La Formula 1 è già orientata al futuro. Il Mondiale Costruttori è oramai virtualmente assegnato a McLaren, che potrà vincerlo già questo weekend a Baku; per il titolo piloti invece è uno scontro Oscar Piastri – Lando Norris. Le regole 2026 sono oramai note ai più, seppur si continui a lavorare per approfondire e sistemare ulteriormente i dettagli tecnici, chiudere zone grigie ed assicurarsi di presentarsi ad inizio 2026 con monoposto che assicurino un campionato competitivo. Si discute però anche, molto, di tutti gli aspetti che riguardano il regolamento sportivo, il calendario e la programmazione dei weekend di gara. Stefano Domenicali ha da poco ammesso che ci sono temi sul tavolo delle discussioni e che “la F1 non deve sedersi sui risultato positivi di oggi, e non bisogna aver paura di discuterne”
I piloti approvano le Sprint e sono aperti ad aumentare il numero, ma rispettando il DNA della Formula 1
Lo stesso CEO della Formula 1 ha detto che, nelle varie discussioni con i piloti, la maggioranza se non la totalità dei piloti oggi apprezza il formato delle Sprint Race. Weekend più entusiasmanti, meno prove libere “E vai in pista sapendo che c’è sempre qualcosa da giocarsi” ha commentato Lance Stroll nella conferenza stampa di Baku. Questo è sicuramente un motivo che trova la maggior parte dei piloti concordi: meno prove, più Qualifiche e due gare. C’è anche chi però è affezionato e trova utile il weekend classico di Formula 1. “Il formato di oggi mi piace, è giusto. C’è tempo per prepararsi alla Qualifica e alla gara principale, sia per i piloti che per gli ingegneri.” ha detto Pierre Gasly, che comunque non si dice contrario ad un tentativo di aumentare le Sprint, o fare modifiche, ma in questo momento ritiene che la programmazione attuale sia più che buona “Però si può provare, e magari mi ricrederò. Ma non dimentichiamo il DNA di questo sport”.

Più entusiasta e favorevole ad aumento è il più giovane in pista, Andrea Kimi Antonelli “Mi piace che si possa spingere subito, cercando il limite, anche nell’ora di prove libere che si ha. E’ una sfida per il pilota. Per me sono entusiasmanti e non mi dispiacerebbe se aumentassero in futuro“. Anche gli altri piloti sembrano comunque aperti ad un mantenimento o un piccolo aumento delle Sprint Race per il futuro. Questo formato entusiasma anche Liam Lawson e Lance Stroll che ha anche affermato come apprezzava di più il vecchio regolamento, con il parco chiuso durante il weekend. “C’erano eventi in cui una squadra azzeccava o sbagliava il setup e questo mescolava un po’ i valori in campo. Adesso comunque, vediamo i team poter far modifiche e questo più o meno riporta tutti nell’ordine di forza del momento”. Anche il ridurre le prove libere, secondo Stroll, creerebbe più incognite per i team, e per questo apprezza il weekend Sprint. “Si potrebbe iniziare aumentando il numero, ma non so se siamo pronti ancora ad un’intera stagione di Sprint. Magari anche solo ridurre le prove libere può essere un inizio“ ha suggerito Liam Lawson, andando sulla scia del pensiero del pilota canadese.

