Negli ultimi anni uno dei punti di forza della Ferrari è stata la competitività in circuiti cittadini: la capacità di affrontare i dossi perdendo minime quantità di tempo e la forza in trazione permetteva di tirare fuori il meglio in queste situazioni. Con il cambio di filosofia tra SF-24 e SF-25 una parte di queste caratteristiche si è persa e, soprattutto, i rivali hanno fatti passi in avanti significativi in queste aree: Mercedes, Red Bull e McLaren sono più competitive in tracciati di natura cittadina e questa potrebbe essere l’ultima opportunità per evitare la prima stagione senza vittorie nell’era a effetto suolo, iniziata con la doppietta in Bahrain. Il layout predilige curve a bassa velocità, dove ci sono stati miglioramenti da Austin in poi, ma specialmente il weekend si disputerà con temperature assolutamente basse. Le previsioni indicano minime di circa 10°C in tutti e tre i giorni di azione: Formula 1 ha anticipato di due ore le sessioni rispetto allo scorso anno, quando le temperature della pista non superarono i 18°C in gara. In ottica Mondiale, Piastri è certo di arrivare in Qatar ancora in lotta, mentre Verstappen dovrà perdere meno di 9 punti da Norris per assicurarsi di avere matematicamente delle possibilità nelle ultime due gare. Dopo i due successi in Texas e Città del Messico, una vittoria nel GP di Las Vegas segnerebbe la terza di fila per l’inglese.
Red Bull, Mercedes e McLaren competitive in sessioni fresche, Ferrari? Sarà ancora più “Formula gomme” a Las Vegas
Le due qualifiche più fredde dell’anno finora sono state quelle di Baku e Silverstone – con 26°C e 27°C di pista rispettivamente – entrambe timbrate da Max Verstappen e Red Bull. Con l’anticipazione delle sessioni potremo osservare temperature leggermente superiori, ma in ogni caso si incontreranno le condizioni più fredde dell’anno. La RB21, così come W16, finora non ha mostrato grossi problemi a introdurre gli pneumatici nella corretta finestra anche con temperature rigide; il GP di Las Vegas metterà alla prova questo trend, ma le premesse sono a favore. McLaren è una vettura per tutte le condizioni, ma forse un tracciato come quello americano può limitare i punti di forza dei papaya. Non sarebbe una sorpresa vedere ciascuno dei primi tre team in Pole Position il venerdì notte. Infatti, Russell e Verstappen hanno vinto le ultime tre gare cittadine (Montreal, Baku, Singapore) e quest’anno le loro vetture sono le più competitive in queste situazioni sul giro singolo. Red Bull e ancor di più Mercedes si esaltano nel longitudinale, eccellendo su tracciati dove le forze laterali a cui è sottoposta la vettura sono ridotte al minimo: Baku e Singapore sono due esempi perfetti e i risultati sono chiari. Dall’altra parte, nei cittadini McLaren non è in grado di sfruttare la bontà della propria macchina nelle curve in appoggio e questo weekend dovrà adattarsi all’utilizzo di ali più scariche, un fattore che viene maggiormente incontro alle caratteristiche di Red Bull e Ferrari.

Tuttavia la squadra che arriva in Nevada con più punti di domanda è indubbiamente Ferrari: dalla pausa estiva è la squadra con il minor numero di punti conquistati (102 in 7 gare e 2 Sprint), più di 60 punti dietro Red Bull e Mercedes. I passi avanti di Austin, ampiamente discussi e analizzati su Autoracer nelle ultime settimane, hanno garantito un piccolo miglioramento nelle prestazioni in qualifica e un salto più grande in gara, ma senza aggiornamenti la SF-25 fatica a competere con il trio di testa nella maggior parte dei tracciati. Una delle tipologie di tracciati in cui la Rossa non ha rispettato le attese sono quelli cittadini: sono mancati due decimi rispetto a McLaren e Red Bull, addirittura tre se si confronta con Mercedes! Il GP di Las Vegas può essere diverso? Le caratteristiche aerodinamiche del tracciato emulano quelle di Baku: curve a bassa velocità, tutte con velocità minima sotto i 120 km/h ad eccezione di curva 3, e lunghi rettilinei dove la SF-25 può sfruttare le proprie doti di efficienza. Sarà proprio nei quattro allunghi dove si superano i 300 km/h (con due zone DRS) che i ferraristi proveranno a fare la differenza montando, probabilmente, l’ala posteriore già utilizzata a Monza. Sulla carta può essere una tappa competitiva per Leclerc e Hamilton, ma molto dipenderà da condizioni ed esecuzione.

