A Laguna Seca nessuno è stato in grado di fermare Alex Palou, che al termine dei 95 giri ha collezionato l’ottavo successo stagionale e il 19° della carriera IndyCar con una prestazione magistrale, ipotecando un quarto titolo che potrebbe arrivare già a Portland tra due settimane. Il 28enne spagnolo di Chip Ganassi Racing ha gestito senza alcuna difficoltà, imponendosi e staccando il gruppo nelle cinque ripartenze post-caution, unici momenti in cui Palou è stato avvicinato dalla concorrenza, senza mai prestare il fianco ai diretti avversari.
VITTORIA MAI IN DISCUSSIONE PER PALOU, MATCH-POINT A PORTLAND
Anche nella fase finale, interrotta dal fuoripista di Santino Ferrucci al cavatappi, il numero 10 ha regolato tutti, staccando Christian Lundgaard e lasciando il danese stesso nelle grinfie di Colton Herta, che però non ha trovato lo spiraglio giusto per passare. Il podio è rimasto così cristallizzato fino alla bandiera a scacchi, momento in cui Palou ha ufficialmente fatto all-in conquistando tutti i 54 punti in palio. Così facendo, il portacolori Ganassi ha esteso il suo vantaggio su O’Ward, più sofferente del previsto e quarto in gara, portando il distacco a ben 121 punti. Se Palou dovesse chiudere il prossimo GP di Portland con almeno 108 lunghezze di vantaggio sul messicano di Arrow McLaren, allora il pilota Ganassi sarebbe campione con due round d’anticipo.
DIXON IN RIMONTA, PREMA FESTEGGIA IL 6° POSTO DI ILOTT
Grande rimonta di Scott Dixon, superato però nell’ultima ripartenza da Pato O’Ward dopo aver commesso una sbavatura nella curva finale. Ciò nonostante, il 6 volte campione IndyCar ha messo in atto una buona rimonta fermandosi durante la seconda neutralizzazione, preservando bene il carburante e allineandosi alle strategie dei primi, chiudendo al quinto posto. A seguirlo strategicamente è stato Callum Ilott, che ha fatto ancor meglio per la grande gioia di PREMA, al miglior risultato dall’esordio in IndyCar: la corsa dell’inglese è stata davvero superba, partendo dal 24° e chiudendo al 6° con la medesima strategia di Dixon, restando attaccato per l’intero stint conclusivo al gruppo di test.
A seguire la PREMA #90 sul traguardo è stato Will Power, il miglior pilota di un Team Penske ancora inefficace. Sia Will Power che Marcus Armstrong, rispettivamente al settimo e ottavo posto, hanno guadagnato una piazza nel finale approfittando del lungo di Christian Rasmussen, 9°, in curva 5, il tutto mentre Scott McLaughlin e Josef Newgarden battagliavano per il 10° posto, conquistato alla fine dal neozelandese. Pochi sorrisi, quindi, nel box Penske, che sta vivendo la peggiore stagione dal 1999.
GARA MOVIMENTATA, BEN CINQUE CAUTION
Tra gli episodi che hanno condizionato il corso della gara citiamo la caution del primo giro per la tamponata nella sesta curva del primo giro di Kyffin Simpson – ritirato – su Felix Rosenqvist, tornato in pista con quattro tornate di svantaggio. Dopodiché, al 12° passaggio Jacob Abel ha commesso un errore al tornante Andretti, curva 2, sbattendo e costringendo la direzione gara a richiamare la Pace Car. 15 giri dopo la corsa è stata nuovamente interrotta per il brutto tamponamento di Kyle Kirkwood (16° sul traguardo) su un Rinus VeeKay spedito nella ghiaia.
Per questa azione Kirkwood è stato penalizzato con uno Stop&Go, salutando definitivamente la corsa al titolo e allungando la striscia di risultati negativi. Il quarto stop ha visto protagonista Marcus Ericsson, autore di un lungo alla curva 6 al giro 78 e successivamente caduto in un testacoda che, dopo molti secondi di attesa, ha obbligato la direzione gara ad appellarsi nuovamente alla Pace Car.
Archiviate le quattro tappe consecutive di un bollente luglio, ora la IndyCar va in pausa e si prepara a tornare in pista tra due settimane per il 15° e terzultimo round in quel di Portland, che potrebbe diventare il teatro del quarto titolo di Alex Palou.