Il weekend in Messico porta sicuramente il nome di Lando Norris, che ha sfoggiato un’intesa perfetta con la sua MCL39. Se nelle libere ha impresso un ritmo gara irraggiungibile per tutti gli altri piloti, in qualifica ha messo insieme il giro perfetto che gli è valso la pole, rifilando un distacco di quasi tre decimi sugli inseguitori e ritrovando quello che era mancato nelle ultime uscite. Nulla hanno potuto fare gli altri contendenti al titolo. Piastri continua a vivere un momento di difficoltà iniziato a Baku con i due incidenti: l’australiano ha lamentato mancanza di passo in tutte le sessioni corse finora, aspetto che impressiona se messo a confronto con quanto fatto vedere dal compagno di squadra. La situazione non migliora con Verstappen, anche lui in lotta con la simulazione gara, che scatterà dalla quinta casella, più avanti di due rispetto al leader del campionato.
NORRIS E IL SEGRETO DEL GIRO PERFETTO
Dei tre contendenti al titolo, Norris è sicuramente il più in forma. A Città del Messico è stato inavvicinabile in tutte le sessioni disputate: nelle libere ha segnato il tempo veloce solo nella terza, ma la simulazione passo gara è stata inarrivabile per tutti. In qualifica, invece, ha messo insieme un giro impressionante staccando di quasi tre decimi le due Ferrari di Leclerc e Hamilton, prime degli inseguitori. Il risultato ha colpito lo stesso Norris: “Sono contento di essere di nuovo in pole, è passato parecchio tempo, quindi è una bella sensazione”, racconta al parco chiuso, “Il giro… non so. È stato uno di quei giri in cui non sai davvero cosa è successo. Mi sentivo bene, ma poi quando ho tagliato il traguardo e ho visto un 15,5, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Quindi mi sono sentito bene per tutto il weekend. Ero un po’ nervoso con la Ferrari in Q3 alla fine, ma ho tirato fuori il meglio di me quando ne avevo bisogno, e ne sono contento”.

Il giro è arrivato per battere il tempo di Leclerc, che era in pole provvisoria dopo il primo tentativo. Norris ha paragonato il suo ultimo tentativo alla pole che ha ottenuto a Monaco. In Messico ha ritrovato quelle sensazioni che sin dall’inizio della stagione ha affermato di non provare sulla monoposto di quest’anno: “Ho spinto sui freni ovunque. Ho spinto un po’ di più sull’alta velocità e tutte quelle cose. Ma non ho un delta, quindi non sapevo se fossi in vantaggio, se fossi in svantaggio, se andasse bene, male, o altro. Ci sono stati un paio di piccoli punti in cui ho pensato di aver sbagliato un tocco e di non aver ottenuto le migliori uscite, ma per il resto le sensazioni erano piuttosto buone. Ero contento, ma pensavo che avrei fatto più o meno 15,9, 15,8. Pensavo che se fossi riuscito a superare Charles, sarei stato piuttosto contento. Così, quando ho visto 15,5 sul cruscotto, mi è venuto un gran sorriso perché era uno di quei giri in cui tutto si è unito in termini di sensazioni. È stato molto naturale e simile al mio giro a Monaco.”
Come sia arrivato il giro, è un mistero anche per Norris stesso, che ha trovato quasi sei decimi tra il primo e il secondo tentativo in Q3. Decimi che si sono rivelati fondamentali per battere il tempo di Leclerc e prendersi quindi la pole. “Molto spesso, nei giri che faccio meglio, non so davvero cosa sia successo o come sia successo. Ma sei decimi: sono rimasto sorpreso.”. Questo accade per un motivo preciso: da Monaco in poi il britannico ha chiesto che non gli venissero esposti i delta, per rimanere completamente all’oscuro di quanto fanno gli altri piloti: “Meno so, meglio vado normalmente nei miei giri di qualifica. Il delta non l’ho avuto da Monaco; non l’ho mai usato da allora in qualifica. Quando non ce l’ho, spingo a prescindere da tutto, non importa come sia stato l’inizio del giro, non importa come sia stata una curva. Immagino sia perché non hai un riferimento e cerchi sempre di massimizzare ogni curva. Altrimenti a volte mi limito a fissarlo troppo e non è mai la cosa migliore.”

