Ancora una volta, è la pista a parlare: a Barcellona, la McLaren ha risposto con i fatti ai rumors che la indicavano come la squadra più penalizzata dalla nuova direttiva tecnica. Gli avversari speravano in un Mondiale finalmente più aperto, ma hanno dovuto fare i conti con una realtà ben diversa. La grande sconfitta del weekend è senza dubbio la Red Bull. La squadra di Milton Keynes puntava su Montmeló per rilanciare le proprie ambizioni iridate, ma il bilancio è tutt’altro che positivo: Max Verstappen ha visto quasi raddoppiare il distacco in classifica da Oscar Piastri, che ora gestisce un margine di 49 punti sull’olandese. Il circuito catalano ha quindi emesso un verdetto chiaro: il titolo 2025 sarà una questione interna alla McLaren. E le prime avvisaglie di tensione tra i due piloti “papaya” iniziano già a intravedersi.
GP Barcellona: La gestione controllata della McLaren contro l’approccio strategico aggressivo di Red Bull
La gara di Barcellona ha messo sotto i riflettori il lavoro strategico di ogni team. Su un circuito tradizionalmente molto probante per le gomme — aggravato da temperature dell’asfalto che hanno sfiorato i 50 gradi — Pirelli aveva indicato come strategia ideale una doppia sosta soft–media–soft. Una condizione favorevole alla McLaren, che riesce a dare il meglio proprio nella gestione del degrado termico degli pneumatici. Al contrario, la Red Bull, consapevole delle difficoltà della RB21 nella gestione gomme rispetto alla McLaren, ha deciso di imboccare una strada diversa: tre soste, ritmo aggressivo, e nessun compromesso di gestione sul passo gara.
Per Verstappen, scattato dalla terza posizione in griglia, l’unica possibilità di mettere pressione alle due McLaren era superare almeno una delle vetture papaya allo start e sperare che la strategia aggressiva facesse il resto. La sua gara era cominciata nel modo migliore: alla prima curva, Norris è stato sfilato con decisione. Ma il britannico ha reagito nel giro di pochi giri, aumentando il ritmo e restituendo il sorpasso prima della sosta dell’olandese.

Andrea Stella: “Eravamo convinti delle due soste, anche se all’inizio Verstappen ha guadagnato più del previsto. In quel momento ci siamo leggermente preoccupati”
Verstappen si è infatti fermato presto, al giro 13, per effettuare la prima delle sue tre soste. Ma la McLaren, come confermato dal team principal Andrea Stella, non si è mai realmente preoccupata dell’undercut: a parità di età della gomma, Norris era comunque riuscito a ripassare il pluricampione del mondo, segno evidente della solidità complessiva del pacchetto McLaren in questo momento: “Quando abbiamo visto che era rientrato ai box al giro 13, abbiamo pensato che la sua sarebbe stata una strategia a tre soste. Abbiamo pensato che non sarebbe stato un problema (in caso di undercut) perché lo avevamo già superato in pista con Lando in quanto avevamo del vantaggio sul ritmo gara.”
Tuttavia, cronometro alla mano, i tempi dell’olandese erano molto veloci a inizio stint, il che ha fatto dubitare leggermente gli uomini di Woking in merito alla strategia: “Ma la realtà è che era veloce. Quando siamo andati sulle gomme medie nel secondo stint, stavamo spingendo, controllando il ritmo e nonostante ciò stava recuperando più rapidamente di quanto sperassimo. Quindi, a un certo punto abbiamo persino chiesto ai nostri piloti di spingere di più ed entrambi hanno dato risposte come del tipo ‘non sono sicuro di avere molto più ritmo’. In quella fase eravamo un po’ preoccupati che potesse essere una situazione più aperta di quanto pensassimo sarebbe stata nel primo stint. Ma per fortuna Max ha iniziato a non guadagnare dato che Oscar aveva trovato un bel po’ di ritmo alla fine del secondo stint con le medie. Questo ci ha permesso di passare attraverso la sequenza di pit stop in modo controllato.“

