Red Bull furiosa con Norris, ma “bello vedere musi lunghi quando siamo davanti”

Ott 5, 2025

Jacopo Moretti

Senza quella maledetta McLaren”. Deve essere andata abbastanza così nella testa di Max Verstappen, secondo nelle qualifiche di Singapore alle spalle della Mercedes di Russell e decisamente poco solidale verso l’amico Norris, accusato di averlo rallentato sul più bello. Un’azione incomprensibile – ha rincarato la dose Helmut Marko – spero sia perché non ha guardato negli specchietti, non potrei credere l’abbia fatto apposta!”.

VERSTAPPEN NON CI STA “ME NE RICORDERÒ, ERRORE DOVUTO A NORRIS TROPPO LENTO DAVANTI”. L’INGLESE REPLICA: “SI LAMENTA SEMPRE”.

Mettendo da parte qualsiasi teoria di complotto, la rincorsa dell’olandese alla vetta della classifica – e, dunque, alle due McLaren – riparte dal secondo posto nel sabato di Marina Bay. Non male, considerando che Piastri è terzo e Norris addirittura quinto, ma soprattutto un segnale importante per la Red Bull, che vedeva nel tracciato asiatico come una pista poco favorevole alle caratteristiche della RB21. Certo, c’è ancora la gara, eppure pare che, sorprese escluse, il campione del mondo possa ricucire ulteriormente il gap in classifica.

Sono abbastanza arrabbiato – ha spiegato Verstappen analizzando l’episodio con Norris – mi ha rovinato il giro”. Già, perché secondo l’olandese, anche l’errore commesso sul finale del Q3: “è quello che succede quando hai davanti una macchina che va così piano”.

Mi ricorderò di questo episodio – ha poi aggiunto Max, ancora visibilmente innervosito da quanto accaduto in pista – in qualifica si lasciano sempre almeno sei, sette secondi dalla monoposto che ti precede per evitare di essere disturbati. In Q3 ovviamente è impossibile sapere cosa fa la macchina davanti e quanto ti ritrovi vicino spesso se già al limite con la frenata e anche con tutto il resto. Per cui è un errore è normale in queste circostanze. Avevo bisogno di aria pulita, così non è stato e allora ho perso carico aerodinamico e sono finito lungo. Tutto qui”. Non è mancata, comunque, la replica di Lando Norris. “Si lamenta sempre di noi”, ha spiegato l’inglese – pur con una certa dose di ironia – dopo la sessione. Ma pare che a Max questa volta non sia andata giù.

SENZA L’ERRORE IL GIRO DI MAX ERA DA POLE? TSUNODA DELUDE

Resta comunque il fatto che, anche senza l’errore in curva 16, difficilmente Verstappen avrebbe battuto il record della pista segnato da Russell. L’olandese, fino a poco prima dell’errore, non era riuscito a migliorare il suo terzo settore e dunque avrebbe avuto bisogno di percorrere la chicane finale alla perfezione per sperare di superare la Mercedes. Difatti, anche ripetendo il buon terzo intertempo segnato nel primo tentativo del Q3 il campione del mondo si sarebbe fermato a 31 millesimi dal collega inglese.

Penso che la qualifica di Max sia stata molto solida – ha spiegato il Team Principal Laurent Mekies – ci fa piacere vedere qualche muso lungo quando siamo in prima fila e credo che senza quel traffico all’ultima curva saremmo stati molto più vicini a George. È andata così, fa parte delle corse. Non posso dire che saremmo stati sicuramente davanti, ma Max sarebbe stato decisamente vicino”.

Tsunoda (Red Bull)

Una specie di ritorno alla realtà per Yuki Tsunoda che, dopo il buon sesto posto di Baku, torna ad occupare la parte bassa della classifica (il giapponese è solamente 15esimo, ma recupera un paio di posizioni grazie alla squalifica delle Williams per DRS irregolare). Il pilota della Red Bull ha compiuto un solo tentativo nel corso del Q2, perdendo così l’accesso all’ultima fase delle qualifiche. Ma non è tutto. Il giapponese è stato sotto investigazione per aver violato il regime di bandiera gialla dovuto ai problemi riportati dalla Alpine di Pierre Gasly, cavandosela con un No Further Action.

Oggi le qualifiche non sono state la mia sessione, ho avuto davvero difficoltà con l’aderenza in generale e non è migliorata molto dalla Q1 alla Q2. In realtà mi è sembrato che l’aderenza fosse peggiore oggi rispetto alle FP1 e FP2 di ieri, dove non l’ho sentita particolarmente, ed è un peccato perché non credo che dovrebbe essere così difficile. Il lato positivo è che il nostro ritmo è decisamente migliore rispetto a prima di Baku, quindi almeno c’è stato un miglioramento. La mia fiducia è ancora intatta, ma vorrei un po’ più di costanza dalla vettura, oggi mi è sembrato che le gomme non fossero mai davvero a temperatura. Domani è un nuovo giorno e, anche se è un peccato dover partire piuttosto indietro, spero che riusciremo a conquistare dei punti, almeno questo è il mio obiettivo”.

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