Haas, ecco come la VF-25 funziona per Bearman ma mette in difficoltà Ocon

Nov 14, 2025

Mattia Barzaghi

Gli aggiornamenti introdotti ad Austin da parte della Haas continuano a mostrare segnali convincenti anche a Interlagos, soprattutto nella consistenza sulla lunga distanza. La VF-25 appare più prevedibile e gestibile, qualità che si sono tradotte in un rendimento solido sia in gara sia nella Sprint. L’aspetto più interessante è che questa evoluzione ha prodotto risultati molto diversi tra i due piloti: Oliver Bearman ha saputo sfruttare appieno la piattaforma anche in qualifica, mentre Esteban Ocon ha faticato soprattutto sul giro singolo, pur dimostrando un buon passo nelle due prove competitive.

Analisi: ecco dove Bearman ha fatto la differenza in qualifica ad Interlagos. Ocon in difficoltà con il retrotreno.

La differenza tecnica fra i due si è manifestata principalmente nelle sessioni di qualifica. Nella Sprint Qualifying, Ocon si è fermato in SQ1 senza migliorarsi nel tentativo conclusivo, mentre Bearman è passato con margine, perdendo l’accesso alla SQ3 soltanto per un errore in curva 4 che nel suo primo vero push gli è costato circa due decimi e mezzo, sufficienti a escluderlo dal gruppo di testa. Il britannico nelle interviste ha lamentato di un comportamento strano al differenziale in quella circostanza.

 

Analizzando i migliori giri in SQ1, il distacco di circa otto decimi trova spiegazione chiara nella telemetria: Bearman riusciva ad aprire il gas prima in uscita da curva 3, mentre Ocon era costretto a modulare più volte per contenere un posteriore poco accomodante, perdendo già in questo punto circa due decimi. La tendenza si confermava nella zona medio-veloce, dove Bearman si è sempre mostrato più a suo agio nei curvoni per tutta la stagione, con oltre 15 km/h di velocità minima in più alla 6/7, guadagnando ulteriori 0.15s. Nel tratto più lento – curve 8, 9 e 10 – il vantaggio si ampliava grazie a una trazione più pulita grazie a maggior sacrificio dell’ingresso. Ocon, al contrario, pur mostrando maggior velocità in entrata, finiva per perdere a centrocruva e compromettere la trazione, consentendo a Bearman di guadagnare oltre tre decimi complessivi, circa uno per curva. Da qui si denota la scarsa fiducia del francese nel retrotreno della vettura, soprattutto guardando al delta prestazionale nelle curve di media-alta velocità.

La qualifica del sabato ha sostanzialmente confermato il pattern visto il giorno precedente, anche se il gap complessivo si è ridotto da 0.8s a 0.55s. Ocon è rimasto nuovamente ‘intrappolato’ in Q1, accumulando oltre il 50% del distacco già dal primo settore. Ai media ha infatti parlato di un bilanciamento difficile: “Stiamo lavorando al massimo, come squadra, per trovare delle risposte. La macchina è stata molto difficile da guidare, mancava di bilanciamento, quindi è stata una sessione deludente. Non è certo per mancanza di impegno, quindi sono sicuro che troveremo la soluzione e torneremo dove dovremmo essere.” Le parole del francese trovano riscontro nella telemetria dove, in diversi punti del giro, è evidente la mancanza di fiducia nella monoposto. È significativo notare come Ocon, a differenza del compagno, abbia utilizzato il freno in curva 2 e nella seconda metà della destra veloce 6/7; a tal proposito anche il lift del 12% in curva 11, prima di Juncao, è un chiaro indicatore nella mancanza di sintonia tra pilota e vettura.