Stella: “con le due soste l’unico rischio era rappresentato dal degrado di fine stint”
Il team principal ha sottolineato come, disponendo di una vettura in grado di limitare meglio di tutte le altre il degrado termico delle gomme, non fosse necessario ricorrere a una strategia più aggressiva su tre soste. Per l’ingegnere italiano, l’unico rischio della doppia sosta era il degrado a fine stint, che però poteva essere prevenuto da un’introduzione lenta delle nuove coperture nei primi giri: “Penso che le due soste fossero la strategia più veloce, anche se con un certo grado di rischio. A volte è un po’ imprevedibile quando arriverà il forte degrado. Se guardi la gara, se guardi i tempi all’inizio degli stint, siamo stati molto attenti a non spingere troppo perché se spingi troppo all’inizio avrai un po’ di degrado alla fine che è quello successo con Verstappen nel suo terzo stint.“
Dopo la ripartenza dalla Safety Car degli ultimi sei giri, a Piastri é stato comunicato di gestire le proprie gomme soft, in particolare le posteriori, fino al traguardo. Nonostante l’anteriore sinistra fosse infatti la copertura soggetta ad un’usura maggiore, il degrado maggiore in termini cronometrici riguardava le posteriori: “Su questa pista devi gestire ogni aspetto, ma in particolare la parte posteriore della vettura. Pirelli ha fatto un buon lavoro nel migliorare le gomme anteriori, che ora riescono a evitare problemi come il graining anche su un tracciato tradizionalmente severo sull’anteriore sinistra, come Barcellona. Tuttavia, con queste monoposto estremamente veloci e con le alte temperature, si genera moltissimo calore sugli pneumatici posteriori. Dal punto di vista dell’usura, probabilmente la gomma anteriore sinistra è quella che si consuma di più, come da tradizione su questo circuito. Ma quando si parla di degrado – cioè della perdita di prestazione – il contributo principale arriva dal posteriore. È lì che la gestione fa davvero la differenza.”

Lotta interna per il mondiale piloti, Stella: “Le scintille saranno inevitabili”
Ormai é chiaro che il titolo piloti sarà contesto tra i due piloti papaya: McLaren sta facendo un ottimo lavoro nel gestirli, ma è inevitabile che andando avanti con i weekend la situazione all’interno dei due garage si infiammerà. Le prime scaramucce si sono già intraviste in Spagna, seppur questioni di poco rilievo. In particolare, in Q3 Norris ha cercato la scia di Piastri per il suo tentativo. L’australiano, però, con astuzia ha frenato non appena ha tagliato il traguardo per non concedergliela. Il classe 2001 ha commentato via radio con un secco: “Cheeky” — termine inglese che si potrebbe tradurre come “furbata” o “mossa sfacciata”. Stella ha cercato di sminuire l’accaduto: “É stata una piccola cosa. Diciamo sempre ai nostri piloti di non trattenere nulla in bocca. In questo caso, il commento di Oscar era quello di evidenziare una situazione di cui non abbiamo mai discusso prima. Quindi é uno scenario da affrontare più per la squadra piuttosto che per i piloti.“

Nonostante le prime ‘frizioni’ possano iniziare, Stella ritiene che il comportamento dei briefing non cambierà: “Il briefing non diventerà più difficile. Le conversazioni sono le stesse che abbiamo sempre. Ovviamente quando i due piloti iniziano uno accanto all’altro e ci sono 800 metri prima di curva uno potresti dover ribadire ogni dettaglio del modo in cui corriamo insieme. Ma finora posso solo essere molto grato a Lando e Oscar che si sono avvicinati a questa competizione interna con un grande senso di responsabilità e si sono attenuti fedelmente ai nostri principi e al nostro approccio di corsa.” L’ex Ferrari si aspetta comunque delle scintille tra i due da qui in avanti: “É ovvio che le scintille arriveranno nel corso di un mondiale di questo tipo dove abbiamo la macchina più competitiva.”



