McLaren, Brown mantiene le decisioni segrete. Le papaya rules valgono ancora?

Ott 18, 2025

Chiara Scaccabarozzi

La McLaren arriva ad Austin da campione Costruttori. Il titolo non è mai stato in discussione ed è arrivato forse con qualche gara di troppo, visto il ritiro di Piastri a Baku e qualche occasione non sfruttata fino in fondo. A Singapore, però, i due piloti chiudono le pratiche con un terzo e un quarto posto conditi con qualche discussione che si è protratta fino agli Stati Uniti. Norris, infatti, nella prima curva per non entrare in contatto con Verstappen davanti a lui ha toccato Piastri, guadagnando la sua posizione. L’australiano non ha particolarmente gradito la manovra del compagno di squadra e ha chiesto uno swap via radio, commentando “non è stato molto da squadra”, prima di chiedere: “Allora, siamo d’accordo che Lando mi abbia spinto fuori strada?”.

La questione sembrava essersi chiusa a Marina Bay; invece, al Cota si scopre che è tutt’altro che chiusa. Il britannico parla di ripercussioni su di lui fino a fine stagione, ma nessuno intende rivelare quali siano. Intanto, Verstappen partirà dalla pole per la Sprint ad Austin e la sua minaccia per il campionato Piloti è sempre più concreta. Archiviato il titolo Costruttori, ora ci si concentra su quello tra Piastri e Norris, ma in uno scenario in cui l’olandese della Red Bull diventa sempre più competitivo e i due alfieri di Woking sentono sempre di più la pressione, la McLaren favorirà uno dei due o lascerà che le papaya rules dettino legge fino a fine stagione? Il CEO Zak Brown, intervenuto in conferenza stampa al Cota, tenta di spiegare.

IL TITOLO PILOTI E LA MINACCIA VERSTAPPEN

Il campionato Costruttori, e anche quello Piloti, è sempre stata una questione McLaren: a Woking hanno iniziato la stagione sull’onda dei risultati di quella passata, quando con gli aggiornamenti portati a Miami hanno mostrato una superiorità tecnica che gli altri team non sono riusciti a raggiungere. Se l’anno scorso il titolo è stato vinto all’ultima giornata dopo una battaglia con la Ferrari, quest’anno non è mai stato in discussione ed è arrivato con sei gare d’anticipo. I vertici del team hanno sempre detto come la priorità fosse il Costruttori e come il Piloti venisse in secondo piano. Da qui sono nate le famigerate ‘papaya rules’ e ordini di scuderia assenti per il bene del team, che ha sempre preferito portare a casa il risultato evitando ogni possibile scontro. Questa filosofia non cambia nemmeno ora che l’obiettivo è stato raggiunto. Il CEO Zak Brown l’ha affermato in conferenza stampa ad Austin: “È la solita routine. Abbiamo gareggiato duramente con tutti. I nostri due piloti si sono sfidati duramente dall’Australia e questo non è cambiato. È fantastico aver concluso il Campionato Costruttori, ma non cambia affatto il nostro modo di gareggiare.

Festa McLaren 2025

Se sul campionato Costruttori non ci sono mai stati dubbi, quello Piloti è più incerto. Si è sempre creduto che fosse interno alla McLaren con Piastri sempre saldamente al comando e Norris che non ha approfittato delle occasioni a lui presentategli per poter ricucire il gap. Tutti si sono dimenticati però di Verstappen, che pur non avendo una macchina dominante è sempre stato col fiato sul collo ai due papaya. E sistemati alcuni problemi sulla RB21, ora l’olandese va a caccia del titolo. È un’impresa difficile, ma dalla pausa estiva il quattro volte campione del mondo ha conquistato due vittorie su quattro gare e ad Austin partirà in pole nella gara Sprint. Per questo, tutti nel paddock lo temono, compreso Brown: “Max è molto in gioco. Penso che sarebbe un grosso errore pensare che non faccia parte di questo Campionato Piloti in questo momento”.