Bearman ha invece completato una delle sue sessioni più incisive della stagione: terzo tempo in Q1, poi secondo in Q2 con 1:09.7. In Q3, però, ha registrato un piccolo passo indietro, poiché i due tentativi spinti non hanno replicato il crono di Q2, fermandosi sull’1:09.977, con annesso stupore del pilota. Il pilota della FDA ha così ottenuto l’ottava posizione, alle spalle delle Racing Bulls, senza una spiegazione evidente legata al comportamento della vettura: “In Q3 pensavo che il mio primo giro fosse buono, ma non sono riuscito a migliorare rispetto a quanto avevo fatto in Q2. È un po’ strano che sia andata così, anche perché la pista non stava evolvendo, ma nel complesso è stata comunque una qualifica davvero positiva per noi.”

La bontà della VF-25 viene fuori soprattutto sulla lunga distanza. Super gara, ancora una volta, di Bearman che conclude più vicino ai top team che al midfield, mentre Ocon rimonta mostrando un buon passo.

La Sprint ha evidenziato il passo potenziale della vettura. Ocon ha rimontato fino all’undicesimo posto, mentre Bearman – retrocesso al via a causa di un contatto con Lawson in curva 4 – ha chiuso dodicesimo, dopo aver ritrovato ritmo nella parte centrale. Il passo del francese nella gara dei 100km è sembrato più competitivo rispetto al singolo push.

La gara ha confermato ancora una volta che il pacchetto introdotto ad Austin funziona soprattutto sulla lunga distanza. Ocon, partito dalla pit lane con gomme dure, è stato penalizzato da una foratura lenta che la squadra non ha identificato immediatamente: il pit stop è arrivato un giro dopo quello di Verstappen, quando la VSC era ormai terminata, vanificando un potenziale risparmio di circa dieci secondi e relegandolo in ultima posizione, a circa 14 secondi dal penultimo. Nonostante l’intoppo, ha completato una rimonta efficace fino alla dodicesima posizione, chiudendo a soli 2 secondi da Lawson in settima, senza però avere margine per tentare l’attacco alle vetture davanti, complice il lungo treno DRS. Al termine della gara ha dichiarato: “Sarei arrivato molto più avanti se non avessimo avuto una foratura. Quando siamo rientrati ai box abbiamo perso circa dieci secondi perché la gara era appena ripartita. Probabilmente ci sono mancati un paio di giri per fare altre posizioni. È un peccato, perché avevamo un buon passo, ma credo che la fortuna non sia stata dalla nostra parte questo weekend.”

La prestazione più significativa è arrivata ancora una volta da Ollie. Partito ottavo, ha perso la posizione su Gasly ma l’ha ripresa subito con decisione. Da lì ha costruito una gara pulita, superando Lawson e optando per un undercut efficace su Hadjar. Ha concluso sesto, e c’é anche un altro dato più eloquente: il suo distacco da Piastri, quinto, era di appena dodici secondi, mentre il margine su Lawson, settimo, era di ventitré. Era dunque più vicino al gruppo di testa, cioè quello dei top team, che agli inseguitori, segno tangibile sia delle sue qualità, sia del passo della VF-25.

Nel post-gara Bearman ha sottolineato il buon ritmo, la strategia efficace e la continuità rispetto a quanto già visto in Messico: “Sono molto felice. Penso che abbiamo corso una gara praticamente perfetta e che questo sia stato il miglior risultato possibile che potessimo ottenere.”

Ha poi aggiunto: “Ovviamente abbiamo avuto un po’ di fortuna con il ritiro di alcune vetture, ma nel complesso penso che abbiamo fatto una grande gara. Buona strategia, buon passo, qualche sorpasso che non è mai facile perché aggiunge sempre un elemento di rischio, ma è stata davvero una bella gara. Il Messico è stato un po’ una sorpresa, ma riuscire a mantenere quel momento con un sesto posto è una grande soddisfazione e ora abbiamo una grande opportunità nelle ultime tre gare.” Il riferimento é infatti all’obiettivo della settima, se non sesta, posizione nei costruttori, al momento occupate rispettivamente da Aston Martin e Racing Bulls. Per ambire alla scuderia di Faenza, però, servirà sicuramente un cambio di rotta da parte di Ocon al sabato, mentre il ritmo di Bearman sembra ormai una garanzia per la scuderia americana.

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