Entrare in Formula 1 per la prima volta nella storia di una casa motoristica non è impresa da poco, e ancor più difficile è farlo con un nuovo regolamento: è così che inizierà la nuova avventura di Cadillac nel 2026 sotto i riflettori di una delle categorie più amate del motorsport. Alla guida del team c’è Graeme Lowdon, una persona che sa come si lancia una squadra completamente nuova. Il team principal britannico, infatti, ha partecipato al campionato 2010 con la Virgin Racing, sulla quale sedeva l’indimenticato Jules Bianchi. Nel 2026 inizia un nuovo capitolo della sua carriera, iniziato da lontano. Erano circa tre anni fa quando Lowdon è stato contattato da Andretti per la nuova posizione e da allora il team ha ottenuto l’ingresso in Formula 1: il team principal britannico racconta al podcast della Formula 1 Beyond the Grid com’è nata la sua avventura in Cadillac e quali sono gli obiettivi per il primo anno del team in F1.
LA TELEFONATA DI ANDRETTI
“Stavo guidando sull’A1 quando ho ricevuto una telefonata da una persona di cui rispetto molto il parere. Mi ha chiesto se avrei parlato con Andretti. Stavano cercando di acquistare un team, non ci erano riusciti e volevano crearne uno nuovo. Mario Andretti. Alla fine, mi disse: “Perfetto, Graeme. Solo una cosa: non deludermi.” Quel momento mi ha motivato tantissimo. È stato l’inizio”: così Lowdon si è trovato catapultato di nuovo nella Formula 1 alla guida del team Cadillac. Da quella chiamata di ormai tre anni fa, la scuderia statunitense ci ha messo un po’ di tempo per partire davvero e cominciare a lavorare per poter essere ammesso nella categoria motoristica: “Ho dato due consigli. Primo: bisogna prendere il dossier d’ingresso molto sul serio. Se ti fanno 10 domande, tu rispondi con 20. Se ti chiedono un’informazione, ne dai 100. Il nostro dossier era di centinaia di pagine”, spiega il team principal britannico, “Secondo: bisogna iniziare a costruire il team prima di avere l’ingresso ufficiale. Costa centinaia di milioni, ma dimostra l’impegno. E noi lo abbiamo fatto. Mi avevano assunto per consigliare, ma mi hanno chiesto di costruire il team.”

Credits: Qvist Designs
Per il primo anno in Formula 1, Lowdon conferma la collaborazione con Ferrari, ma, a differenza di quella che la Scuderia ha con altri team, Cadillac usufruirà solamente della power unit e dei componenti interni del cambio, a dimostrazione della volontà della proprietà di essere un team costruttore, non clienti. Maranello fornirà i propulsori finché quelli della società GM Performance Power Units, creata da General Motors e TWG Motorsport e approvata dalla FIA, non saranno omologati per l’uso in gara. Il dirigente britannico ha provato a fornire una spiegazione sull’interesse da parte di General Motors nei confronti della Formula 1: “Hanno rispetto e comprensione per il motorsport. Non lo fanno solo per vendere auto, lo fanno perché amano correre. La F1 è una vetrina incredibile per l’innovazione. Cadillac ha una storia di 120 anni fatta di innovazione. E poi, i valori aziendali di GM si sposano perfettamente con i nostri.”
GLI OBIETTIVI DEL 2026
Il 2026 sarà un anno di grandi cambiamenti in Formula 1: non solo entrerà in vigore il tanto discusso nuovo regolamento, ma ci saranno anche 11 team in griglia. Per il primo anno nella categoria, Cadillac ha scelto di puntare su due piloti d’esperienza, Bottas e Perez, che già conoscono l’ambiente in tutte le sue dinamiche, interne ed esterne al team. Lowdon fa sapere come gli obiettivi per la prossima stagione non si definiscano in una posizione in campionato Costruttori, ma mirino a farsi conoscere e a prendere dimestichezza con lo sport: “Ci sono due cose che mi renderebbero molto felice: avere il rispetto degli altri team, che riconoscano che siamo una squadra vera e che facciamo un buon lavoro, ed eseguire bene tutto ciò che facciamo, non lasciare nulla al caso, non lasciare prestazioni “sul tavolo”, evitare gli errori, essere pronti. Se riusciremo a farlo, allora sarò contento. E poi, ovviamente, Melbourne non sarà il punto d’arrivo, ma il punto di partenza. Vogliamo crescere più di chiunque altro, perché l’ambizione è senza limiti e abbiamo le risorse per farlo”. Quando la scuderia statunitense riuscirà a essere competitiva non è dato saperlo: “Non lo so. E non è una risposta vaga: è per rispetto verso lo sport. Anche i team principal sbagliano sempre le previsioni. Quindi noi pensiamo solo a fare bene il nostro lavoro, far sì che i proprietari siano orgogliosi, guadagnare tifosi, curare ogni dettaglio. Il resto seguirà.”



