Cinque gare per cinque rookie. Dopo la prima tripletta stagionale, è tempo di primi bilanci per gli esordienti del mondiale 2025, che dopo l’esordio da incubo di Melbourne (ma non per tutti) stanno dimostrando perchè è giusto puntare sui giovani.
Doohan: le difficoltà e la pressione Colapinto sin dal pre-stagione
Quello del figlio d’arte australiano non è stato l’inizio di stagione migliore, favorito da una monoposto – l’Alpine – che anche il più esperto Gasly ha iniziato a “capire” solamente in Bahrain. Oltre all’aspetto sportivo, sul rendimento di Doohan pesa il rischio di poter perdere il sedile in favore di Franco Colapinto. Il profilo dell’argentino è gradito a Flavio Briatore, consulente del team, e anche la sua dote economica in termini di sponsor stuzzica la scuderia francese ad offrigli un ruolo da titolare. Guardando al confronto interno con Gasly, il ritiro del francese a Jeddah ha permesso a Doohan di ottenere il primo piazzamento davanti al compagno dell’intera stagione. Per il resto, solamente in casa Red Bull si sono visti distacchi più importanti. Ad aggravare il bilancio dell’australiano sono sicuramente le difficoltà mostrate in qualifica, specie nella fase di preparazione degli pneumatici. In tal senso, un piccolo miglioramento è emerso in Arabia, dove il distacco rimediato in Q1 da Gasly è stato più contenuto del previsto (anche se poi il francese ha ugualmente portato la monoposto in Q3). La partenza nelle ultime posizioni della griglia impedisce, poi, al rookie australiano di mostrare il proprio potenziale anche in gara, dove il confronto con il compagno in termini di distacco è comunque più contenuto rispetto al sabato.
Bortoleto: difficoltà dopo un inizio positivo, ma il confronto con Hulkenberg è pesante
Dopo un’inizio positivo tra Melbourne e Shanghai, il vincitore del mondiale 2024 di Formula 2 pare aver subito la tripletta Suzuka-Sakhir-Jeddah, con un Hulkenberg costantemente davanti in qualifica come in gara. Confronto complicato quello con il tedesco, che prosegue in un buono stato di forma dopo l’ottimo finale di stagione dello scorso anno con la Haas. Sicuramente le attuali prestazioni della C45 non sono d’aiuto per il rookie brasiliano, che ha più volte lamentato difficoltà nel seguire da vicino le monoposto che lo precedono: “non riesco nemmeno a tenere il casco dritto, è davvero difficile“.
Hadjar: dopo l’inizio difficoltoso, pronto il riscatto
La “nuova” coppia della Racing Bulls, ricomposta dopo la promozione di Tsunoda in Red Bull, presenta un raffronto molto ravvicinato tra il rookie Isack Hadjar e Liam Lawson, Proprio il franco-algerino è arrivato in F1 con più di qualche voce scettica sul suo conto, specie a seguito della sconfitta nel mondiale F2 del 2024. Ad alimentare i dubbi ci aveva pensato poi Helmut Marko, molto critico dopo che il classe 2004 aveva lasciato il paddock di Melbourne in lacrime dopo il prematuro ritiro durante il giro di formazione.
Archiviato il debutto da incubo, Hadjar ha messo in mostra un ottimo piede, senza subire il confronto con il più esperto Tsunoda. Il francese si è dimostrato fin da subito rapido in qualifica, riuscendo poi a concretizzare il risultato anche in gara a Suzuka. Con il ritorno di Lawson, Hadjar ha proseguito nel suo stato di forma positivo, chiudendo a punti anche in Arabia Saudita.
A favorire il rapido adattamento di Isack hanno sicuramente contribuito le caratteristiche della VCARB-02, monoposto ben bilanciata e spesso semplice da guidare. Resta da capire se l’assenza di un pilota esperto come Tsunoda possa alla lunga frenare la rincorsa al ruolo di regina del midfiled per la scuderia di Faenza.
Bearman il “non rookie”: sorprende in Haas e Ferrari sorride
Oliver Bearman è sicuramente il più esperto tra gli esordienti in analisi, avendo già disputato tre GP lo scorso anno tra Ferrari ed Haas, eppure l’inglese, alla sua prima stagione da titolare, sta andando anche oltre quanto era lecito aspettarsi da un 19enne con qualche GP in saccoccia. A stupire è soprattutto il confronto con l’esperto Esteban Ocon. Su circuiti veloci, come Suzuka e Jeddah, Bearman si è dimostrato costantemente più rapido del compagno, in qualifica come in gara, dimostrando una certa predilezione per questa tipologia di impianti. Anche in termini di gestione pneumatici, una delle chiavi dell’attuale generazione di F1, archiviato l’esordio da incubo in Australia, Bearman ha dimostrato una buona maturità, girando su tempi molto vicini a quelli del compagno persino su tracciati come quello di Shanghai, dove non aveva mai corso. E la Ferrari, che non ha mai smesso di tenerlo d’occhio, sorride.
Antonelli: progressi ad alta velocità e il confronto con Russell è positivo
Chiude la classifica Andrea Kimi Antonelli. Il bolognese dopo soli cinque GP è sesto nella graduatoria piloti, davanti persino a Lewis Hamilton. Al netto dei buoni punti conquistati (38), a stupire è la velocità con cui il 18enne della Stella si è adattato ad una monoposto di F1. Certo, per lui Mercedes aveva predisposto un intenso programma di test, ma la rapidità di apprendimento di Kimi è stata notevole.
Guardando al confronto con il compagno, le eccellenti prestazioni di Russell rendono ancor più merito ai risultati di Antonelli, che in Arabia ha chiuso sesto proprio alle spalle dell’inglese. Nei primi GP Kimi ha faticato nella gestione degli pneumatici durante la qualifica: escludendo l’errore di Melbourne, comunque favorito da circostanze complicate in pista, il classe 2006 ha iniziato a “capire” le gomme Pirelli solamente in Bahrain, dove ha fermato il cronometro a poco più di due decimi dal compagno nel sabato di Sakhir.
Analizzando la prestazione in gara, i rapidi progressi di Antonelli sono ancor più evidenti, visto che in Giappone come a Jeddah ha mantenuto un passo sostanzialmente a livello di Russell. Ciò evidenzia anche una possibile preferenza del pilota italiano verso i circuiti veloci, come per l’appunto quello arabo, rispetto a quelli più lenti, come Shanghai o Bahrain, dove ha faticato rispetto al compagno.