Il circuito Hermanos Rodriguez si adatta piacevolmente alle caratteristiche di Norris: il britannico è tornato al comando della sua MCL39, riuscendo a dimostrarne l’intero potenziale in ogni settore. In classifica sono solo 14 i punti che lo separano dal leader Piastri e, viste le difficoltà di quest’ultimo e la partenza dalla settima casella, la gara a Città del Messico può rappresentare un crocevia importante per la corsa al titolo. Quindi, c’è solo un obiettivo: “Sono qui per vincere. Non penserò a fare punti, guarderò avanti. So che avrò dei piloti veloci dietro di me, e la corsa fino alla curva 1 è lunga e così via”. Dietro di lui ci saranno le due Rosse di Maranello e la lotta con Leclerc si prospetta dura, soprattutto ricordandosi della precedente ad Austin: “Il passo gara delle Ferrari è solitamente molto forte. Quindi mi aspetto una battaglia. Non mi aspetto che sia facile. Ma no, occhi puntati avanti e vedrò di quanto potrò vincere”. Piastri e Verstappen partiranno più indietro rispetto a Norris e saranno chiamati a una rimonta per non lasciarsi rosicchiare troppi punti e per non chiamarsi fuori dalla lotta al titolo. Norris, però, sa che saranno anche loro della partita: “Stai parlando di due dei migliori piloti in griglia. Quindi non credo che si possa mai escludere che possano rimontare. Il nostro ritmo di gara è sempre stato molto forte in questa stagione, quindi mi aspetto ancora che Oscar rimonti e faccia una bella gara. E lo stesso con Max: quando mai non è stato all’attacco e non si è fatto avanti? Spero di riuscire a rimanere davanti al primo giro, e poi questi ragazzi potranno tenermi testa a tutti gli altri”.

Parlando della gara, come al solito sarà fondamentale la scelta degli pneumatici: “Con la Hard che è un gradino più dura, questo può cambiare un po’ le cose. Ma la gara dell’anno scorso è stata molto bella ed eravamo molto fiduciosi. Il nostro passo gara era molto forte con la Medium-Hard l’anno scorso. Quindi sì, non credo che siamo troppo preoccupati di nulla. Ma non si sa mai. Possono succedere molte cose qui. È una gara lunga. È facile commettere errori. Molte opportunità di sorpasso, quel genere di cose, ma il ritmo c’è. Quindi finché mi concentro e mi concentro, andrà tutto bene”.
PIASTRI: “PASSO NON PERVENUTO, SITUAZIONE CHE NON MI PIACE”
Se in una parte del box si festeggia, dall’altra continuano le difficoltà iniziate a Baku, quando per la prima volta in stagione Piastri ha commesso due errori fatali prima nelle qualifiche e poi in gara. Le prestazioni dell’australiano nel weekend del Messico stridono se messe a confronto con quelle del compagno di squadra, poleman. Nelle libere, Oscar si era detto tranquillo viste le numerose cose provate, ma in qualifica non va oltre il settimo tempo, che se dovesse mantenersi in gara gli costerebbe la leadership del campionato. “Ci sono stati alcuni aspetti in cui ho pensato di poter sistemare le cose e fare qualche progresso facile, ma non tutti. E penso che in qualifica sentissi di aver fatto un lavoro ragionevole, e anche la macchina sembrava ragionevole. Quindi sì, la mancanza di tempo sul giro è un po’ un mistero. Non ho cambiato molto il mio stile di guida dall’inizio della stagione, e nemmeno qualche gara fa, quando le cose andavano davvero bene. Quindi è difficile individuare dove il tempo sul giro sia stato carente questo fine settimana, ma sono sicuro che lo troveremo.”

Ciò che impressiona, però, è la mancanza di passo riscontrata durante tutte le sessioni. Aspetto che nemmeno lo stesso Piastri riesce a spiegarsi: “Penso che questo weekend e lo scorso siano stati molto diversi rispetto a tutti gli altri: il passo semplicemente è non pervenuto. Tutto sembrava normale e mi sembrava di aver fatto un lavoro discreto, però il tempo sul giro non c’è. Ci troviamo in una situazione che non mi piace. Il problema principale che devo risolvere è ritrovare il passo”. In gara: “Cercherò di partire bene e poi vedrò cosa posso fare. La prima curva è lunga, quindi ci sono delle opportunità e cercherò di coglierle.”
VERSTAPPEN: “È STATO UN DISASTRO FINORA”
La situazione non è migliore nemmeno nel box di Verstappen, che ha lamentato assenza di aderenza durante tutto il weekend. Nelle FP2 è stato il più veloce, lottando con un passo gara che mancava. Nelle qualifiche, però, non è arrivata nemmeno la prestazione sul giro secco, relegandolo alla partenza dalla quinta casella. “Nessun grip, totalmente. Tutto quello che non vorresti che ci fosse, ce l’avevo. Siamo stati lontani un po’ in tutto il weekend, abbiamo provato diverse cose ma non ha funzionato nulla. È andata male, abbiamo cercato ovviamente di trovare una soluzione ma non ci siamo riusciti. Non andrà bene. Non c’è stato alcun aspetto positivo. Non voglio mentire, è stato un disastro finora”.

Le prospettive per la gara, però, non sono delle migliori: “Non mi aspetto di essere in quella battaglia prima di me. Sono chilometri più veloci, quindi dipenderà più dalle persone intorno a me.” E dire che Red Bull ha portato un nuovo fondo in Messico: “Le modifiche sono state abbastanza grandi da far vedere normalmente una differenza, come abbiamo visto negli ultimi tre weekend: se si apporta una modifica, si vede qualcosa, ma tutto questo weekend è stato duro.”