Con la premessa che nella sua posizione è attendibile una risposta di questo tipo, ma non solo per quello, Oscar Piastri è più contrario ad alcune delle soluzioni di cui si parla, affermando di non sentire la necessità di dover aumentare il numero di Sprint, pur non chiudendo del tutto le porte a queste eventualità. Però “La griglia invertita…quella è una brutta idea”. A riguardo anche Nico Hulkenberg ha detto di avere sensazioni contrastanti a riguardo. “Vuoi sempre provare a migliorare le cose, ma devi anche bilanciare un po’ con l’aspetto legato alle perfomance, perché siamo qui anche per questo. Non è una cosa semplice trovare il giusto equilibrio. Noi abbiamo anche bisogno delle prove libere”. In merito alla questione sulla grigli invertita, Piastri ha spiegato perché un qualcosa che funziona nelle categorie minori, non sarebbe l’ideale per la Formula 1. “Guardiamola da un punto di vista sportivo e della competizione. L’ultima cosa che vogliamo è che lo sport possa essere influenzato nel risultato da una griglia invertita o cose di questo tipo. In F2 e F3 funziona perché lì è importante farsi vedere e mostrare perché meriti la F1, e questo ti aiuta. Puoi arrivare in F1 indipendentemente dal risultato, ma grazie alla prestazione e quello che fai vedere in pista. In F1 non c’è nulla di più importante che vincere il mondiale.“
Williams ha vinto il ricorso, Sainz lo vede come un punto di inizia ma (ri)lancia un tema: i commissari fissi
A livello sportivo veniamo anche da una decisione importante. Williams ha recentemente vinto l’appello contro la penalità inflitta a Carlos Sainz a Zandvoort, per l’incidente con Liam Lawson. Il pilota della Racing Bulls, all’interno di curva 1, perde leggermente il controllo della sua auto (sovrasterzo) e colpisce Carlos Sainz all’esterno, che si è visto combinare – e poi togliere – una penalità. In conferenza stampa il neozelandese ha detto di non aver problemi con la decisione “E’ un incidente di gara. Ogni episodio è diverso ed è difficile anche avere un regolamento chiaro, proprio per questo motivo. Non puoi prevedere tutto e ci sarà sempre qualcosa di differente”. Tra i piloti la situazione è quindi risolta, poiché anche gli altri, invitati a commentare sulla questione, si trovano d’accordo sul dire che la seconda decisione è quella giusta. Nel media day di Baku, Carlos Sainz ha ribadito come la prima decisione non ci sarebbe mai dovuta essere.

“Le linee guida non sono regole, ma un aiuto a valutare le situazione. E’ evidente però, che in questo momento, non stanno aiutando” ha detto lo spagnolo. “Bisogna anche usare il buon senso” ha aggiunto, facendo riferimento all’episodio che lo ha visto coinvolto. Ed è venuto fuori un tema, oramai ricorrente da tempo, ma mai poi reso effettivo: i commissari fissi. “Ci aiuterebbe a conoscerli e valutare come decidono in base all’esperienza. Cambiando ogni volta, è difficile sapere come ragionano. Il rapporto con il nuovo direttore di gara è positivo, ci stiamo conoscendo e capendo come opera, ma questo è possibile perché è presente ogni gara”. Poiché Carlos è un appassionato di sport, ha tirato fuori esempi del calcio e altre discipline, sottolineando come gli sport nei quali l’arbitro cambia, le polemiche e i problemi sono più accentuati. La proposta di Sainz è di avere 2-3 commissari fissi ed un terzo che invece può rotare. “E non parliamo di problema di stipendi. Ci sono abbastanza soldi in F1”.

Non molto tempo fa, in un intervista con alcuni media selezionati, Stefano Domenicali aveva parlato di una Formula 1 disposta ad investire ed avviare un processo di formazione per nuovi commissari, per assicurare anche uniformità di giudizio nel futuro. Ovviamente questo deve portare poi anche ad un supporto delle squadre, ma prendendo le parole di Carlos, i soldi in F1 dovrebbero essere l’ultimo dei problemi. Questo aiuterebbe anche l’azione in pista, perché renderebbe i piloti più sicuri e consapevoli di cosa fare e cosa non fare. “Ancora non so cosa voglia dire correre correttamente. Non ho capito cosa è permesso e cosa no” ha dichiarato Alexander Albon che ribadisce come i piloti vogliano collaborare con la FIA e chiedano solo più coerenza nelle decisioni. Esteban Ocon a sua volta ha ribadito che la situazione è molto migliorata rispetto agli scorsi anni, ma anche lui si allinea sull’importanza di avere dei commissari fissi. “Ricordo quando in Alpine facevamo la turnazione dei meccanici: lo detestavo. Vuoi costruire una relazione con le persone con cui lavori, ma se cambiano, non c’è possibilità di farlo. Oggi in pista c’è incertezza perché non sappiamo cosa aspettarci”.



