Dopo cinque tentativi andati a vuoto, alla sesta occasione Alex Palou ha finalmente centrato l’impresa: lo spagnolo ha trionfato nella 109ª edizione della Indy500, spezzando una lunga serie di delusioni e regalando alla sua terra la prima affermazione nella 500 Miglia. Il pupillo di Chip Ganassi Racing ha mostrato tutta la sua forza nel concitato finale, riuscendo a tenere a bada un agguerrito Marcus Ericsson e a tagliare il traguardo davanti a tutti. Un traguardo a lungo inseguito e finalmente raggiunto per Palou, già tre volte campione IndyCar e protagonista assoluto della stagione in corso, che ha sempre sognato di imporsi anche sugli ovali — obiettivo centrato proprio nella leggendaria cornice dell’Indianapolis Motor Speedway.
PALOU SCHIACCIASASSI
Prima della grande corsa lo stesso Palou aveva dichiarato che la sua carriera non sarebbe mai stata completa senza una vittoria alla Indy500. Ora, nella sua stagione migliore da quando è approdato in IndyCar, scrive il suo nome nella storia e si proietta verso un potenziale quarto titolo, forte di cinque vittorie in sei gare.
La manovra decisiva è avvenuta a 14 tornate dalla fine, con Palou che ha superato la Dallara #28 targata Andretti di Ericsson in curva 1. I due si sono poi accodati a Louis Foster e Devlin DeFrancesco — ormai doppiati — fino alla conclusione dei 200 giri previsti, chiusi in bandiera gialla per l’incidente di Siegel. Grazie alla scia offerta dai piloti del team Rahal, Palou ha saputo gestire ottimamente il traffico, contenendo l’assalto di Ericsson, che non è più riuscito a replicare, complice anche la neutralizzazione finale causata dall’incidente di Siegel.
DELUSIONE PER ERICSSON, PREMA SFIORA LA TOP10
Se Palou ha festeggiato con lacrime di gioia, non è stato lo stesso per Marcus Ericsson, i cui occhi lucidi nel post-gara hanno restituito l’immagine perfetta della delusione dello svedese. Terzo gradino del podio per un ottimo David Malukas, che regala un grande risultato alla A. J. Foyt Racing. Ai piedi del podio Pato O’Ward, quarto con la Arrow McLaren #5, speranzoso di trovare lo slancio per attaccare i primi ma rimasto bloccato alle spalle di Malukas.
La prima partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis per il team Prema ha mostrato segnali incoraggianti, pur con qualche rammarico. Robert Shwartzman, autore dell’incredibile Pole Position, è stato costretto al ritiro a causa di un danno alla ruota anteriore sinistra, conseguenza di un contatto con il muretto ai box. A tenere alta la bandiera della squadra veneta ci ha pensato Callum Ilott, 12° al traguardo, capace di infilarsi tra i primi 5 nelle fasi di gara interrotte dalle caution. Quando, però, la corsa si è allungata in stint più regolari, Ilott ha perso un po’ di tempo rispetto agli avversari, ma il 12° posto alla prima Indy500 rappresenta un risultato più che buono per una squadra che fino a poco tempo fa non aveva mai visto Indianapolis.
INCUBO MCLAUGHLIN, PENSKE AFFONDA
Per molti veterani, invece, è stata una giornata storta. La gara è stata interrotta ancora prima di cominciare per via di un inaspettato incidente di Scott McLaughlin durante la fase di riscaldamento gomme. “Il peggior giorno della mia vita”, così ha commentato il pilota Penske, scuro in volto e attonito per quel che è successo. Gara negativa anche per Scott Dixon, 6 volte campione IndyCar, che ha visto la sua corsa compromessa da un principio d’incendio nella zona della gomma posteriore sinistra, problema che ha richiesto la sostituzione della pinza in pit lane e lo ha relegato a tre giri dal leader.
Anche Josef Newgarden, vincitore delle ultime due edizioni, ha dovuto arrendersi. Dopo essere risalito fino al 6° posto partendo dal 32° per via di una penalità legata a modifiche sulla sua vettura (attenuatore posteriore) e su quella di Power, il vincitore del 2023 e 2024 ha dovuto ritirarsi al giro 135 per un guasto al sistema di alimentazione. Power, dal canto suo, si è dovuto accontentare del 19° posto dopo un rifornimento rapido (splash&go) nelle battute finali.
COLPI DI SCENA AI BOX
Momenti di tensione non solo in pista, ma anche e soprattutto ai box, dove si è verificato un testacoda per Rinus VeeKay subito dopo la linea del limitatore. Più grave la situazione per Alexander Rossi, la cui vettura ha preso fuoco dopo una perdita d’olio. Il team Carpenter, durante un rifornimento di bioetanolo — combustibile di base incolore — ha versato del liquido sui residui d’olio, generando le fiamme. A farne le spese è stato un meccanico, soccorso tempestivamente e trasportato al centro medico. E proprio nella pit road si è spezzato il sogno di Ryan Hunter-Reay, la cui strategia avrebbe offerto la possibilità di lottare per la vittoria. Nell’ultimo pit stop “Captain America”, in quel momento leader della corsa, è rimasto a secco all’ingresso della pit road, riscontrando un problema all’alimentazione e ritirandosi a 29 giri dalla fine.
La vittoria di Alex Palou è peraltro arrivata al termine di una corsa contraddistinta da più volti. La prima metà è stata congestionata da ben 5 caution:, tra cui quella provocata dal ritiro di Marco Andrettti al via (contatto con Jack Harvey) e quella causata da Kyle Larson in curva 2, nel quale sono stati coinvolti Kyffin Simpson e Sting Ray Robb. Domenica da dimenticare per Larson, volato subito a Charlotte per prendere parte alla Coca Cola 600 della NASCAR Cup Series, gara chiusa in anticipo per un incidente.
109^ INDY500: I RISULTATI
Chiuso il capitolo Indy500, ora l’attenzione si sposta su Detroit, che domenica 1/6 ospita l’omonimo Gran Premio. Le 5 vittorie su 6 gare portano Palou a vantare ben 115 punti di margine su Pato O’Ward, equivalenti a più di due gare di vantaggio.