F1 sotto la pioggia? I piloti hanno un’idea ed invitano la F1 ad innovare!

Ago 10, 2025

Paolo D’Alessandro

Il weekend di SPA ha portato dietro di se uno strascico di polemiche e dubbi riguardo le prestazioni della Formula 1 sotto la pioggia. Fondamentalmente, secondo gli appassionati ma anche qualche pilota, sotto la pioggia non si corre più. La direzione gara ha fatto di tutto per tirare la partenza e cercare poi di correre su una pista umida, che si è asciugata velocemente, disputando poi una gara ‘normale’, con gomme slick. Questo ha penalizzato chi aveva impostato assetti in previsione della pioggia. A dettare legge però è il tema sicurezza, soprattutto in una pista come quella del Belgio, dove recentemente sono successi più incidenti spaventosi, ed anche alcune perdite che la F1 ricorda e da cui ha preso esempio, cercando di evitare il ripetersi di tragici avvenimenti. Cosa può fare la F1 per risolvere il problema?

Gomme e macchine: è una combinazione di fattori che ha reso ad oggi molto difficile correre con la pioggia

Il tema principale, come detto, è quella della sicurezza. Le F1 moderne sono lunghe, larghe e pesanti e soprattutto molto più veloci di quelle del passato. Ad aumentare è stato principalmente il carico aerodinamico che le rende dei ‘mostri di velocità’ nelle curve. Il fondo piatto della precedente generazione ed ancor di più il fondo con i Tunnel Venturi di questo ciclo regolamentare producono una quantità enorme di downforce che tiene incollate le vetture alla pista. I flussi che investono la macchina in questo caso sono accompagnati anche dalla stessa acqua che ristagna sul circuito e questo causa importanti vortici che alzano e nebulizzano l’acqua, penalizzando di molto la visibilità. A peggiorare la situazione in questi anni ci sono gli enormi diffusori posteriori che alzano un impressionante quantità d’acqua, sparandola in cielo e rendendo più complicata la situazione a chi è dietro. Fondamentalmente, quando parliamo di scia e vortici nocivi che influenzano l’aerodinamica, quello di per se è già un disturbo; aggiungiamo l’acqua a peggiorare la visibilità e si fa presto a capire quanto la situazione possa essere difficile. Ma il diffusore è solo un esasperatore di questo problema.

Il fondo e la macchina di per se alza molta acqua, e le gomme sono un “problema” ulteriore. Paradossalmente, Pirelli ha fatto un prodotto che semplicemente funziona fin troppo bene. Gli è stato chiesto di produrre uno pneumatico che raccolga ed espella l’acqua che si deposita per terra, e così è stato fatto. Al tempo stesso deve assicurare molto grip e prestazione; ma non deve usurarsi subito, altrimenti durerebbe pochi giri. Un mix di richieste difficile da mettere insieme. L’Intermedia però si sta dimostrando negli anni una buona gomma, mentre la Full Wet non viene mai usata perché raccoglie fin troppa acqua. E quindi la visibilità è peggiore. Fondo, diffusore, gomme… tutte concause che portano a non riuscir più a correre sotto la pioggia, a causa di una scarsissima visibilità. Non si tratta di coraggio, ogni pilota andrebbe a correre sotto l’acqua, ma le situazioni degli ultimi anni consigliano molta prudenza. E quindi?

I piloti vogliono correre, ma serve trovare una soluzione alternativa: l’asfalto potrebbe essere la soluzione?

Come scritto, è insieme di fattori e tornare a vetture con un fondo più piatto e diffusori meno estremi, migliorerà la situazione ma non la risolverà. Le auto continueranno a generare vortici e sollevare acqua; le gomme saranno leggermente più strette ma comunque di dimensioni importanti e solleveranno molta acqua; e da non dimenticare che dal prossimo anno si avranno modalità che ridurranno il carico sui rettilinei – ed infatti si discute anche di come comportarsi con la nuova aerodinamica attiva sotto la pioggia. Una situazione intricata che richiederebbe un approccio più…coraggioso ed innovativo. “Questi nuovi asfalti hanno tanto grip, ma diventano degli specchi sotto la pioggia” ha dichiarato Fernando Alonso nel corso del GP di Ungheria, commentando le recenti vicende di SPA. Ricordo quando correvamo in Malesia, nel 2017 per esempio. C’era molta acqua, ma avevamo corso senza problema. E vedo anche su alcune autostrade, quando piove, che non sollevano acqua. Non c’è lo spray che da fastidio”. Il fattore negativo, come dice Alonso, sarebbe forse poi un degrado eccessivo sull’asciutto “Ma su questo potremmo poi lavorarci”, dice lo spagnolo.

A fargli eco, proponendo una soluzione alla F1, è il suo connazionale, Carlos Sainz. “Ho sempre pensato che la F1 dovesse innovare e provare ad inventare cose nuove. Ci sono alcuni tipi di asfalto che aiuterebbe con questo problema, ma molto circuiti semplicemente non lo usano” ha detto il pilota attualmente il Williams. Questo è un invito: siccome le macchine non torneranno alle dimensioni di un tempo, le gomme rimarranno larga e la visibilità sarà ancora un fattore: perché non provare con un asfalto diverso? In effetti la F1 si è sempre dichiarata aperta a nuove soluzioni e ad innovazioni, dal tema Power Unit a quello sul fronte sicurezza. Fernando Alonso e Carlos Sainz hanno lanciato la loro proposta, per evitare un ripetersi di SPA 2021 e anche (in parte) 2025.

Autore

RIPRODUZIONE VIETATA. I trasgressori saranno perseguibili a norma di legge