Tra poco più di una settimana partirà ufficialmente la stagione 2025 di F1 con il GP d’Australia (ore 5 italiane). La McLaren arriverà a Melbourne con i favori del pronostico, per quanto mostrato in Bahrain, ma sono tante le incognite che stanno rendendo ancora più interessante questa attesa che sta portando verso il primo appuntamento stagionale. Tuttavia, il lavoro della varie squadre non è solamente concentrato sul preparare l’inizio di stagione ma anche quello di sgrossare i progetti 2026, quando avverrà uno dei cambiamenti più importanti nella storia della F1, sia in termini telaistici, con l’aerodinamica ‘attiva’, che dal punto di vista elettronico (lato gestione motore).
Problema Pirelli: le vetture 2026 sono impossibili da simulare in pista
Il lavoro della varie squadre è certamente quello più chiacchierato ma c’è anche quello dei fornitori che devono farsi trovare pronti con prodotti piuttosto diversi dagli attuali. Parlando di Pirelli, gli pneumatici del prossimo anno saranno completamente diversi non solo come dimensioni, più stretti, ma anche come costruzione e mescole. In Bahrain è andata in scena una due giorni di test con Williams e Alpine impegnate a sviluppare gli pneumatici d’asciutto. La Pirelli si è concentrata sia nello sperimentare diverse costruzioni utilizzando sempre la stessa mescola, che cambiando mescola, dalla C1 alla C3, ma impiegando una costruzione base che permettesse di avere dati uniformi tra i vari prototipi.

Il primo obiettivo di Pirelli sarà quello di fissare la costruzione degli pneumatici di nuova generazione, per poi lavorare più intensamente sulle mescole, ma non senza importanti problemi. “Simulare le vetture 2026 è impossibile” ha infatti affermato Mario Isola. Le mule car concesse dalle varie squadre sono un qualcosa di totalmente lontano dalle vetture ‘agili’ di prossima generazione, principalmente perché l’aerodinamica sarà molto diversa, con il doppio DRS non simulabile, così anche le power unit oltre che il peso. Le vetture 2026 si prevede potranno avere un carico aerodinamico di circa il 20% in meno delle attuali, in virtù di un fondo che ritornerà meno preponderante nel carico totale generato, nonostante le vetture saranno più leggere e agili. Per questo le mule car utilizzano ali progettate per piste veloci come Monza su auto che girano a Barcellona, pista che in condizioni normali sarebbe da alto o medio alto carico aerodinamico. Per quanto riguarda il peso, la Pirelli insieme ai team stanno lavorando molto sul carico di carburante nei test, mai superiore ai 70 kg imbarcati, per avvicinarsi al peso che avranno le nuove monoposto in condizioni di gara.
Formula gomme: la Mercedes era d’accordo sul rimanere alle gomme 2025 ma gli avversari non lo hanno voluto per non dargli un vantaggio?
Non sorprendono quindi le parole piuttosto negative di George Russell, uno dei piloti che ha già messo alla prova gli pneumatici 2026. “Guidare con gli pneumatici 2026 è stata una sfida. Sono molto peggio se confrontati con gli pneumatici più larghi che abbiamo attualmente” ha affermato Russell in Bahrain. Il problema principale che è emerso sui primi prototipi testati è il forte surriscaldamento. La Pirelli ha confermato ciò, con il fastidioso fenomeno che è molto legato alle nuove misure degli pneumatici (più stretti), ma è anche stata chiara che gli attuali prototipi sono le prime iterazioni di uno sviluppo che dovrà contare ancora di almeno 8 intensi mesi di lavoro.

Una alternativa che è stata proposta dalla Pirelli stessa ai team è stata quella di continuare con gli pneumatici di questa stagione, quindi più larghi e conosciuti. “Abbiamo parlato con i team e gli abbiamo proposto di restare alle attuali dimensioni di pneumatici” ha fatto sapere Mario Isola. Un’alternativa scartata dalle squadre, seppur non ci sia stata una votazione vera e propria, con Pirelli che quindi continuerà a sviluppare gli pneumatici più stretti per il 2026. E’ curioso far notare che la Mercedes era favorevole a questo importante cambiamento, tuttavia, c’è un retroscena molto interessante che riguarda il mancato supporto degli altri top team alla squadra anglo-tedesca. Si crede infatti che le altre squadre non abbiano appoggiato l’idea di Pirelli per non dare un possibile vantaggio a quello che in molti credano possa essere il motorista meglio preparato all’inizio del prossimo cambiamento regolamentare. E’ chiaro che una Formula 1 ancor più dipendente dalle gomme, con le prestazioni di tutte le squadre limitate dal surriscaldamento, renderebbe meno impattante un possibile vantaggio motoristico, viceversa molto più importante con gomme più robuste. Senza dimenticare che c’è la volontà per molte squadre di avere il maggior numero possibile di cambiamenti nel prossimo cambiamento regolamentare per provare a rimescolare completamente l’attuale ordine gerarchico.



