Elezioni FIA: nessuno può vincere contro Ben Sulayem… per ora

Nov 17, 2025

Jacopo Moretti

La mia corsa alla presidenza FIA è finita”. Così Tim Mayer, statunitense classe 1966, candidatosi durante l’estate per sfidare Ben Sulayem al vertice della Federazione Internazionale, aveva annunciato la fine della sua “corsa” elettorale con ben due mesi di anticipo. A luglio Mayer si era detto pronto a porre fine al “regno del terrore” dell’attuale Presidente Ben Sulayem, poi ha annunciato che  “a dicembre non ci sarà nessuna elezione, ma solo una illusione di democrazia”. Con lui, anche gli altri candidati, partendo da Sainz Sr. fino alla giovanissima Laura Villars, si erano presto resi conto di non poter competere con l’emiratino. E così la FIA ha ufficializzato che anche per queste elezioni ci sarà un solo nome in corsa (quello dell’attuale Presidente). Ecco perché.

Riavvolgendo il nastro, lo scorso anno Mayer era stato rimosso dal suo ruolo di commissario sportivo da Ben Sulayem, che lo ritenne responsabile dell’invasione di pista “anticipata” da parte di 200 tifosi durante il GP degli Stati Uniti.  “Lo ha fatto solo per rabbia nei miei confronti, e per giunta con un semplice messaggio”, replicava allora il figlio del cofondatore della McLaren, Teddy Mayer. Poi, a luglio 2025, l’affronto diretto: Mayer si candida alla presidenza FIA, sfidando direttamente il “rivale” Ben Sulayem

I CANDIDATI LASCIANO LA CORSA: “È UNA ILLUSIONE DI DEMOCRAZIA”. GLI INVESTITORI AVANZANO SOSPETTI

Assieme a Mayer, il panorama dei candidati conta i profili più disparati: c’è quello di Sainz Sr., poi ritiratosi con la convinzione che “l’organizzazione vada cambiata”, c’è poi Laura Villars, prima donna in corsa alla presidenza FIA e presto scomparsa dai radar. Stessa sorte anche per l’altra candidatura “rosa” di Virgine Philippot. E, infine, ha dovuto mollare la presa anche Mayer, presto obbligato a sostituire il suo “portiamo avanti un cambiamento” con un mesto: “la mia candidatura finisce qui, ma non la nostra campagna per migliorare la Federazione”. Insomma, tutti i candidati si sono fatti da parte. Perché?

FIA Ben Sulayem

La principale ragione sarebbe da ricondurre al complicato meccanismo di elezione alla carica di Presidente della Federazione, che prevede che ogni candidato debba munirsi del supporto di ben sette vicepresidenti provenienti da un’ampia rappresentanza di club automobilistici internazionali. Tra questi, a far dormire sonni tranquilli a Ben Sulayem ci sarebbe l’unica rappresentante del Sud America, ovvero Fabiana Ecclestone. La Ecclestone, moglie dell’ex patron della F1 Bernie, ha più volte ribadito il pieno consenso all’emiratino, sostanzialmente impedendo a qualsiasi altro candidato di munirsi della “lista” di sostenitori necessaria per presentarsi come sfidante alle elezioni di dicembre.

Questa volta non ci sarà nessuna elezione. Non ci sarà dibattito, nessun confronto tra visioni diverse, ma un solo candidato, quello attualmente in carica”, spiega Mayer, convinto che l’attuale sistema che porta all’elezione del Presidente della Federazione sia “una vera e propria illusione di democrazia”. Per lo statunitense, “se la FIA proseguirà secondo questa strada, ci saranno gravi conseguenze”. Del resto, diversi club automobilistici – gli stessi i cui vicepresidenti concorrono a formare “la lista” a seguito dei candidati – hanno espresso alcune preoccupazioni, specie considerando che i principali investitori iniziano a non vedere di buon occhio l’attuale sistema di governance della Federazione. Tradotto: gli sponsor temono che i propri investimenti possano essere utilizzati per scopi distanti dal motorsport, non potendosi fidare della leadership di chi si occupa. Un pensiero ben riassunto anche dallo stesso Meyer, ribadendo che non si possa più dare per scontata la credibilità della FIA. Va guadagnata attraverso la trasparenza, la responsabilità e l’integrità”.

LA BEFFA DEL RECLAMO E LA REPLICA DELLA FIA: “I REQUISITI SONO SEMPRE GLI STESSI”

E non finisce qui. L’unica forma di “reclamo” che un potenziale candidato potrebbe avanzare nella speranza di ottenere una modifica dell’attuale meccanismo elettivo è una segnalazione al Comitato etico. Stando a quanto riportato dagli inglesi di The Race, ne sarebbero stati inoltrati almeno sette. Un numero considerevole, se non fosse che chiamati a giudicare degli stessi sono il Senato della Federazione e – per assurdo – anche lo stesso Ben Sulayem, in quanto Presidente. “Il comitato dovrebbe rendere pubbliche le discussioni che riguardano lo statuto – spiega Mayer – eppure alcun verbale è stato pubblicato, le riunioni sono segrete e non si può nemmeno conoscere chi ha presentato una candidatura per il Consiglio mondiale. Non sappiamo nemmeno se il comitato si sia davvero realmente riunito”.

FIA Ben Sulayem

Non è mancata – sempre secondo quanto riportato da The Race – la risposta della Federazione, che tramite un portavoce ha tenuto a far sapere che i criteri di elezioni sono assolutamente trasparenti. “Le elezioni del Presidente sono un processo strutturato e democratico, volto a garantire equità ed integrità in ogni fase. I requisiti previsti per il 2025 sono definiti nello statuto della federazione e nei regolamenti interni, perfettamente disponibili al pubblico sui siti della Federazione. Al contempo si tratta di requisiti che abbiamo già applicato nelle precedenti elezioni”. Insomma, non vi è nulla di nuovo. “Come prevedibile – conclude il portavoce FIA – la preparazione di una candidatura richiede l’adozione di determinate misure. I potenziali candidati hanno avuto il tempo per farlo”.

LA STRATEGIA DIETRO AI RITIRI. E LA VILLARS PORTA LA FIA IN TRIBUNALE

A questo punto è lecito credere che il ritiro “anticipato” delle diverse candidature abbia anche un secondo fine, quasi strategico. Non è, infatti, da escludere che i passi indietro dei vari Sainz Sr., Mayer, etc. nascondano un fine comune: rendere palesi le disparità nel meccanismo elettivo della FIA. Con quale obiettivo? Costringere la Federazione ad un cambiamento. A fianco di questa strategia silenziosa c’è chi, Laura Villars, non ha voluto aspettare. La ventottenne di Ginevra ha portato in Tribunale la FIA, chiedendo di ordinare la sospensione delle elezioni presidenziali. La Corte di Parigi discuterà della domanda della Villars il 3 Dicembre (prima della fine della stagione di F1 2025 e prima delle nuove elezioni fissate il 12 Dicembre). Laura precisa che la sua volontà “non è quella di agire contro la Federazione, piuttosto per preservarla. Ci sono punti chiave, come la democrazia interna e la trasparenza delle regole elettorali su cui ho provato a discutere con la FIA. Le loro risposte non sono mai state all’altezza”.

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