Gare più brevi e aumento delle Sprint? Ecco cosa pensano i piloti

Set 17, 2025

Chiara Scaccabarozzi

È una Formula 1 sempre in evoluzione con tante tematiche e ipotesi che continuano a emergere. Durante il fine settimana italiano a Monza Stefano Domenicali ha rilasciato una lunga intervista dove ha spiegato le prossime sfide che attendono la Formula 1, facendo emergere i principali cambiamenti di cui stanno discutendo con FIA e con i team. Tra le tematiche c’è l’aumento delle gare brevi: introdotte nel 2021, attualmente sono sei, ma l’idea è quella di farle arrivare a dieci: “Dobbiamo capire se e come aumentare i weekend Sprint e se utilizzare dei format diversi rispetto agli attuali. Il pubblico li chiede sempre più, i promotori spingono per averlo e ora c’è interesse anche da parte dei piloti, il cui approccio inizialmente non favorevole è oggi all’opposto. Lo dico in maniera un po’ provocatoria, ovviamente, ma oggi le prove libere piacciono solo ai super specialisti, il grande pubblico è più interessato all’azione di un weekend sprint”. Un altro punto riguarda la durata delle gare: “Crediamo che per i giovani siano un po’ troppo lunghe. Stiamo vedendo su molti dei nostri canali che le sintesi riscuotono un grande successo, magari per noi che siamo nati con questo format va tutto bene così, ma c’è una grande fetta di pubblico che vuole vedere solo gli highlights”. Nella conferenza stampa che precede le attività in pista a Monza, diversi piloti sono stati interpellati a riguardo. Molti di quelli intervistati pensano che non ci vogliano cambiamenti nella Formula 1 che tutti conosciamo, ma sono comunque aperti alla discussione.

VERSTAPPEN: “SAPETE COME LA PENSO, FA BENE EVOLVERSI MA NON BISOGNA ESAGERARE”

L’odio-amore di Verstappen per le gare Sprint è noto ormai a tutti: nonostante l’olandese sia il pilota che ha vinto più gare brevi, non ha mai gradito il format. “Sapete tutti come la penso sulle Sprint e anche la durata delle gare la trovo accettabile”, ha esordito ridendo in conferenza stampa a Monza, avanzando poi un paragone con una partita di calcio, sport seguitissimo in Europa e Sudamerica, “La Formula 1 è come in altri sport, a volte si assiste ad una partita di calcio emozionante, a volte è assolutamente noiosa e ci si addormenta. Lo sport è così per natura, non si può renderlo sempre emozionante perché alla fine diventerebbe, paradossalmente, meno emozionante e più artificiale. Dobbiamo capire che lo sport è così, a volte i Gran Premi sono incredibilmente appassionanti, altre meno. Per quanto mi riguarda, sapete che sono più tradizionalista, ma allo stesso tempo capisco quanto sia importante che le squadre siano più vicine.”

Nonostante la sua avversione nei confronti delle Sprint, Verstappen comprende le ragioni dietro all’idea di averne di più in calendario: “Sì, vedo gli aspetti positivi: la gente guadagna di più, ma ovviamente capisco anche i motivi che sono dietro questo format, ovvero cercare di rendere il prodotto più emozionante”. Se però da un lato per gli appassionati il weekend con le gare brevi è sicuramente più avvincente perché prevede una sessione di libere in meno a favore delle qualifiche shootout, l’olandese spiega come per piloti e team le free practice siano fondamentali per la preparazione alla gara: “Capisco anche che per i tifosi che vengono in pista una qualifica sia più emozionante di una sessione di prove libere, ma per noi è ancora molto importante allenarsi. Ci sta che gli sport si evolvano, deve essere così, l’importante è non esagerare.”

ALONSO: “GARE PIÙ BREVI? È UN PROBLEMA DELLA SOCIETÀ E DEI RAGAZZI, NON DELLO SPORT”

Con i suoi 44 anni è il pilota più anziano del paddock: in 22 stagioni nella classe regina Alonso ha potuto vedere tanti cambiamenti in Formula 1 e tanti ne vedrà ancora in futuro. Anche lo spagnolo è stato interrogato a proposito dell’aumento delle Sprint e della durata delle gare e come i suoi colleghi pensa che non servano ulteriori modifiche nella massima serie. A differenza degli altri, però, ha lavorato con Domenicali nelle sue stagioni in Ferrari e lo conosce molto bene: “Non credo siano necessari dei cambiamenti, ma Stefano conosce lo sport meglio di chiunque altro. Quindi, se pensa che sia necessario, mi fido, con lui siamo in buone mani”.

