Ferrari: gap da McLaren troppo grande per essere vero, ecco da dove nasce

Paolo D’Alessandro, Andrea Vergani, Giuliano Duchessa
15/03/2025

Dopo un inizio promettente, la Ferrari ha certamente deluso le aspettative nelle Qualifiche dell’Australia, con una settima e ottava posizione a quasi 7 decimi dalle McLaren di Norris e Piastri; un risultato che si potrebbe definire fin troppo brutto per essere vero, rispetto a un venerdì che aveva visto comunque una Ferrari più della partita. La SF-25 infatti si era mostrata fino alle seconde libere come una monoposto con del potenziale, con un anteriore preciso ottenuto dall’aver trovato un buon bilanciamento sin dai primi giri del venerdì per l’Albert Park. In Q3 tutto ciò però non si è visto, anzi. I piloti si sono lamentati di una vettura quasi opposta rispetto a ieri nel bilanciamento. In tutto ciò McLaren ha fatto scoppiare il suo massimo potenziale con l’ultimo giro del Q3, respingendo l’assalto di Max Verstappen e George Russell, mettendo le due MCL39 in prima fila.

Ferrari non ha fatto lo step: SF-25 con drag e fuori finestra operativa. Ecco perché dei problemi di Leclerc ed Hamilton

Com’è già noto queste monoposto ad effetto suolo, abbinate alle attuali gomme Pirelli, sono molto delicate e possono cambiare il loro comportamento per una diversa raffica di vento o pochissimi gradi di differenza dell’asfalto. La SF-25 in Australia ha scoperto di avere una finestra di utilizzo, per il momento, più ristretta del previsto. Una vettura tornata difficile nell’interpretazione alla guida  causata principalmente da alcune scelte che sono state fatte tra il Venerdì e il Sabato, che non hanno portato al classico step che ci si attende dalle squadre. Charles Leclerc si è espresso in maniera molto enigmatica: “Dovevamo sacrificare un po’ di prestazione. Sappiamo cos’è successo, ma non voglio dirlo”. Quello che si è visto in pista è che la SF-25 ben composta del venerdì è sparita al sabato, al momento della ricerca del tutto per tutto in termini di prestazione sul giro secco. Durante le terze libere il monegasco è arrivato a lamentarsi di sovrasterzo dovuto al solito posteriore ancora poco solido,  che rendeva molto difficile la ricerca della perfomance nel terzo settore. Con gli interventi al setup il tutto si è tramutato poi in un cronico sottosterzo in Qualifica, in maniera non dissimile a film già visti lo scorso anno con la vettura 2024. Insomma, un range operativo della vettura sostanzialmente perso al sabato. Nessuno dei due piloti ha messo insieme il giro perfetto: Lewis Hamilton ha lasciato sul tavolo un mezzo secondo abbondante e Charles Leclerc non ha chiuso il secondo tentativo dove la pista stava migliorando. A rendere più difficile questo ultimo tentativo un outlap non ottimale da parte di entrambi i piloti, sempre impegnati a rispettare quel sottile equilibrio tra preparare le gomme, passare dal via prima della bandiera s scacchi e approfittare della pista nelle migliori condizioni possibili. Tra i due piloti non si evidenziano particolari differenze in termini di setup, anche se Leclerc ha un leggero vantaggio in top speed (circa 4km/h) che come avviene in McLaren, può suggerire un carico leggermente inferiori tra i due piloti, col monegasco leggermente più scarico. Le perdite maggiori Ferrari nei confronti di McLaren si sono avute in curva 4 (inserimento secco in una curva veloce a sinistra) e nella 13 e 14, dove il gap accusato è stato di quasi 3 decimi.

