Arrivando al Fuji per il settimo round del WEC Ferrari si aspettava una gara molto difficile alla luce di un BoP non proprio favorevole e, soprattutto, di una pista tutt’altro che adatta alle caratteristiche della 499P, specialmente guardando all’ultimo, tortuoso settore. Ciò nonostante, la formazione diretta da Antonello Coletta ha messo piede in Giappone con un cauto ottimismo, concentrando l’attenzione per lo più sulla necessità di portare punti a casa e stare alla larga dai problemi, senza per forza guardare alla possibilità di conquistare matematicamente il Mondiale Costruttori.
Un approccio idealmente molto concreto, che ha trovato riscontro nelle prime ore della gara, quando Antonio Giovinazzi e Nicklas Nielsen hanno rispettivamente portato la #51 e la #50 nella parte più alta della classifica. Giovinazzi è persino riuscito a guadagnare posizioni, inserendosi nella lotta per il podio alle spalle della Cadillac #12 e della Peugeot #93, lasciando la 499P nelle mani di Alessandro Pier Guidi in un’ottima posizione. Giuliano Salvi – Head of Track Operations di Ferrari – nel post-gara si è detto davvero sorpreso della velocità di Giovinazzi: “non so come abbia fatto a raggiungere il terzo posto, ha fatto davvero un grande lavoro”. Meno veloce, ma comunque concreto Nicklas Nielsen, partito più indietro del compagno (11°), ma autore di un buon recupero fino ai margini della Top5.
INCIDENTI E PENALITÀ HANNO VANIFICATO UNA BUONA PARTENZA
Tuttavia, quanto costruito nel primo terzo della 6 Ore del Fuji si è smontato stint dopo stint, al punto che entrambe le Ferrari ufficiali hanno tagliato il traguardo fuori dalla zona punti. Un risultato amaro considerando l’ottimo inizio, con una gara pregiudicata da qualche incidente, molte penalità e un ritmo calato nelle fasi decisive. La delusione aleggia soprattutto nel garage #51, bersagliato da una lunga serie di inconvenienti, a partire da quanto accaduto ad Alessandro Pier Guidi a due ore e 38 minuti dalla fine.
Il pilota di Tortona ha provato in tutti i modi a scavalcare Nico Varrone sulla Porsche Proton #99, la stessa che si è ritrovata al primo posto grazie alla Safety Car causata dall’incidente di Raffaele Marciello, sorpreso proprio dall’improvvisa decelerazione (problema al cambio) della Porsche in uscita di curva 6. Ripartita la corsa dopo una lunga interruzione, Varrone è sceso dal primo al quarto posto nell’arco di 15 minuti, trovandosi negli specchietti proprio Pier Guidi.
QUATTRO SANZIONI IN TOTALE E ZERO PUNTI
Nonostante i continui tentativi, la Ferrari #51 ha faticato a trovare spazio e, quando l’italiano ha visto una possibilità, ha cercato il sorpasso in curva 13. Il duello non è finito bene, i due si sono toccati, Varrone è finito in testacoda e Pier Guidi ha perso terreno. Qualche ora dopo la Direzione Gara ha preso una posizione, assegnando un drive-through alla Ferrari. Ma questa non è stata l’unica sanzione, anzi, l’equipaggio #51 ne ha ricevute altre tre.
Avendo abusato per sei volte dei limiti della pista la squadra ha ricevuto un altro drive-through e soprattutto uno Stop&Go di 30 secondi (sesto avviso). Un vero e proprio incubo che ha trascinato Pier Guidi/Calado/Giovinazzi nei bassi fondi della classifica. Come se non bastasse, finita la gara i commissari hanno rilasciato un altro documento, comminando il terzo drive-through per aver sorpassato la Safety Car senza il nulla osta. Non potendolo scontare durante la corsa, la sanzione si è trasformata nell’aggiunta di 53 secondi sul tempo di gara. 15° posto finale e tanta delusione, specialmente in rapporto al buon inizio.
