La pressione sulla Ferrari era già ad un livello importante dall’inizio stagione, dopo il finale 2024 e l’arrivo di Hamilton tutti si aspettavano una Rossa in grado di sfidare la McLaren. A distanza di 10 gare c’è una realtà opposta. Il titolo piloti non è un affare della Ferrari, quello costruttori consente di ambire al massimo al secondo posto. Il campione inglese era entrato con le fanfare ma non si è ancora adattato tecnicamente a certe modalità di lavoro, piuttosto sta cercando di chiamare una metodologia diversa, il che non è un percorso molto semplice da applicare. Leclerc sta tenendo a galla il livello di velocità perché sa a memoria come funzionano le cose, con quella dote straordinaria di improvvisare una prestazione.
Il punto è che dopo a Montreal nessuno sa cosa stia pensando il top management, Elkann non ha parlato di F1. O meglio, a margine della 24 ore di Le Mans vinta da Kubica su una Ferrari ha detto: “Negli ultimi tre anni, tre auto diverse e nove piloti hanno dimostrato cosa significhi il gioco di squadra”. Tutto vero ma, era anche un richiamo? Nel caso a chi? Intanto, dopo la comparsa a Le Mans, dove la ‘tempesta’ Ferrari era solo agli inizi, e la presenza fissa in questo momento delicato della Juventus, il Presidente della Scuderia potrebbe essere presente Mercoledì all’evento di presentazione del progetto Vela di Maranello. Oramai le voci si rincorrono da giorni, le notizie sono uscite, e la squadra di F1 si appresta a raggiungere il Red Bull Ring: sentiremo qualche parola a riguardo da parte della dirigenza?
I piloti sono schierati con Vasseur, Lewis Hamilton è molto deciso in questo senso, basterà?
Il Presidente, cioè colui che ha in gran parte voluto e avallato l’operazione Hamilton a Maranello deve prendere atto che il pilota inglese si è apertamente schierato dalla parte Vasseur, così come una larga parte del team, non ultimo Leclerc. Alcuni altri credono invece che i cambiamenti fatti siano stati insufficienti, altri che dia fastidio un cambiamento troppo profondo.

Se il piano è proseguire con Fred Vasseur serve una conferma concreta, una estensione almeno fino a tutto il 2026, che calmi gli animi di tutti, altrimenti il francese è un bersaglio mobile a seconda dei risultati e di conseguenza con lui tutto il team.
Auto 2026 in lavorazione
Gli uomini chiave, Serra in primis, stanno lavorando ormai solo alla vettura 678. Se il piano è cambiato, se si è rotto qualcosa o se si reputa Vasseur il grande colpevole dei risultati di quest’anno, giusto e sbagliato che sia è bene che si scelga una persona che conosca a fondo come giri la F1, anche politicamente, visto che la Ferrari ha scelto da anni di non imporsi o esporsi troppo (dipende dai punti di vista) con gli organi decisionali. In definitiva il pieno supporto è tutto per cambiare le cose, chiunque sia al timone di una nave gigante come la Scuderia. Questo vale per Vasseur e valeva per chi l’ha preceduto.
Inizialmente alcuni facevano il paragone tra Vasseur e Todt, ma è solo un fatto di passaporto, in realtà sono persone molto diverse. Todt girava di notte nella GeS, andava negli uffici e richiamava le persone anche per cose banali, come un generale. Funzionava perché il patto di ferro con i vertici, Michael Schumacher, Ross Brawn e Domenicali era inscalfibile. Todt poteva ingaggiare i migliori, Vasseur non ha potuto convincere Newey e neanche Waché.

La realtà di oggi funziona diversamente e i motivi sono talmente tanti che immaginare una replica delle dinamiche sembra tempo perso. Vasseur ha fatto ciò che poteva, forse avrebbe potuto tenersi più stretto qualcuno che non la pensava esattamente come lui ma era comunque una risorsa ambientale. Forse ha sottovalutato le turbolenze nel tentativo di ottenere un certo cambiamento, magari serviva più tatto nel farlo. Questo si scontra con la inclinazione alla concretezza. Ferrari non è un motoscafo agile ma una nave da crociera.
I problemi odierni della SF-25 sono proprio figli di cambiamenti subiti ma anche innescati nel 2024. Vasseur voleva Newey ma non c’erano margini operativi e non solo, Cardile non voleva essere emarginato ed è andato via, ironicamente ritrovandosi proprio Newey. Con questo non si può dare una colpa al singolo se l’auto non va, una F1 é figlia di elaborate scelte, di migliaia di prove tra simulazioni e galleria. Di infiniti meeting tra gli specialisti ingegneri.
Vasseur continua il suo lavoro verso il Gp d’Austria.
È in scadenza ma il giallo non è ancora risolto, Elkann deve decidere se la stabilità di oggi ha un valore o se un cambiamento è necessario. Ai tempi, proprio Jean Todt aveva due eredi designati e costruiti: uno era Stefano Domenicali l’altro era Antonello Coletta. L’imolese assunse l’incarico di TP vincendo un mondiale costruttori e poi sforando il titolo con Alonso nonostante le poche risorse a disposizione, sembra strano sentirlo ma in quel periodo la Ferrari aveva pagato gli investimenti fatti per vincere a lungo con Schumacher. Coletta si è sempre occupato di spingere le attività della Ferrari a ruote coperte fino al ritorno vincente di una Hypercar. È chiaro che nel caso di un cambiamento ci sono fattori determinanti da valutare, opportunità e ostacoli.

Fonte: Ferrari



