Aston Martin: ecco la nuova Academy e perchè era imprescindibile

Giu 25, 2025

Jacopo Moretti

Aston Martin ha ufficialmente lanciato la sua Academy per giovani piloti in Formula Uno. Dopo il discreto successo del programma di formazione piloti  – che conta talenti del livello di Jack Crawford, attualmente quarto nella classifica iridata di Formula 2 –  il team di Silverstone ha inteso espandere i propri piani, puntando ad identificare e seguire i propri piloti in tutte le categorie di motorsport, partendo sin dai giovanissimi sui go kart. Proprio in tal senso, è stata stipulata una collaborazione con la DPK Racing, squadra ufficiale della FA Alonso Kart, così da poter seguire i giovani talenti sin dai primissimi giri. L’Academy comprenderà una formazione a livello fisico, mentale oltre che la preziosa opportunità di seguire la squadra nei weekend di Formula Uno.

Boya primo membro della Academy Aston Martin, Cowell: “lo seguiremo sotto ogni aspetto”

Il primo membro della nuova fucina di talenti di Silverstone sarà il 21enne spagnolo Mari Boya, che – si legge nell’annuncio del team – sarà seguito con un “programma completo studiato per portare i giovani talenti all’apice del motorsport“.  “Siamo molto contenti di avere Mari nel nostro programma – sono le parole del Team Principal Andy Cowellè un talento molto promettente, ha velocità ed è molto determinato. Il nostro obiettivo è ora quello di supportarlo in ogni aspetto della sua carriera, dal passo gara ai feedback tecnici fino ai rapporti con i media, per prepararlo ai livelli più alti di competizione“. “Siamo inoltre assolutamente orgogliosi – prosegue poi – di aver lanciato la nostra Aston Martin Aramco Formula One Team Driver Academy, un programma studiato per identificare, supportare e sviluppare i migliori talenti. Questa iniziativa ci permetterà di formare la prossima generazione di piloti, aiutandoli a crescere in modo completo dentro e fuori il tracciato. Si tratta di una nuova sfida per noi, oltre che un assoluto privilegio“.

Perché avere un’Academy era imprescindibile nei piani di Lawrence Stroll:

Aston Martin

La scelta di Aston Martin si inserisce nel programma di espansione del team fortemente voluto da Lawrence Stroll. Oltre alle nuove infrastrutture – tra tutte l’avveniristica galleria del vento ultimata pochi mesi fa – la squadra inglese ha così inteso dotarsi di una struttura per la formazione interna dei propri giovani talenti, circostanza ormai imprescindibile per chi, come Aston, ambisce a diventare un top team. Le Academy hanno, infatti, assunto un ruolo sempre più importante nelle dinamiche delle scuderie di prima fascia, basti pensare che tutti i cinque piloti all’esordio nel mondiale 2025 di Formula Uno (Antonelli, Bearman, Hadjar, Bortoleto e Lawson) erano già membri di un programma di formazione per giovani talenti prima di prendere parte alla loro prima stagione in classe regina. Seguire un pilota fin dalle prime fasi della carriera – e dunque dai kart o dalle primissime esperienze in monoposto – è ormai divenuto un obiettivo prioritario per le scuderie, che non attendono più che un talento arrivi nelle categorie propedeutiche alla Formula Uno prima di metterlo sotto contratto.

Il cambio di mentalità e il ruolo di Newey:

Aston Martin

Tra gli aspetti interessanti della “nuova” Aston Martin – in cui si inserisce anche la volontà di coinvolgere i giovani piloti sin da giovanissimi – c’è sicuramente il tentativo di imporre una nuova mentalità al team. Si tratta di un fattore a cui, per certi versi, si è già assistito nella oggi vincente McLaren, dove Andrea Stella ha più volte spiegato di aver insistito per un miglior “uso” del personale a sua disposizione piuttosto che una rivoluzione dell’organico già presente. In questo senso, Adrian Newey sta provando ad esportare lo stesso pensiero a Silverstone. Già a Monaco, infatti, il genio inglese aveva spiegato di aver trovato una squadra “talentosa ma ancora incapace di lavorare in modo unito“. E lo stesso Newey è ben consapevole di non poter progettare una monoposto in solitaria, ragion per cui ha già coinvolto il team di progettazione per creare una squadra unita per gli anni a venire.

Proprio in quest’ottica, in Aston si intende lavorare su più fronti. Un team di progettazione unito, che possa apprendere dal migliore così che la scuderia possa crescere il “Newey del futuro” direttamente in casa. E al contempo un programma in grado di trasmettere la stessa attitudine anche ai piloti in crescita a Silverstone: una formazione con un coinvolgimento diretto, in pista, ovvero il modo migliore per apprendere le dinamiche di una scuderia così da poter essere pronti a scendere in macchina. Un vantaggio importantissimo rispetto a chi, provenendo dall’esterno, necessiterebbe inevitabilmente di ulteriore tempo e risorse prima di poter entrare a far parte di una macchina complessa come una scuderia di Formula Uno.

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