È passato un anno dall’ultimo podio di Lewis Hamilton in F1. Era il GP di Las Vegas del 2024 quando il pilota britannico conquistava quella che ad oggi resta la sua ultima apparizione nel gruppo dei primi tre. Nella settimana in cui si va a chiudere idealmente questo lasso di tempo andiamo a ripercorre quella che per Hamilton è stata la stagione più complessa della carriera non soltanto in termini di risultati, ma anche in termini di confidenza, con la vettura e l’ambiente nuovo. La prima annata in rosso è stata finora avara di soddisfazioni per il sette volte campione del mondo, che però non perde la fiducia e continua a perseverare con lo stile che lo ha sempre contraddistinto, con l’auspicio che nel 2026 possa tornare ad essere nelle condizioni che lo hanno reso grande.
Un processo di ricerca della confidenza più lungo del previsto
Che lasciare la Mercedes per approdare in Ferrari rappresentasse un’uscita dalla confort zone era un fattore che non poteva essere escluso alla vigilia di questa stagione. Si è trattato però di un processo che però ha richiesto e sta richiedendo più tempo di quanto ci si potesse aspettare. Anche quanto accaduto dieci giorni fa in Brasile, con la sbavatura del primo giro che gli è poi costata il ritiro, è figlia di un’annata altalenante, che non ha accompagnato Lewis Hamilton in maniera agevole verso una perfetta confidenza in macchina. A capo di ciò c’è, come ormai risaputo, un progetto SF-25 che ha reso la strada del britannico più frastagliata sin dalle prime battute del mondiale. Ed è così che Hamilton ha dovuto ricostruirsi e partire da un foglio bianco anche quando il campionato era già cominciato, cercando di imparare il come venire a capo di una vettura imprevedibile, anche nell’arco del singolo fine settimana.

Quel podio che ancora manca, ma Hamilton non perde la motivazione
Per trovare l’unica reale soddisfazione del pilota britannico in Ferrari bisogna riavvolgere il nastro fino alla Sprint Race in Cina, dove Hamilton aveva vinto la corsa del sabato dopo aver gestito con maestria gli pneumatici. Un successo che ha però anticipato la doppia squalifica Ferrari nel GP della domenica e che ha poi fatto da preludio ad un percorso segnato dalle difficoltà. Dal round uno di questo mondiale Hamilton è ancora a caccia del suo primo vero e proprio podio in rosso e, con tre sole gare restanti in calendario, il rischio di poter chiudere per la prima volta in carriera una stagione senza podi è un qualcosa di concreto. Numeri alla mano, anche nel triennio opaco in Mercedes, Hamilton era comunque riuscito a trovare qualche sorriso sporadico, con nove podi nel 2022, sei nel 2023 e cinque nel 2024, di cui due vittorie.
Guardando poi al valore in campo del team, Hamilton a distanza di un anno rischia di vedere la sua squadra chiudere al quarto posto nei costruttori, proprio come la sua ex scuderia nella passata stagione. Quest’ultimo aspetto è la cartina tornasole di un campionato che ha deluso le aspettative, con una Ferrari che ha frenato dopo il percorso di crescita inanellato nel 2024. Al tempo stesso, la voglia di prevalere sui diretti rivali può fornire ad Hamilton ulteriore motivazione per sprigionare gli ultimi cavalli prima della sosta invernale, in aggiunta alla rincorsa del suo primo podio con la tuta della Ferrari. Dopo l’ultima gara ad Interlagos ha infatti dichiarato come l’uscita dalle difficoltà rappresenti anche una sfida personale: “il passaggio dal sogno di guidare per questa fantastica squadra all’incubo dei risultati che abbiamo ottenuto è una sfida. Ma domani mi rialzerò e continuerò a lavorare con la squadra. Devo solo credere che qualcosa verrà fuori da tutte queste difficoltà che stiamo attraversando.”

Il confronto con Leclerc e i miglioramenti dopo la sosta: il podio è ancora possibile nel 2025?
Non bisogna poi trascurare come nel suo primo anno in rosso Hamilton si sia dovuto confrontare con uno dei migliori Charles Leclerc. In una stagione dai continui up and down, il monegasco è comunque riuscito a conquistare finora sette podi e una pole position. Dei numeri che hanno inevitabilmente amplificato il gap fra i due ferraristi, soprattutto nella prima parte di campionato. Con il rientro dalla sosta estiva, il britannico si è avvicinato al compagno in termini di ritmo, rendendosi protagonista di alcuni picchi come il sabato di città del Messico, dove per la prima volta si è qualificato fra i primi tre, a meno di un decimo da Leclerc. Il miglioramento più consistente è arrivato però sul fronte gara, dove il britannico è passato da uno scarto medio pre-sosta di più di due decimi e mezzo al giro (0.277s) ad un distacco inferiore al decimo e mezzo (0.134s) nelle gare dopo la pausa estiva. Un aspetto incoraggiante, favorito da fattori come la nuova sospensione posteriore introdotta a Spa che, seppur non abbia curato definitivamente i problemi della SF-25, ha comunque significato uno step in avanti sul fronte della confidenza in macchina, di cui Hamilton ha evidentemente beneficiato.

Nel complesso, se da un lato il deficit di performance ha evidenziato un pilota non ancora in bolla sul fronte prestazionale, in ottica futura il sette volte campione del mondo ha la certezza di avere all’interno garage il miglior metro di confronto. Alla luce dello spirito mostrato da Hamilton nella sua lunga carriera, ciò potrebbe rivelarsi un’ulteriore spinta motivazionale in chiave 2026, dove Lewis, così come la Ferrari, saranno chiamati a rispondere presente.
Guardando invece al presente, negli ultimi appuntamenti qualche bagliore positivo da parte della Ferrari si è visto. Escludendo il doppio ritiro (per incidenti) in Brasile, nei due GP precedenti la rossa ha chiuso sul podio alla domenica e nel corso dei fine settimana Sprint di Austin e Interlagos i tecnici del Cavallino hanno saputo invertire la tendenza dei weekend dopo avvii dalle prospettive poco incoraggianti. Inoltre, per quanto ciò possa avere un peso relativo, il circuito di Las Vegas fa parte di quei tracciati indicati dalla stessa Ferrari dopo la sosta estiva che, per via della sua atipicità, potrebbe regalare qualche sorriso in più ai tifosi. Considerando dunque questi aspetti, sebbene i colpi a disposizione restino esigui, la possibilità di vedere Hamilton sul podio in questo 2025 non è da considerare un evento da fanta-Formula 1.



