L’Alpine occupa l’ultimo posto in classifica costruttori dopo una prima parte di stagione in cui il denominatore comune sono state le difficoltà, su tutti i fronti. Dal punto di vista prestazionale i lampi positivi sono stati ben pochi, ma quelle legate alla pista non sono le uniche incertezze che hanno visto protagonista la scuderia transalpina. Il valzer del secondo sedile, che ha visto Jack Doohan e Franco Colapinto succedersi a staffetta, non ha dato i riscontri auspicati dal team e così Pierre Gasly è finora l’unico point-scorer. Per l’Alpine si prospetta un finale di stagione non semplice, anche se gli obiettivi principali sono rivolti al 2026, come ha di recente ribadito il Team Principal Flavio Briatore.
Il dilemma della seconda guida: solo Gasly a punti nelle prime 14 gare
La pista non ha regalato troppe soddisfazioni all’Alpine in questa prima frazione di campionato. Dopo 14 GP la scuderia con sede ad Enstone ha raccolto 20 punti e guardando la classifica è l’ultima forza del gruppo. Per gran parte della stagione fin qui disputata l’Alpine ha occupato la seconda metà della griglia, ricoprendo spesso il ruolo di fanalino di coda del gruppo. Il team è andato a punti soltanto in cinque occasioni (di cui una Sprint) e lo ha fatto sempre con Pierre Gasly. Uno dei problemi della squadra in questa stagione è stato sin dai suoi albori quello del secondo pilota. Ancor prima di giungere ai blocchi di partenza a Melbourne, la posizione di Jack Doohan era già in bilico. Dopo sei gare magre di risultati per l’australiano figlio d’arte, è arrivata la sostituzione con Franco Colapinto a partire dalla tappa di Imola. Le premesse tracciate dall’argentino nel finale di 2024 avevano indotto Flavio Briatore a portare Colapinto nel proprio box, in vista di un eventuale sedile da titolare che è poi effettivamente arrivato. A valle di 8 GP la scelta non sembra pagare, tanto che alcune recenti voci vedrebbero il pilota di Buenos Aires fuori dal Circus Iridato nel 2026. L’Alpine non sembra infatti propensa a firmare un rinnovo e anche gli altri team, compresa la debuttante Cadillac, sembrano guardare altrove.

La curiosa statistica: Alpine ‘migliore’ ultima forza
Le performance messe in pista dall’Alpine in questa prima parte di 2025 non si sono certamente distinte per aspetti positivi. A valle dell’ultima corsa a Budapest è stato il disappunto a prevalere nelle voci dei piloti. “Sono emersi i nostri punti deboli,” aveva dichiarato alla stampa il francese alla vigilia sosta estiva, un fil rouge arricchito da quanto detto da Flavio Briatore: “un fine settimana in grado di esporre le debolezze della vettura.” L’obiettivo inquadrato dal manager italiano è quello di provare a cambiare marcia sin dalla ripresa del campionato a Zandvoort. Non sarà senz’altro cosa semplice, anche perché c’è una statistica dalla doppia faccia per l’Alpine. Con le 20 lunghezze accumulate in classifica, la squadra ha battuto il record (negativo) di ‘migliore’ ultima forza detenuto dalla Haas nel 2023 con 12 punti. Da un lato ciò dimostra come l’Alpine, in qualità di fanalino di coda del gruppo, non stia quantomeno sfigurando nei confronti del resto del midfield. Dall’altro però, questo aspetto sottolinea come in questa stagione il livello di competitività a centro gruppo sia alto e non poco e, nonostante un cambio regolamentare alle porte, il lavoro dei tecnici dietro le quinte non si sia mai fermato completamente. Una partita che per ora l’Alpine non sta vincendo e una dimostrazione chiara la ha offerta la Sauber. Con gli sviluppi introdotti nella stagione europea, la scuderia elvetica ha impresso un netto cambio di passo al proprio campionato, passando dall’occupare l’ultimo quarto della griglia, al piazzarsi costantemente in zona punti.

I piani di Briatore e la critica di Ralf Schumacher: “servono persone con competenze tecniche”
Se in qualifica il bilancio non è così disastroso, il deficit dell’Alpine rispetto ai diretti avversari lo si è visto proprio in gara, dove spesso la vettura di Enstone è scivolata nelle retrovie. Complessivamente, nei primi 14 appuntamenti sono arrivate infatti 8 qualificazioni per il Q3. Un risultato che, seppur non brillante, mette in luce come in alcuni frangenti delle sfaccettature positive si siano intraviste. Indipendentemente da quello che sarà l’epilogo del 2025, la cosa certa è che l’Alpine abbia incentrato tutte le sue forze sul 2026, che dovrà essere l’anno della rinascita. Sul fronte tecnico, l’abbandono della propria motorizzazione per passare ai propulsori Mercedes dovrebbe offrire quei cavalli di cui la A525 soffre sugli allunghi, ma ciò non basterà. In vista del foglio bianco da cui si ripartirà l’anno prossimo, l’Alpine dovrà trovare quella stabilità che non c’è mai stata nell’attuale ciclo tecnico. Anche nel 2025 c’è stato un avvicendamento nel ruolo di team principal, con le dimissioni di Oliver Oakes dopo il weekend di Miami e la presa dell’incarico da parte di Flavio Briatore. Una figura, quest’ultima, su cui di recente sono stati sollevati dei punti interrogativi da parte di Ralf Schumacher, che al quotidiano tedesco BILD ha dichiarato: “penso che il tempo di figure come Flavio sia finito. Servono persone con competenze tecniche come Horner. Flavio potrebbe quindi svolgere il ruolo di organizzatore e di mediatore, come volto pubblico verso il mondo esterno.”



