La Formula 1 si sta preparando ad affrontare un momento di cambiamento e di rivoluzione. Il prossimo anno le regole cambieranno in modo radicale. Le discussioni sul futuro continuano dietro le quinte, sia per eventuali nuovi motori, ma anche per quanto riguardo le formulazioni dei calendari, il numero di sprint ed altre possibili novità al regolamento sportivo. Intanto, per il 2026, è stato confermato il numero di 24 gare con 6 Sprint. Intervenuto al podcast BSMT, registrato prima del GP di Monza, il CEO di Formula 1 Stefano Domenicali ha parlato nello specifico della situazione riguardante Imola, il suo futuro ed anche della rivoluzione 2026.
Imola importante nell’era COVID, Domenicali e F1 aspettano una nuova proposta ma ci sono alcuni ostacoli
E’ ben noto a tutti i legame di Stefano Domenicali con l’Italia, l’Emilia Romagna e in particolare Imola. La sua terra. Probabilmente nessuno più di lui vorrebbe rivedere l’Enzo e Dino Ferrari tornare in calendario, ma nel suo ruolo deve ovviamente badare agli interessi della F1 in primo luogo. “Durante il periodo Covid avevamo il problema di trovare paesi e circuiti che ci volevano ospitare. Per uno sport mondiale come noi, rischiavamo di chiudere. Invece siamo stati i primi ad inventare protocolli, la creazione delle varie bolle e soluzioni per andare in giro per il mondo e sopravvivere, anche se mancava poi il pubblico sugli spalti”. Come ben noto questo è stato un problema per chi si rendeva disponibile ad organizzare un GP, poiché sarebbero mancati gli introiti del pubblico. Qualcuno si è tirato indietro, qualcun altro si è fatto avanti. “Imola c’è stata ed ha dato la sua disponibilità. Il rispetto che ho per Imola è altissimo”.
Il GP di Imola è potuto così tornare nel calendario di Formula 1 e rimanerci per qualche anno, ma adesso è di nuovo fuori. C’è ancora una piccolissima possibilità qualora ci fossero problemi con il nuovo GP di Madrid in fase di costruzione. Stefano Domenicali però non chiude del tutto le porte ad un suo ritorno in futuro, esponendo però quali siano le complicazioni. “Ci sono slot a rotazione nel calendario, però con l’aumento delle richieste, avere 2 GP nello stesso paese deve presentare elementi che giustifichino questa scelta.” Chiaramente Imola è un tracciato storico, ma questo non basta per guadagnarsi un posto all’interno del calendario di F1. “E’ un elemento importante per chi, come me, segue la F1 da tempo, ma i giovani dimenticano in fretta il passato e cambiano pagina velocemente. Per i nuovi che arrivano, correre a Montecarlo o Las Vegas è lo stesso. L’elemento storico deve essere sostenuto da una struttura che guarda al futuro“. In questo senso Domenicali ha detto che uno dei problemi di Imola è la difficoltà nel poter sviluppare nuove strutture e/o alberghi, seppur ci sia uno sforzo che continua ad essere portato avanti. “Mi aspetto una proposta da parte della regione e del comune, che è molto attivo e che ringrazio per l’impegno. Il livello degli investimenti è diverso dal passato e c’è una competizione diversa, un contesto più aggressivo. Il calendario difficilmente crescerà rispetto al numero di eventi che c’è oggi”.
Domenicali svela un primo obiettivo raggiunto dalle regole 2026
In vista del prossimo anno, Domenicali ha parlato di quella che sarà la rivoluzione regolamentare che ha già raggiunto uno dei primissimo obiettivi che si era fissata. “La F1 è sempre stata affiancata allo sviluppo tecnologico ai massimi livelli. Oggi questo non basta più e bisogna calcolare anche la sostenibilità. Per questo motivo abbiamo pensato a motori ibridi con benzine sostenibili. I costruttori di automobili vicino una crisi del settore importante, però penso che noi abbiamo centrato l’obiettivo visto che anno prossimo avremo Honda, Audi, Cadillac, Ford e GM“ ai quali si uniscono chiaramente Ferrari e Mercedes, che rimangono in F1, con la perdita della sola Renault che ha chiuso il suo progetto Power Unit in quel di Viry Chattilon, per motivi principalmente economici, legati agli scarsi risultati.
“I regolamenti fanno parte della spinta pulsante che rende la F1 attraente”. Insieme a questa però, c’è chiaramente il pilota. L’uomo. Una figura che Stefano Domenicali ritiene fondamentale e che deve essere al centro di tutto. “Spesso si fa il confronto con la MotoGP. Certamente nelle due ruote la percentuale d’importanza del pilota è superiore. In F1 senza una macchina competitiva non vai da nessuna parte, ma il pilota può comunque fare la differenza“. L’ex Team Principal Ferrari porta l’esempio, vissuto in prima persone, di Michael Schumacher. Secondo il manager italiano infatti lui è stato il primo a capire l’importanza e volere più tecnologia possibile sopra una vettura di F1. “Lui ha permesso alla tecnologia di essere applicata in maniera esagerata alla macchina. Tutti i manettini che vediamo oggi, lui è stato il primo a capire che la macchina di F1 andava sviluppata in modo diverso”. Il CEO della F1 non nasconde che lui ancora oggi rimane sorpreso di quanto lavoro il pilota debba fare in macchina e di quanto ce ne sia dietro le quinte. “Rispetto ad altri sport, la F1 ha un livello di complessità tale che c’è un gruppo di ingegneri che lavorano in simulazioni, analisi, preparazione e lavoro dietro le quinte che è spaventoso. Il 90% o più delle persone non immagina nemmeno quanto lavoro ci sia che non si vede”