Focus Mercedes! In questo nuovo appuntamento video con Piergiuseppe Donadoni e Marco Gabriele Nesi la squadra capitanata da Toto Wolff la fa da padrona. Dopo l’articolo uscito recentemente, che spiega il fallimento dello sviluppo della nuova sospensione posteriore, andiamo un po’ più nel dettaglio della vicenda, spiegando ancor meglio gli intoppi che si sono visti sulla W16. La generazione di vetture ad effetto suolo è stata un vero e proprio incubo per la squadra di Brackley; i tecnici guidati da James Allison hanno faticato molto nell’interpretazione di queste regole. E’ sorprendente notare che a livello di risultati, paradossalmente, la fallimentare W13 (2022) rimanga in media la miglior monoposto Mercedes di questo ciclo regolamentare.
Quest’anno la sensazione interna era di aver capito i propri errori ed aver costruito una piattaforma migliore. Con la W16 l’intento era quello di allargare la finestra di utilizzo e dipendere meno da fattori esterni e tipologie di circuito. Ciò non è avvenuto. George Russell e Andrea Kimi Antonelli hanno avuto pochissimi alti in stagione. Il Canada è stato il miglior weekend su un circuito stop & go, con condizioni fresche e con quella sospensione posteriore aggiornata, portata ad Imola e poi smontata, rimessa, e che ha mandato fuori pista i tecnici. Dopo ulteriori analisi però era tutto più chiaro “Non è stato un aggiornamento” ha sentenziato George Russell. Ma cos’è cambiato? Analizziamo il perché i piloti all’improvviso hanno perso fiducia nella monoposto e come mai Antonelli lo ha patito di più. Da sottolineare però la comunicazione diretta ed onesta del team di Brackley, che dopo anni duri, ha bocciato ufficialmente un componente così importante, senza farne mistero.