Nel weekend Kimi Antonelli vivrà il gran premio per lui più emozionante della stagione. Si corre infatti a Imola, a pochi chilometri dalla sua Bologna, in quello che sarà anche il suo esordio in un fine settimana ufficiale di F1 in Europa. I riflettori saranno ancora più puntati sul giovane talento italiano, reduce da un weekend dove si è messo in gran luce realizzando la pole position nella Sprint Qualifying del GP Miami. Prima di raggiungere il circuito che sorge sulle rive del Santerno, il pilota della Mercedes ha fatto tappa a Santena (Torino), dove sorge il Centro Globale di Ricerca e Tecnologia di Petronas, sponsor e partner tecnico della scuderia guidata da Toto Wolff. Qui ha incontrato i dipendenti e la stampa specializzata, rilasciando alcune interessanti dichiarazioni.
Antonelli: il passaggio dai test alla sessioni ufficiali e l’aiuto della W16
Lo scorso anno, la Mercedes aveva organizzato diverse sessioni di test privati per abituare Antonelli alla guida su pista di una monoposto di F1, ancora prima che il team sciogliesse le riserve scegliendo il giovane italiano come erede del sedile lasciato libero da Lewis Hamilton. Queste giornate di prova hanno aiutato Kimi ad approcciare la stagione 2025 con un buon background, anche se non sono mancati gli aspetti tutti da scoprire.
Abbiamo chiesto al non ancora 19enne quanto sono stati di aiuto i test svolti nel corso del 2024: “Sicuramente aver fatto tutti quei test ha aiutato, però quando sono salito sulla macchina vera è stato molto diverso rispetto a quello che avevo sperimentato – ha sottolineato Antonelli – Parto solo dal fatto delle gomme: ovviamente quelle dei test non hanno niente a che fare con quelle da gara, funzionano in modo completamente diverso. Ad esempio riguardo il loro warm up, con cui ho fatto molta fatica all’inizio di quest’anno: l’anno scorso non me ne dovevo preoccupare più di tanto perché la gomma comunque aveva un range di lavoro molto più basso rispetto alla gomma da gara e quindi non richiedeva alcun tipo di preparazione specifica. Quest’anno, soprattutto in piste dove c’era l’asfalto nuovo, ho fatto un po’ fatica perché ho dovuto adattarmi molto e anche cambiare un po’ la mentalità su come approcciare il warmup“.
Tra gli aspetti in cui i test si sono rilevati importanti ci sono alcuni automatismi come la conoscenza dei comandi sul volante: “I test comunque mi hanno aiutato tantissimo, sono riuscito a a prendere le misure della macchina e a imparare tutte le procedure che sono molto complicate e soprattutto a schiacciare i bottoni mentre guidi. Ci vuole un po’ di tempo, perché soprattutto in F1 alla fine viaggi a una velocità talmente alta che fai tantissimi metri in pochissimi secondi. Quindi è veramente importante sapere a memoria dove sono posizionati i bottoni, in modo tale che riesci a fare i cambiamenti senza perdere troppo tempo“.
Altro aspetto che richiede molto allenamento e che è stato affinato durante i test sono i pit stop: “Sicuramente anche per i pit stop i test hanno aiutato, ad esempio nel riuscire ad attaccare bene la pit lane senza senza superare il limite di velocità in entrata e poi anche fermarsi bene nella piazzola – ha spiegato Antonelli – Devo dire le prime volte fa quasi paura, perché quando arrivi a 80 km/h e devi entrare in questo canale stretto con tutti i meccanici attorno pensi ‘Cavolo, se sbaglio rischio di fare un un disastro’“.
Tra conoscenze già affinate e novità scoperte nelle prime sessioni ufficiali del 2025, Antonelli ha trovato nella Mercedes W16 una valida alleata: “Dunque ci sono tante cose su cui i test hanno aiutato e altre che ho dovuto imparare salendo sull’auto nuova. Devo dire che comunque con la macchina di quest’anno mi sono trovato bene. Alla fine Mercedes ha fatto un bel lavoro, perché la macchina è stabile e questo permette di acquistare confidenza con essa e di poter spingere“.
F1 2026: come il nuovo regolamento cambierà lo stile di guida
In precedenza, incontrando il personale di Petronas, Antonelli ha espresso alcune considerazioni interessanti riguardo quello che ci attenderà l’anno prossimo, quando esordirà il nuovo regolamento tecnico che andrà a coinvolgere sia il motore sia l’aerodinamica.
Le nuove power unit vedranno un rapporto quasi alla pari tra motore termico ed elettrico e questo porterà a delle notevoli differenze nelle prestazioni delle monoposto: “Avremo molta più potenza da parte dell’elettrico, però a stessa capacità della batteria. Vedendo anche delle simulazioni, abbiamo notato il grafico e la batteria passerà dalla piena carica a niente in un rettilineo e quindi questo vorrà dire che su circuiti come Monza l’elettrico potrebbe finire prestissimo, ritrovandoti solo con i 500 cavalli dell’endotermico. Questo vuol dire che la macchina rallenterà il rettilineo, però abbiamo visto che anche noi come piloti possiamo fare un sacco di differenza su come gestire la batteria. Soprattutto dove ci sono curve una dopo l’altra dovremo anche non andare in pieno sull’acceleratore per salvare più batteria ed averne di più per il rettilineo. È molto complicato, tanto che anche la FIA sta continuando ad applicare modifiche perché si sono accorti che non è il migliore dei regolamenti. Sicuramente non sappiamo ancora come sarà alla fine, però noi piloti abbiamo già visto che con la guida possiamo fare veramente tanta differenza“.
Oltre alle importanti novità legate al motore, anche l’aerodinamica comporterà dei cambiamenti importanti: “Alla fine la macchina in sé e ritornerà un po’ com’era prima di di questo regolamento, quindi non sarà più ad effetto suolo, ritornerà al fondo piatto. E quindi diciamo che sarà un po’ più vecchio stile. Devo dire che la macchina in sé sarà divertente da guidare, l’unico problema è che con questo questo fattore della batteria ci saranno più cose da tenere in considerazione. Sicuramente avrai molta più spinta inizialmente, di fatto raggiungeremo le top speed molto prima rispetto ad ora. A Monza abbiamo fatto delle simulazioni e la top speed sarà probabilmente subito dopo la linea del traguardo. Quindi sarà veramente diverso e infatti come team stavamo pensando di portare un simulatore in pista, ovviamente di quelli piccoli, non quelli che usiamo in fabbrica, in modo tale che anche noi mentalmente ci possiamo preparare, perché servirà uno stile di guida completamente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati adesso“.