La crescita di Oliver Bearman: “Dopo tre giri a Fiorano era al passo”

Mar 18, 2024

Andrea Vergani

Il giovane inglese della Ferrari ha fatto emozionare tutti i tifosi di Formula 1 negli ultimi giri della gara di domenica, mostrando una velocità e freddezza invidiabili da molti, mantenendo alle due spalle Lando Norris e Lewis Hamilton all’arrivo. Matteo Togninalli, Jock Clear e Riccardo Adami hanno parlato dei dettagli del fine settimana arabo, con elogi ad “Ollie” sotto più punti di vista da parte di tutti e tre. Il ritorno di Carlos Sainz è atteso in Australia ma Bearman sarà pronto per qualsiasi occasione da qua a fine stagione.

Oliver Bearman ha concluso in settima posizione la sua prima gara in Formula 1; in questo millennio solo Kevin Magnussen, Lewis Hamilton, Felipe Nasr e Kimi Raikkonen hanno fatto di meglio, e ad accentuare la positività del risultato c’è il fatto che l’inglese abbia saltato le prime due prove libere su un circuito dove la fiducia nella macchina e pista fa tantissimo. Nonostante lavori a Maranello dal 2022, molti ingegneri sono rimasti sorpresi da “Ollie”, tra cui Togninalli e Adami. Anche Jock Clear, responsabile della Ferrari Drivers Academy, che ha bene in mente l’intelligenza e la freddezza di Bearman, è rimasto senza fiato negli ultimi dieci giri nonostante il suo lavoro riguardi la macchina di Leclerc. A partire dalle procedure di sicurezza e interne, passando per i dettagli per massimizzare la prestazione, anche Ferrari ha fatto un buon lavoro permettendo a Bearman di esprimersi al meglio.

Matteo Togninalli: “A Jeddah Bearman sapeva subito come operare”

In una tripla intervista rilasciata dalla Ferrari, Matteo Togninalli, Head of Track Performance della Scuderia, è sembrato quello più impressionato dalla prestazione e dall’approccio di “Ollie” sostenuto dalla squadra in diversi modi: “Abbiamo evitato di scendere nei dettagli per non sovraccaricare il pilota, e permettergli di concentrarsi sugli aspetti fondamentali e non perderlo tra i dettagli”, anche il focus degli ingegneri è dovuto cambiare per favorire una crescita più stabile nel corso del fine settimana: “Quello che abbiamo provato a fare con gli altri ingegneri, e con tutta la squadra, è stato di tenerlo concentrato ed evitare di metterlo in una posizione in cui si sente obbligato a stupire in quel fine settimana, è molto importante e può capitare in queste situazioni”.

Il percorso di Bearman con la Ferrari, e la Ferrari Drivers Academy, è partito nel 2022 ma si è sviluppato specialmente nel 2023 con tanto lavoro al simulatore: “Si è unito a Ferrari nel 2022, ha passato molto tempo al simulatore, solo nel 2023 ha fatto 40 giorni aiutandoci in supporto alle gare e sviluppo della vettura, ed è stata una buona scuola.” Poi il pilota PREMA è passato ai test in pista a Ottobre del 2023, e  successivamente alle prime sessioni in Formula 1 con Haas in Messico e Abu Dhabi. Quello che ha più impressionato l’ingegnere italiano è stata la velocità con cui Bearman si è adattato la prima volta su una Formula 1, mostrando una velocità innata: “È salito su una macchina di F1 per la prima volta in vita sua con sua madre e padre vicini, e al terzo giro di Fiorano con una nuova macchina e su una nuova pista, in una nuova situazione, era subito al passo. Quello è talento”. Tutti i test, compresi quelli a Gennaio a Barcellona, hanno fatto sì che il pilota sapesse come comportarsi fin dai primi giri a Jeddah, anche aiutato da una buona vettura bilanciata come la SF-24: “Siamo molto contenti perché è sceso in macchina in FP3 in Arabia e si è subito ambientato e sapeva come operare, e come si comportava la vettura, nonostante non fosse la stessa macchina [dei test fatti a Gennaio, con la F1-75] ma molto simile”.

Jock Clear, responsabile FDA: “Negli ultimi dieci giri mi ha sorpreso”

Il responsabile della Ferrari Drivers’ Academy ha parlato di quanto siano stati cruciali i test in pista svolti negli ultimi mesi e il loro ruolo nello sviluppo dei piloti, incluso Bearman: “L’obiettivo è renderlo consapevole di cosa sia importante in quel giorno e penso che ci sia riconosciuto questo aspetto perché le basi c’erano. Essere veloce è qualcosa di naturale, ma operare con una vettura di F1 sotto pressione è prova del lavoro svolto negli ultimi anni.” Gli ultimi dieci giri hanno coinvolto tutti i tifosi della Rossa, che si sono trovati a tifare per il giovane “Ollie”, in molti casi non avendolo mai visto gareggiare prima: “Per quanto mi riguarda io lavoro sulla macchina di Charles durante il fine settimana e sono concentrato su quello che succede con Charles, ma avevo un occhio su quegli ultimi dieci giri quando Ollie era seguito da Lando e Lewis e pensavo “Forza Ollie non fare errori” ed è stato perfetto al millimetro, quello mi ha sorpreso”.

A Riccardo Adami, ingegnere di pista di Carlos Sainz, è spettato il compito di dirigere il 18enne in pista e fornire le informazioni necessarie per gestire la situazione: “Le Qualifiche sono state difficili da preparare perché ci sono regolamenti sportivi da rispettare come il delta time tra le due linee della Safety Car, e il traffico che per un pilota Rookie è molto difficile.” Rispetto a un fine settimana usuale con Carlos Sainz, l’approccio di Adami è stato piuttosto diverso: “Ho dovuto ridurre la qualità di informazioni che fornivo in termini molto basici prima di tutto, e poi ho provato a sostenerlo giro per giro e durante la gara di dare una minima quantità di informazioni per non sovraccaricarlo”. L’ingegnere di posta è stato sorpreso, e felice, di vedere la velocità del giovane Bearman: “Mi sono divertito perché quando ho visto che andava forte ero molto felice. Ero sorpreso di vedere la velocità che aveva nella gara, anche sul finale con dei giri impressionanti”.

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