Dopo la sosta estiva, lo scenario relativo alla lotta per il mondiale Piloti è radicalmente cambiato più volte. Il GP Olanda di fine agosto aveva mandato in orbita le quotazioni di Oscar Piastri, complice il contemporaneo ritiro di Lando Norris e un Max Verstappen lontanissimo in classifica generale. Già dal weekend successivo, però, qualcosa è cambiato: il quattro volte iridato ha vinto il GP Italia in maniera autoritaria, mentre i piloti McLaren sono stati protagonisti di un discusso ordine di scuderia. Da quel momento Piastri non ha più performato come ci aveva abituati, commettendo numerosi errori che hanno permesso al compagno di squadra di tornare in testa al Mondiale e all’olandese di rifarsi sotto. Un tracollo inaspettato quello dell’australiano, apparso fino a fine agosto glaciale nonostante l’esperienza ancora relativa nel Circus. E proprio Piastri ha raccontato a fondo questi ultimi due mesi difficili nell’ultima puntata di Beyond The Grid, il podcast ufficiale della F1, di cui vi riportiamo i passaggi più interessanti.
Piastri: “A Baku le cose non funzionavano, stavo esagerando…”
L’episodio che rischia di rappresentare il punto di svolta, in negativo, della stagione di Piastri è quello relativo al discusso ordine di scuderia imposto dalla McLaren a Monza, dopo che Norris era stato protagonista suo malgrado di un pit stop lento che gli era costato la posizione sul compagno di squadra.
La richiesta del muretto di restituire la seconda piazza al britannico ha avuto degli strascichi psicologici per Piastri che successivamente è incappato in un weekend disastroso in Azerbaijan, concluso con un incidente nel primo giro di gara: “Prima di Baku c’è stata Monza, che non ho ritenuto un weekend particolarmente positivo per la mia prestazione, e poi ovviamente è successo quello che è successo con i pit stop. Ma poi anche a Baku, il venerdì è stato difficile, le cose non funzionavano, stavo esagerando, non ero molto contento di come stavo guidando e alla fine probabilmente ho cercato di rimediare un po’ sabato. Penso che ci siano state alcune cose nella fase preparatoria, diciamo, che forse non sono state le più utili, e poi sono successi degli episodi durante il weekend“.
Drama on the first lap! 😵
Here’s Piastri heading into the wall and out of the race ❌#F1 #AzerbaijanGP pic.twitter.com/SN9cCVjSGL
— Formula 1 (@F1) September 21, 2025
A riguardo, Piastri ha poi specificato: “Abbiamo avuto un problema al motore nelle FP1 che ha un po’ destabilizzato le cose, e poi non stavo guidando molto bene. Quel fine settimana usavamo le gomme C6 (la nuova mescola più morbida della gamma Pirelli, ndr), notoriamente difficili da gestire. Ci sono state un sacco di piccole cose che alla fine hanno contribuito“.
Il peggior weekend della carriera, eppure utile
Parlando ancora di Baku, Piastri non ha negato di aver vissuto in quel fine settimana il punto più basso della sua carriera, non solo in F1: “Ovviamente, è stato un weekend piuttosto terribile, ma credo di aver tratto una quantità di insegnamenti, dal punto di vista tecnico ed emotivo. Non ci sono giri di parole, è stato il peggior weekend che abbia mai avuto nelle corse, ma probabilmente il più utile per certi versi“.

Per cercare di metabolizzare quella delusione, Piastri ha guardato anche a quanto accaduto ad altri campioni nel corso della loro carriera: “Quando si inizia a guardare le cose in questo modo, di solito è molto d’aiuto. Se si considerano alcuni dei nomi che hanno avuto weekend piuttosto scioccanti, o gare o momenti quasi incredibili nella loro carriera in cui le cose sono andate male, si nota che capita a chiunque. Non c’è una persona nel mondo delle corse che non abbia una storia disastrosa su come un weekend sia andato storto. Guardare le cose da questa prospettiva aiuta molto, ma bisogna comunque trarre una lezione da un weekend come quello“.
L’aiuto di Webber e Stallard
Parlando del momento difficile che sta attraversando, Piastri non ha mancato di sottolineare il ruolo importante coperto in particolare da due persone. La prima è Mark Webber: connazionale, suo manager ma soprattutto ex pilota di F1 che di fine settimana amari da buttare giù ne ha vissuti diversi, in particolare durante la lunga permanenza in Red Bull.
Piastri ha detto: “Immagino che abbia dovuto affrontare una lotta simile nella sua carriera. E ovviamente, per lui, purtroppo non è andata come voleva. Ma le lezioni che ha imparato da quella esperienza e le cose che pensava fossero andate bene, le cose che avrebbe voluto fare diversamente, sono cose che può trasmettermi prima di doverle provare io stesso, il che a volte è inestimabile“.

L’altra persona di grande importanza per Piastri è il suo ingegnere di pista Tom Stallard. Prima della carriera in F1, il britannico è stato un atleta di altissimo livello, vincendo una medaglia d’argento nel canottaggio alle Olimpiadi di Pechino 2008: “Direi che la pressione che Tom ha avuto nella sua carriera olimpica, o quella di qualsiasi altro olimpionico, è per me l’epitome della pressione sportiva. Hai una possibilità ogni quattro anni di far accadere qualcosa. Faccio fatica a pensare a una situazione di pressione più forte di questa nello sport. Anche solo l’esperienza è sicuramente utile e che me la trasmetta direttamente o indirettamente, è una cosa importante“.
Parlando di Stallard, Piastri ha concluso questa lunga analisi introspettiva sottolineando l’importanza della squadra nel conseguimento di certi risultati: “Un’altra cosa importante che ho imparato è che non dipende solo da me. Non posso vincere questo campionato da solo. Ho bisogno della squadra intorno a me e non è una situazione di pressione solo per me. È una situazione di grande pressione per tutti gli ingegneri che mi circondano, i meccanici, tutti quanti. È dura per tutti. Stiamo tutti lottando per il campionato. Quindi penso che ciò che Tom può apportare non solo a me, ma anche a chi ci circonda, sia davvero importante“.



