questo incidente solo con le linee guida sia un po’ riduttivo e troppo schematico, per questo non può e non deve sorprendere l’opinione di Charles Leclerc e di alcuni importanti addetti ai lavori, che lo vedono più come un incidente di gara. Tuttavia, è chiaro che questo incidente conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, di come la F1 si sia imbavagliata con le sue stesse mani, sia dal punto di vista tecnico che regolamentare. Con team e piloti chiaramente da non scagionare visto che le linee guida attuali sono state discusse proprio con quest’ultimi. Resta il fatto che Piastri paga un regolamento che ti obbliga praticamente a dover superare il pilota davanti prima di arrivare in curva, altrimenti – come successo – l’altro pilota ha tutto il diritto di chiuderti la linea o obbligarti ad alzare il piede. Ma il tutto spesso può dipendere da pochi cm, di come i due piloti tirano la staccata e quindi di come in quel momento la situazione tra di loro si modifica dinamicamente. Un qualcosa sicuramente di cervellotico ed è per questo che la F1 dovrebbe ripensare a cosa vuole vedere in pista e a soprattutto come vuole intervenire.