Vista la foga con cui Verstappen sta risalendo in campionato, è lecito domandarsi se in casa McLaren prenderanno la decisione di favorire un pilota, indicandone uno come primo pilota. Nell’ottica delle papaya rules, infatti, i due alfieri di Woking sono stati trattati in maniera più trasparente possibile, anche con scelte che hanno fatto discutere, come lo swap chiesto a Monza dopo un pit stop lento di Norris. “Stiamo guardando una gara alla volta. Credo che al momento la situazione sia che Max sia troppo vicino per essere tranquilli. Abbiamo visto cosa è successo in Olanda, quanto velocemente le cose possono cambiare. Quindi ci concentriamo solo su questo fine settimana, cercando di far finire i nostri piloti al primo e al secondo posto in gara, e continueremo a valutare gara per gara. Questo è uno sport piuttosto imprevedibile, ma nella nostra situazione attuale daremo a entrambi i piloti pari opportunità di provare a vincere il Campionato Piloti”.

Se si pensa a lotte interne in una squadra per il campionato Piloti non può non venire in mente quella tra Hamilton e Alonso in McLaren nel 2007, quando si sono pareggiati in punti e Raikkonen li ha battuti di misura. È uno spettro che si aggira a Woking? “È così che la McLaren vuole correre. Vogliamo avere due piloti in grado di vincere il campionato. D’altro canto, quando ti ritrovi con uno e due, il campionato costruttori viene compromesso. Quindi è uno sport difficile. Vogliamo che entrambi i piloti abbiano la possibilità di vincere il campionato, e questo comporta un certo rischio, come nel 2007. Ma ne siamo tutti consapevoli e preparati al fatto che questo potrebbe potenzialmente essere un risultato”.

PAPAYA RULES VALGONO ANCORA?

Ritorniamo a Singapore. La vittoria del titolo ha oscurato alcuni dissensi tra i due piloti. Nel tentativo di evitare Verstappen davanti a lui, Norris ha toccato Piastri prendendo poi la sua posizione. La manovra è stata subito criticata via radio dall’australiano, che ha invocato uno swap, mai arrivato. Al termine della gara lo stesso Lando aveva affermato come “chiunque in griglia avrebbe fatto esattamente la stessa cosa che ho fatto io. Quindi penso che se mi biasimi per essere andato all’interno e aver messo la mia macchina all’interno di un grande varco, allora non dovresti essere in Formula 1. Non credo di aver sbagliato nulla”. Arrivato in Texas, però, ha confidato ai media che ci saranno delle ripercussioni per lui dopo quanto accaduto a Marina Bay. Non è chiaro però a cosa si riferisca. In conferenza, nemmeno Zak Brown ha voluto fugare i dubbi: “All’inizio dell’anno abbiamo stabilito come vogliamo gareggiare e come vogliamo farlo tra di noi. Le Papaya Rules, di cui tutti amano parlare, sono praticamente una sola regola: non toccarsi e non buttarsi fuori pista. Quindi è piuttosto semplice, e in un certo senso ha preso vita propria. Vogliamo solo assicurarci che, mentre gareggiano a tutto gas, non si scontrino. Questo li mette a rischio, mette a rischio la squadra.

Come si è detto, la priorità è il campionato Costruttori anche ora che è stato vinto con ampio anticipo. Non solo le regole d’ingaggio, in McLaren hanno programmato anche le conseguenze per quando queste vengono meno: “Durante la pausa estiva, abbiamo concordato con loro come avremmo gestito determinate situazioni. Si è trattato di un incidente piuttosto marginale: l’inizio di un Gran Premio, un momento piuttosto caotico, con la pista umida, quindi chiaramente non era intenzionale. Quindi, abbiamo valutato diverse conseguenze per diverse situazioni. Si è trattato di una situazione piuttosto marginale, quindi è una conseguenza piuttosto marginale”. Quali siano queste conseguenze, però, non è dato saperlo: “Cerchiamo di essere il più trasparenti possibile nel comunicare che sono state intraprese delle azioni. Ma alla fine, siamo a un evento sportivo e non possiamo necessariamente dire tutto a tutti. Non è facile avere due piloti numero uno. Vogliamo che entrambi i piloti competano per il campionato, e questo comporta sfide più difficili rispetto a quelle che si presentano con un pilota numero uno e uno numero due, come abbiamo visto nel corso degli anni. Siamo piloti. Ci piace vederli correre, ma non ci piace vederli scontrarsi.

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