ULTIMO STINT DA DIMENTICARE PER LA #50
Relativamente più tranquilla la gara della #50, non troppo distante dal podio fino all’ultima ora. Nielsen ha guidato in maniera pulita per due stint, poi è toccato ad un Fuoco come sempre deciso nei duelli. L’equipaggio vincitore della 24 Ore di Le Mans 2024 ha recuperato regolarmente fino al terzo posto, difeso in ogni modo dalla Peugeot #94 di Malthe Jakobsen.
I due hanno lottato per molti giri e la prima curva è diventata il teatro dello scontro diretto: per difendere la posizione Fuoco ha allargato la traiettoria, toccandosi con la 9X8 e spedendo il danese nella via di fuga. In tempi non proprio stretti la direzione gara ha penalizzato Fuoco comminando cinque secondi penalità. Ciò che, però, ha condizionato il rendimento della #50 è il calo prestazionale rispetto agli altri. Fuoco ha lasciato la guida della 499P alle 15:56 locali, a poco più di un’ora dalla fine, cedendo il sedile a Miguel Molina.
DAL QUARTO ALL’11° POSTO NELL’ULTIMA ORA
In occasione dell’ultima sosta il muretto del Cavallino ha optato per quattro gomme medie nuove, scelta copiata ad esempio dalla Peugeot #93 (l’Alpine vincente, invece, ne ha cambiate solo due). Da quando ha iniziato il suo unico stint, lo spagnolo non è mai riuscito a contrastare gli avversari. Disarmante la facilità con cui Marco Sørensen (già forte di una Aston Martin agevolata dal BoP), ha scavalcato la Ferrari #50 prima di curva 10. In quel momento Molina ha alzato il piede molti metri prima della staccata, concedendo la posizione senza accennare una difesa.
Il risparmio carburante potrebbe spiegare la situazione, ma guardando i dati la #50 ha smarcato l’ultima sosta giusto un giro prima dell’Alpine in testa alla corsa, con un Maximum Stint Energy identico tra le due Hypercar (893 MJ). Certo, un giro in più o in meno può sicuramente fare la differenza, ma un crollo di queste dimensioni è stato del tutto inatteso. Unendo i migliori passaggi, notiamo che Molina abbia girato sulla media dell’1:33.0, decisamente più alta rispetto a quella di Fuoco (1:32.3). Tempi così alti hanno portato l’equipaggio dal quarto all’11° posto nell’arco di uno stint e, come se non bastasse, la stessa penalità data alla #51 nel post-gara ha colpito anche la #50, scesa al 12° assoluto.
BILANCIO NEGATIVO, IN BAHRAIN MONDIALI APERTI
Niente punti per la classifica piloti, mentre nel Costruttori Ferrari ne ha intascato uno poiché la AF Corse #83 e la Proton #99 sono trasparenti nel sistema di punteggio. E proprio la 499P di AF è stata la miglior Ferrari sul traguardo, raccogliendo il nono posto nonostante i danni sofferti nella prima ora a causa di un attacco decisamente ottimista della Aston Martin #007 di Tincknell.
Dalle ottime prospettive al mandare giù un boccone amaro, ancora una volta il Fuji per Ferrari è da mettere immediatamente alle spalle, cercando di capire cosa non ha funzionato al di là della combo BoP-pista sfavorevole. In Bahrain si decideranno le sorti dei Mondiali Piloti e Costruttori. Nel primo Pier Guidi/Calado/Giovinazzi sono al comando con 115 punti, 13 in più di Kubica/Hanson/Ye e 21 della coppia Estre/L. Vanthoor, decisamente minacciosa. Quanto al costruttori, Ferrari si presenterà a Sakhir con 39 lunghezze di vantaggio su Porsche, a fronte delle 66 disponibili (nelle gare da 8-10 ore il punteggio si moltiplica x1,5).