L’anno scorso una ridotta finestra di funzionamento ha messo in difficoltà i due piloti, specialmente Leclerc, e la SF-24 aveva pagato da Russell 3 e 6 decimi (con Sainz e Leclerc) nel primo settore. Quest’anno ci si aspettano meno problemi da questo punto di vista grazie a una migliorata gestione del warm up della gomma. L’esecuzione della qualifica sarà ancora una volta fondamentale per riuscire ad essere competitivi: nelle ultime tre tappe Leclerc è riuscito a massimizzare la posizione in griglia, in Nevada sarà una prova ancora più difficile. Come accaduto in Messico, dove Ferrari è stata complessivamente terza forza poco dietro Red Bull, l’asfalto liscio può aiutare gli ingegneri a cercare impostazioni estreme senza temere l’eccessiva usura dello skid. Inoltre le condizioni di bassissimo grip dell’asfalto, insieme ad una mancanza di stress laterale sulle gomme nel corso del giro, rendono tanto difficile quanto importante riuscire ad estrarre il grip dalle mescole Pirelli e successivamente gestire lunghi stint. A questo proposito McLaren ha più volte dimostrato di essere il riferimento per quanto riguarda la capacità di riscaldare e mantenere in vita gli pneumatici in gara: se i papaya si possono aspettare una qualifica insidiosa, la MCL39 avrà delle buone armi in gara. Parlando della squadra di Andrea Stella, per Oscar Piastri l’appuntamento di questo weekend può essere l’ultima occasione per rientrare in classifica sul compagno, ma le condizioni di bassa aderenza hanno più volte messo in difficoltà l’australiano.
Pirelli: C6 evitata, confermata la scelta del 2023 e 2024. Eliminato il pericolo graining?
Pirelli non porterà la mescola più morbida in assoluto per il GP di Las Vegas: è stato preferito confermare la scelta degli scorsi anni per ridurre al minimo i problemi legati all’utilizzo degli pneumatici. Il fornitore unico ha sottolineato come la scelta di non optare per il tris più morbido è legata al rischio che il graining possa compromettere l’efficacia della soft. Il surriscaldamento della superficie degli pneumatici rispetto alla carcassa è un problema non trascurabile in Nevada: le temperature rigide unite ad assetti da bassissimo carico, che portano allo scivolamento in curva, sono alcuni fattori che contribuiscono a questo fenomeno con cui i piloti dovranno fare i conti in gara. “Da un lato si vuole che il pilota spinga di più durante il giro d’uscita per mettere la gomma nella giusta finestra di temperatura, dall’altro però si rischia di danneggiare precocemente la superficie del battistrada, già resa fragile dalle basse temperature” ha rivelato Antonino Mazzola, Tyre Engineer di Ferrari. Sono confermate pressioni di partenza estreme di 28 e 26 psi, all’anteriore e posteriore rispettivamente, per favorire l’ingresso nella finestra di funzionamento nei primi giri di utilizzo in condizioni particolari. In qualifica sarà ancora una volta cruciale il primo settore dove sono presenti due curve ad ampio raggio, dove sarà fondamentale avere in temperatura la C5 nel giro secco: la Pole Position potrebbe dipendere da questa sezione e, quindi, dal giro di preparazione degli pneumatici.

La costruzione migliorata delle mescole, che presentano proprietà meccaniche migliorate, potrebbe mitigare il problema ma non è esclusa la sua presenza. In particolare seguire vetture sarà piuttosto complicato proprio per via dell’assenza di grip che porta al graining e ad una perdita di tempo rilevante nell’economia della gara. Essendo un circuito cittadino, l’evoluzione del tracciato nel weekend sarà marcata e rilevante specialmente nella qualifica del venerdì notte. In gara sarà importante valutare la possibilità dell’intervento della Safety Car considerando le varie possibilità di sorpasso nel GP di Las Vegas: in questo caso potrebbe essere influenzata la strategia che, in condizioni ideali, prevede una sola sosta. L’anno scorso furono utilizzate medie e hard principalmente: il degrado limitato porta le squadre a preferire il pit stop singolo.



