Montezemolo in McLaren: una mossa degli Emiri per incrementare le vendite?

Lug 4, 2025

Piergiuseppe Donadoni

In un colpo di scena che ha del clamoroso, Luca Cordero di Montezemolo entra nel mondo McLaren. Ma non si tratta di un ritorno in Formula 1, bensì di un’operazione strategica con una direzione ben precisa: rilanciare l’immagine e le vendite delle vetture del marchio di Woking. Una mossa tanto inattesa quanto potente, voluta direttamente dagli emiri proprietari dell’azienda, con l’obiettivo di dare prestigio e credibilità ad un marchio che fatica a decollare nel panorama delle supercar. Il mio cuore è e resterà sempre rosso, sono diventato membro del consiglio di amministrazione di McLaren Automotive che produce auto stradali, e non si occupa di formula uno”. ha fatto sapere il manager emiliano all’ANSA.

Il fascino discreto (e redditizio) di Montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo non è solo l’uomo che ha guidato la Ferrari a una delle sue epoche più gloriose tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000. È anche, e forse soprattutto, un uomo di relazioni. Il suo carnet di contatti personali è tra i più esclusivi nel mondo del lusso automobilistico. Non solo VIP e collezionisti: Montezemolo ha accesso diretto a quella fascia altissima di clientela globale che cerca esclusività, heritage e raffinatezza tecnica prima ancora che prestazioni pure.

È qui che la sua presenza in McLaren può fare la differenza. Perché mentre la casa inglese continua a brillare nelle performance su pista, soprattutto in Formula 1 e a tratti anche nel GT, manca ancora di un’aura consolidata di marchio di lusso. A differenza di Ferrari, che riesce a vendere sogni prima ancora che auto, McLaren ha sempre pagato lo scotto di una percezione più fredda, più tecnica, quasi da “laboratorio su ruote”. Montezemolo, in questo senso, è la chiave per umanizzare e nobilitare il marchio.

Le difficoltà della McLaren

Non è un mistero che le vendite di McLaren stiano vivendo un momento difficile. I numeri di vendita non sono all’altezza delle aspettative, soprattutto se comparati con la concorrenza italiana. Le ragioni sono molteplici: una rete commerciale ancora debole in mercati chiave come il Medio Oriente e l’Asia, prodotti “non maturi” come li ha definiti Michael Leiters, ex CTO Ferrari sbarcato in Mclaren nel 2022, ma anche un’immagine troppo legata alla pista, e come dicevamo una mancanza di appeal emozionale rispetto a brand come Ferrari, Lamborghini o persino Aston Martin.

Proprio qui entra in gioco l’intervento degli emiri. Hanno capito che serviva un volto, una figura che portasse il brand in ambienti dove oggi McLaren non riesce a entrare. Montezemolo può essere quella figura. Portare il manager emiliano a bordo significa giocare una carta di altissimo profilo. Non si tratta semplicemente di affidarsi a un manager competente: è una mossa d’immagine, quasi diplomatica. Montezemolo ha il carisma per sedersi a tavoli che contano, per parlare con sceicchi, CEO, collezionisti e celebrità. Sa come posizionare un prodotto nel segmento del lusso, come costruire narrazione intorno ad una vettura, come rendere ogni modello desiderabile prima ancora che performante. E in un mercato sempre più saturo di cavalli, numeri e record, la differenza la fa chi riesce a costruire un sogno. Esattamente quello che Montezemolo ha fatto per anni a Maranello.

Un futuro tutto da scrivere

McLaren Automotive ha voltato pagina la scorsa primavera, quando è passata sotto il controllo completo di CYVN Holdings. Un fondo sovrano di investimenti degli Emirati Arabi Uniti, che ha completato l’acquisizione dell’intero business automotive di McLaren, rilevando contestualmente anche una quota di minoranza in McLaren Racing, la divisione sportiva del gruppo. E’ nata così una nuova holding, la McLaren Group Holdings Ltd, che riunisce sotto lo stesso tetto McLaren Automotive, la start-up di lusso Forseven, McLaren Licensing e gli investimenti di CYVN in McLaren Racing.

La sfida sarà quella di trasformare McLaren da marchio tecnico a simbolo di esclusività, un “campione globale” dell’auto non solo sportiva ma anche elettrica, che rimarrà con radici nel Regno Unito ma ambizioni planetarie. Il tutto avverrà con un piano di rilancio radicale per migliorare l’efficienza produttiva, l’ottimizzazione dei costi, e la ridefinizione della strategia di prodotto. In tutto questo si inserirà la figura di Luca Cordero di Montezemolo, che entra nel CDA di McLaren Automotive, in quella che non deve essere vista come una semplice operazione di facciata. È una mossa concreta per cambiare il destino commerciale di un brand che ha bisogno di diventare desiderabile, non solo veloce. E con Montezemolo al timone delle relazioni, gli emiri credono di aver trovato l’uomo giusto.

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