Alonso

All’origine dell’idea di accorciare la durata delle gare c’è il dato evidenziato da Domenicali emerso dalle visualizzazioni dei contenuti sui canali della F1: “Gli highlights sono molto popolari. C’è una grossa fetta che vuole vedere solo quelli”. Per spiegare quello che secondo lui è il problema, anche Alonso avanza un paragone con il calcio, sottolineando quanto sia cambiata la soglia di attenzione nelle nuove generazioni: “Personalmente quando guardo ad una partita di calcio non resto completamente concentrato per tutta la sua durata, vado in cucina, torno indietro, ci sono sempre dei momenti di distrazione, ma nessuno parla di accorciare le partite a 60 minuti o qualcosa del genere. Quindi, è un problema della società e dei ragazzi, ma non dello sport.

LECLERC E PIASTRI NON CREDONO CI VOGLIANO CAMBIAMENTI

Interrogato sull’argomento, Leclerc non si è lasciato andare a opinioni definitive: il monegasco si è detto non aggiornato sulla questione e ha preferito rimandare il commento a quando avrà parlato con Domenicali. Per non lasciare scontenti i media, però, ha affermato: “Non credo comunque che servano cambiamenti radicali: la Formula 1 sta andando molto bene e negli ultimi anni è cresciuta molto. Per quanto riguarda le Sprint, sono contento del numero che abbiamo già, ma questa è solo una preferenza personale. Sul resto, preferisco parlare con Stefano prima di commentare.”

AutoRacer Sprint GP Cina

Anche Piastri si è accodato a quanto detto brevemente da Leclerc, liquidando la questione altrettanto velocemente. Il commento dell’australiano della McLaren, però, si concentra sulla durata delle gare, evidenziando come appartenga a un ‘pacchetto’ che lo spettatore conosce bene e accetta nel momento in cui decide di vedere un Gran Premio: “La durata delle gare è così da un tempo molto lungo, i fan della F1 sanno bene cosa vedranno quando iniziano ad assistere ad una gara, quindi non credo che sia necessario cambiare nulla.”

I PARERI DI ANTONELLI E OCON

Se i piloti della ‘vecchia guardia’ non sono d’accordo con le idee avanzate da Domenicali, lo stesso si può dire della nuova generazione che avanza. Esponente dei rookie, anche Antonelli conferma quanto detto dai colleghi più grandi. Alla sua prima stagione in Formula 1, Kimi è tra i piloti più abituati al format della Sprint, in quanto nelle categorie minori è prevista in ogni weekend di gara, che sono però di meno rispetto alla categoria regina. “Personalmente credo che i weekend Sprint siano divertenti perché sono ricchi di attività”, afferma il 19enne bolognese in conferenza stampa, “Devi essere subito al top perché hai una sola sessione di prove libere, poi le qualifiche e poi si passa alla Sprint Race. Ma penso che avere GP più brevi non funzionerebbe. Già adesso nelle gare lunghe adottiamo strategie a una sola sosta e sapete bene che per una gara più breve dovrebbero essere introdotte molte più regole in termini di pit stop.

Antonelli pole Sprint Miami

FOTO da: @f1 – X

Infine, Ocon è scettico su entrambe le ipotesi di aggiungere più gare Sprint e diminuire la durata delle gare. Il francese della Haas ha però proposto quella che secondo lui può essere una valida alternativa per creare più spettacolo e movimentare i weekend. “La mia opinione è che non sia necessario apportare grandi cambiamenti a ciò che abbiamo”, ha dichiarato portando come esempio non il calcio, ma un’altra categoria del Motorsport, “Penso che replicare quello che fa la MotoGP e avere una Sprint in ogni weekend sarebbe un po’ estremo e non credo che lo spettacolo sarebbe necessariamente migliore. Da fan quello che vuoi vedere sono più battaglie in pista. Viviamo in un mondo così consumistico che vogliamo vedere più spettacolo e più spesso. Qualcosa come una superpole invece sarebbe interessante, come in passato, quando i piloti avevano solo una possibilità.”

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