Dominio totale di Lando Norris, un weekend alla Verstappen

Ott 28, 2025

Giuliano Duchessa

Il weekend messicano è stato totalmente dominato dalla McLaren di Lando Norris, il quale ha potuto correre una gara priva di minacce concrete. La sua auto era perfettamente bilanciata tra rigidezza nei curvoni e agilità sui cordoli, l’inglese ha potuto distruggere la concorrenza anche attraverso un miglior degrado, è il distacco più ampio della stagione tra il vincitore e il secondo classificato. Se la MCL39 ad Austin era relativamente più alta del solito rispetto agli avversari, sul circuito di Città del Messico era sicuramente quella messa meglio in termini di altezze. Non è un caso che anche la Ferrari fosse in una posizione migliore, meno limitata nel compromesso.

Norris ha ora preso il comando della classifica mondiale per 1 punto. Se vuole rispondere, Oscar Piastri deve chiedere a se stesso una reazione convincente nelle prossime 4 corse. Il giovane e meno esperto pilota australiano sta attraversando una fase per certi versi difficile da spiegare. Andrea Stella aveva osservato tra qualifica e gara che: “Su Oscar abbiamo rilevato alcuni scivolamenti in curva, stessa cosa ad Austin. Questo è qualcosa che il team esaminerà” aggiungendo anche una considerazione interessante: “In generale Norris è molto forte quando si corre con basso grip mentre Piastri sa sfruttare benissimo l’aumento di aderenza”.

Non a caso l’ex leader del mondiale ha potuto migliorare in una certa misura con l’avanzare del weekend e l’evoluzione di pista. Il suo passo gara era relativamente buono, tanto da battere le Mercedes, ma non cosi buono da riprendere velocemente Bearman. Il circuito messicano non perdona una posizione di partenza attardata. In definitiva è da qualche gara che l’australiano non sente l’auto, non è efficace. Non ci sono elementi per dire che ci sia un colpevole specifico, potrebbe essere un brutto adattamento o una direzione sbagliata mentre l’auto continua a evolvere le prestazioni. Proprio per questo se il team operasse un cambio di chassis non dovrebbe sorprendere.

La Ferrari è ritornata in seconda posizione nel mondiale, ottimo lavoro di Leclerc che ha centrato il suo 50mo podio grazie all’ottimo sabato: la chiave è stata essere l’unico dei top 10 a conservare una mescola soft nuova con Norris. Verstappen e Hamilton hanno perso molto tempo con il corpo a corpo ma sembravano i vecchi tempi, In Messico si è confermato anche il ‘piccolo’ step fatto soprattutto da Leclerc, dopo le modifiche provate nella Sprint Race americana. La nuova sospensione posteriore aveva dato stabilità in frenata, ma limitato la sensibilità in uscita curva. Una fase cruciale in cui il monegasco è abituato spesso a giocare dall’apex in poi. Le regolazioni fatte sul brake-by-wire e la migrazione in frenata hanno in parte aiutato Leclerc a trovare nuovamente migliori sensazioni.

Verstappen nel secondo stint ha recuperato le perdite iniziali dovute alla bagarre con Lewis Hamilton, la sua Red Bull era certamente migliore in gara che in qualifica. Mekies ha applaudito il suo pilota: ”Il suo secondo stint è stato mega, non ha lasciato che il ritmo scendesse e ciò che è riuscito a estrarre dalla macchina era ciò di cui avevamo bisogno per far funzionare la gara. Stava prendendo da sei a sette decimi di Charles Leclerc per giro e avremmo avuto una vera lotta negli ultimi giri senza il VSC”. Il campione olandese non era così felice: “Vediamo cosa possiamo fare nelle ultime gare. Spero solo non ci capiti più un weekend simile, dimostra che non siamo forti ovunque”. Versteppen ha guadagnato 5 punti su Piastri ma ne ha persi 10 da Norris, il che lo rende numericamente più vicino alla testa del mondiale ma in definitiva la sua posizione non si è rafforzata, specie per il livello mostrato da Norris.

Il suo tentativo di catturare Leclerc è stato infine congelato dalla VSC, tuttavia Bearman ha dimostrato prima con lui, poi con Russell e Piastri che non sarebbe stato così scontato passare la Ferrari. L’aria rarefatta a 2200 mt aumenta più velocemente le temperature di esercizio nel settore lento che porta al rettilineo, riduce non solo il carico ma anche il drag e la potenza del DRS.

Ollie Bearman ha battuto sul ritmo le Mercedes, resistendo persino a Piastri. Come ha fatto?

La Haas ha eguagliato il risultato più alto nella sua storia (Grosjean, Austria 2018) di Formula 1 con il quarto posto di Oliver Bearman. Nelle prime fasi ha approfittato delle battaglie che hanno coinvolto le auto davanti, tuttavia aveva preso già in buona posizione scavalcando tre auto. Al giro 6 prende la quarta posizione, che diventa terza quando Lewis Hamilton sconta la penalità. E’ il primo pilota classificato con la strategia a due soste. non poteva tenere dietro Max Verstappen, ma ha resistito alla McLaren n.81 per assicurarsi 12 punti.

Anche Vasseur si è complimentato col suo pilota di riserva in prestito. E’ il miglior risultato di Bearman in Formula 1 anche in termini di consistenza sulle gomme, si può dire che in Messico il giovane rookie prestato dalla Ferrari abbia superato una specie di primo vero esame. “Mettendo l’auto nel finestrino giusto è stato fantastico. Correre fianco a fianco con Max Verstappen è una bella sensazione, è qualcuno con cui sono cresciuto guardando in Formula 1. Abbiamo meritato la posizione, potremmo aver avuto un po’ di fortuna ma è stata la nostra velocità a tenerci lì”. Ha ragione, la sua Haas è stata molto competitiva, ha scavalcato la Sauber in classifica costruttori dove ogni posizione vale 7/8 milioni di dollari.

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