Per la Ferrari non è stato senz’altro il primo quarto di stagione che si pronosticava e auspicava alla vigilia dell’inizio del mondiale. La figura che più si è dovuta trovare a fare i conti con al realtà è stato Lewis Hamilton, che questo weekend a Imola disputa la sua prima gara in Italia vestito di rosso. Il sette volte campione del mondo ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport in cui ha tracciato il bilancio dei suoi primi mesi in Ferrari. Sebbene i risultati ottenuti finora non lascino spazio a troppi punti interrogativi, Hamilton non ha descritto il progetto SF-25 come fallimentare, sottolineando invece come si tratti di una vettura dalla ristretta finestra di utilizzo, che nelle giuste condizioni può comunque restituire riscontri positivi.
Hamilton: “un inizio da montagne russe, ma devo imparare ad essere più gentile con me stesso”
Alla vigilia del settimo GP del 2025, Lewis Hamilton occupa la settima posizione nel mondiale con 41 punti, meno di un terzo rispetto al leader della McLaren Oscar Piastri. Guardando a quelle che erano le prospettive tracciate in inverno, non è la fotografia che la Scuderia e i tifosi si sarebbero aspettati di fronteggiare. Un aspetto di ulteriore difficoltà per il britannico lo ha ricoperto la serie di ‘prime volte’ che ha dovuto sperimentare dopo il cambio di casacca. “È stato come un viaggio sulle montagne russe,” ha dichiarato il sette volte iridato ai microfoni di Sky Sport. “Direi che è stata la prima metà di stagione più impegnativa che abbia mai avuto. La pressione era la più alta, così come le aspettative da parte di tutti e di me stesso. La realtà è che non siamo ancora in lotta per il campionato in termini di passo, ma la strada è ancora molto lunga, per cui magari riusciremo a ridurre il divario. Anche quando ci si rende conto di questo la pressione resta comunque molto intensa perché la Ferrari è un marchio prestigioso.”
Nel Circus della F1 Hamilton è sempre stato riconosciuto per essere molto duro anche con sé stesso. Un atteggiamento che ha raccontato come in questo momento della carriera vada anche osservato dall’esterno a bocce ferme e, dal canto suo, non possa trascurare quanto di buono ha ottenuto in passato. “Sono in una fase della vita in cui devo essere un po’ più gentile con me stesso. Devo ricordarmi che ho già vinto tanti campionati e tantissime gare. Quando sei tanto sul pezzo ti dimentichi di queste cose, però sto lavorando davvero tanto e la strada è molto lunga. Anche nel mio primo anno in Mercedes i primi sei mesi furono molto duri, ma qui è diverso perché siamo alla Ferrari…”
Sulle prime difficoltà: “la finestra operativa è molto stretta, ho provato molte cose più avanti rispetto agli altri”
Il connubio fra una monoposto di difficile interpretazione e l’ingresso in un nuovo team hanno reso finora il percorso di Hamilton più frastagliato. “La finestra operativa è molto stretta su questa vettura. Quando ho cominciato a gennaio ho provato la macchina 2023 e la 2024, ora quella del 2025 e ci sono parecchie cose differenti. Quando sono arrivato in Cina, per esempio, era la prima volta che ho guidato con la gomma C2, mentre tutti gli altri piloti lo avevano fatto al test ad Abu Dhabi o ai test in Bahrain. In quel caso avevamo avuto un problema e non avevamo potuto provare le simulazioni gara.” La prima e unica bella soddisfazione in Ferrari è arrivata proprio a Shanghai, quando ha messo in pista tutta la sua esperienza per conquistare la vittoria nella gara Sprint. “La direzione verso la quale ho spinto la macchina e l’assetto funzionavano bene in Cina, ma poi abbiamo dovuto fare qualche passo indietro su alcuni aspetti e non siamo più riusciti a ad arrivare a quel livello. Charles ha seguito un’altra strada nell’assetto della macchina che ha funzionato in gran parte dei circuiti e abbiamo scoperto che nel corso del weekend la macchina cambia di sessione in sessione, per cui stiamo cercando di trovare un modo per renderla più costante.”
Sul deficit della SF-25: “avere un posteriore stabile è un aspetto chiave, ce l’ho sempre avuto quando ho vinto”
Ma cosa manca alla SF-25? “Tutti i piloti vogliono più posteriore. Più posteriore hai, più vai veloce, ma la vettura deve anche curvare. Ma avere un posteriore solido e sapere come sfruttarlo è un aspetto chiave. In tutti gli anni in cui ho vinto ho sempre avuto un posteriore stabile ed è su quello che dobbiamo lavorare guardando al futuro.” Con l’inizio della stagione europea uno dei temi che tengono maggiormente banco nel paddock della F1 è quello legato agli sviluppi, ma da questo punto di vista Lewis Hamilton non ha voluto sbilanciarsi troppo in merito al programma in casa Ferrari. “Al momento non ci sono programmi riguardo alle sospensioni posteriori, ci sono tante voci ma è tutto lavoro che viene svolto a porte chiuse. Penso che abbiamo una macchina buona quando riusciamo a mettere tutto insieme, quando riusciamo ad estrarre il massimo dalle gomme, dal fondo e noi piloti ci sentiamo a nostro agio. Ci sono varie aree in cui non siamo molto forti al momento e dobbiamo migliorare. Il potenziale c’è, però riuscire ad attingere a questo potenziale ogni weekend è molto molto difficile.”
Il ferrarista ha quindi speso qualche parola anche sull’aspetto della correlazione dati, sottolineando come in casa Ferrari non ci sia un deficit in termini di simulazioni, ma che si tratta di un processo in continua evoluzione. “Penso di essere stato uno dei primi piloti a guidare su un vero simulatore ai tempi della McLaren, perché sono stati i primi a farlo nel 1997. Da allora ho sempre guidato ed è un ‘bersaglio mobile’, perché non è mai perfetto. Noi abbiamo un simulatore grandioso, però da quando sono arrivato ho suggerito pagine di cose che è necessario migliorare.” Sul tema ha però rassicurato: “negli anni sono stato in alcuni team in cui non c’era una buona correlazione, mentre in quest’area in Ferrari siamo molto molto avanti e quando proviamo qualcosa in galleria del vento di solito funziona.”
Sui regolamenti 2026: “Non credo che la direzione sia quella giusta”
Guardando al futuro, Lewis Hamilton non si è tirato indietro dal manifestare il suo scetticismo verso i nuovi regolamenti 2026. “Credo che la direzione che è stata intrapresa non sia quella giusta. Saremo più lenti e anche se credo che le monoposto saranno più leggere, questa generazione di vetture è la più pesante fra tutte quelle abbiamo corso. Poi manca il sound, che per me è tutto, è la cosa di cui mi sono innamorato da ragazzino. Credo che la direzione sia buona in termini di sostenibilità, ma non si può negare il fatto che il suono non sia più lo stesso.” In merito alle peculiarità tecniche delle monoposto che debutteranno il prossimo anno ha infine aggiunto: “ci saranno le appendici mobili all’anteriore e al posteriore e magari sarà anche fantastico, non lo so… Però se così non fosse dovremmo ricominciare da zero e capire quale direzione prendere.”