In questi due tratti, specialmente l’ultimo, è il sottosterzo a fare da padrone, con la macchina che porta i due piloti a fare più metri e poi non essere nella traiettoria ideale in trazione. A tutto questo, si aggiunge la perdita nei rettilinei per la scelta di questo setup un po’ più carico. La SF-25 ha pagato in media da McLaren dai 5 ai 6 km/h, in virtù di un beam wing più in ottica pioggia rispetto ai payapa. Mercedes e Red Bull hanno puntato invece su un’ala posteriore di un gradino più scarica che sull’asciutto ha sicuramente aiutato in qualifica. Da quello che sappiamo in Ferrari avevano due opzioni di setup, con il team che ha puntato sulla scelta più da condizioni full wet (piano B). Una scelta più “drastica” nelle condizioni di ammorbidire la macchina e aumentare le altezze da terra, rispetto ad una scelta inizialmente più di compromesso fra qualifica e gara. E’ evidente che in Ferrari sono stati colti in contropiede da altri fattori legati al bilancio, che hanno complicato la qualifica più brutta del possibile potenziale che la SF-25 avrebbe potuto mettere in pratica. Le ottime perfomance di Yuki Tsunoda ed Alexander Albon hanno peggiorato quadro complessivo.

La McLaren MCL39 si conferma la più completa: Red Bull spicca in efficienza, Mercedes non ha un suo punto forte

Dove McLaren ha costruito il suo vantaggio? Ovunque! Analizzando le prestazioni della MCL39 nei confronti dei rivali quello che si evince è che solamente Red Bull riesce a spiccare nei suoi confronti in alcuni fondamentali, ossia sul rettilineo. Specialmente a DRS la RB21 si è confermata, come per tutto il weekend, la più veloce in assoluto e lì riusciva a recuperare terreno ed accorciare il gap con la MCL39. Max Verstappen poteva godere di +6km/h nei confronti del duo McLaren, anche se la scelta di una configurazione piuttosto scarica ha penalizzato l’olandese anche sul dritto. Verstappen infatti ha fatto fatica a mettere a terra tutta la potenza di cui dispone la sua monoposto, con una trazione deficitaria che ha poi penalizzato anche le velocità in allungo, specialmente nei tratti superiori ai 250km/h. Il vantaggio principale poi rispetto alla vettura di Milton Keynes si crea nei tratti medio-lenti, dove la RB21 come anno scorso ancora accusa un gap importante dai concorrenti. Nel confronto con Mercedes invece la W16 ha confermato le buone impressioni avute durante i test con una base buona di partenza, ma perdendo un po’ ovunque rispetto alla MCL39, specialmente nell’ultimo settore dove serve un anteriore molto reattivo, ma anche arrivare con le gomme posteriori in ottime condizioni, cosa che a Mercedes sembra riuscire in modo un po’ più complicato rispetto agli altri top team.

Se McLaren ha dominato il finale delle Qualifiche, non lasciando che le ‘briciole’ ai rivali; la pole position poteva essere un affare a due dove tra Oscar Piastri e Lando Norris si sono viste alcune peculiari differenze. Tra i due sembrano esserci delle piccole differenze di setup che hanno portato il pilota inglese a guadagnare costantemente qualcosa in rettilineo, mentre l’australiano era più incisivo nelle curve veloci. Entrambi hanno guadagnato un decimo sull’altro in questi due fondamentali, andando sostanzialmente ad equivalersi al termine del giro. La differenza finale è tutta nell’approccio ed esecuzione di curva 1 dove Lando Norris passa con circa 9km/h in più di velocità e guadagna 1 decimo sul suo compagno di squadra, portandosi questo vantaggio sostanzialmente fino al termine del giro. Da sottolineare che, come visto in Qualifica e come detto dai piloti, la MCL39 si è confermata veloce, ma non una vettura da cui è semplice estrapolare il potenziale. Infatti, il giro prima era in lotta con gli altri, all’ultimo tentativo ha mostrato tutto ciò che aveva a disposizione, ponendo fine alle speranze di Verstappen e Russell di lottare per la pole position. In vista di domani però, viste anche l’incognita sul setup e sul meteo, è ancora tutto aperto.

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