Stabilità e team principal: solo Mercedes e McLaren contano su guide solide

Lug 20, 2025

Loris Preziosa

Se spesso quello estivo è un periodo caldo sul fronte del mercato piloti, quest’anno il Circus Iridato sta vivendo settimane ad alte temperature sul lato team principal. La notizia della separazione fra la Red Bull e Christian Horner è piombata sul paddock della F1 come un fulmine a ciel sereno. Un cambio al vertice di portata epocale, dal momento che si tratta del primo avvicendamento di questo tipo da quando il team di Milton Keynes è entrato nella massima categoria nel 2005. Una notizia che si è aggiunta al quadro di incertezza sul fronte Ferrari, con la posizione in bilico di Frédéric Vasseur, come riportato da varie fonti nelle scorse settimane e mai confutate dalla casa di Maranello. Quel che è certo è che fra sei mesi la F1 sarà protagonista di uno dei cambi regolamentari più grandi della sua storia e, osservando il Circus nella sua interezza, sono poche le realtà con una figura collaudata al vertice.

Nei 20 anni di Christian Horner in Red Bull, sei team principal Ferrari: la rossa deve cambiare ancora?

Fino alla scorsa settimana in cima alla classifica dei team principal più longevi c’era Christian Horner, capace di costruire un impero in pista marchiato Red Bull. Forte della sua profonda conoscenza del motorsport, ha guidato la scuderia di Milton Keynes dal debutto in F1 nel 2005, portandola a conquistare 124 vittorie, 8 titoli piloti e 6 costruttori. Numeri da capogiro se confrontati con quanto ottenuto nella stessa forbice temporale dalla Ferrari, che ha conquistato un totale di 65 vittorie e bisogna riavvolgere il nastro fino al 2007 e 2008 per ritrovare gli ultimi titoli piloti e costruttori. Ciò che impressiona ancor di più è che nella sua carriera al vertice del muretto Red Bull, Horner ha visto avvicendarsi ben sei team principal diversi in casa Ferrari. Una serie di progetti tecnici che, come sappiamo, da dopo il 2008 non hanno mai condotto la rossa al titolo. Da Jean Todt e Stefano Domenicali, ultimi vincenti, fino a Frédéric Vasseur, passando per Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto.

Team Principal Vasseur

Le voci delle scorse settimane di un possibile arrivo al capolinea anche per Vasseur non sono mai state negate dalla stessa Scuderia, alimentando inevitabilmente le discussioni all’interno del paddock e la creazione di quello che oggi possiamo considerare un caso. Non hanno fugato dubbi nemmeno le parole rilasciate da Benedetto Vigna in occasione dell’ultimo GP a Silverstone. “Siamo a luglio, abbiamo tempo, stiamo discutendo,” aveva dichiarato l’AD di Ferrari. Se da un lato ricorderemo che, all’inizio della sua avventura in Ferrari, il team principal francese era stato ufficializzato soltanto al termine della stagione 2022, dall’altro ciò non può accadere alla vigilia di un cambio regolamentare così importante come quello 2026. Il progetto tecnico che vedremo in pista il prossimo anno è già in fase avanzata e un cambio al vertice rischierebbe di portare con sé tutto quel velo di incertezza causato dal passaggio di testimone, sia sul fronte tecnico, ma anche su quello dello stesso organigramma di lavoro.

Team Principal Horner Briatore

Mercedes e McLaren due esempi di stabilità nella F1 di oggi

Spostando il focus sui diretti avversari, in casa Mercedes e McLaren da questo punto di vista regna invece la stabilità. Nel caso della scuderia di Brackley, la leadership di Toto Wolff è indiscussa e indiscutibile. Il team principal austriaco è anche azionista della stella a tre punte, detenendone un terzo delle quote e sul fronte sportivo ha costruito uno dei domini più forti nella storia della Formula 1. Un ultimo ciclo tecnico dominato dalle difficoltà non può quindi togliere a Wolff il ruolo di prestigio che si è costruito nel paddock e in ottica 2026 la Mercedes è già candidata a tornare ai fasti di qualche anno fa. Guardando invece alla McLaren, Andrea Stella è diventato team principal soltanto nel 2023, ma nel giro di tre stagioni ha costruito un regno solido e forte. L’ingegnere italiano, affiancato dal braccio destro Zak Brown, ha risollevato la scuderia di Woking partendo dal basso, lavorando sul fronte dell’acquisizione di figure chiave e sulla creazione di una mentalità vincente. Il tutto è stato quindi trasferito sui banchi da lavoro, dove nel giro di pochi anni si è arrivati a sfornare pacchetti tecnici vincenti, come i progetti MCL38 e MCL39. Una scuderia oggi dominata dalla stabilità non si può non inserire fra le squadre candidate ad un futuro roseo.

Team Principal Binotto

Nel midfield non mancano le realtà promettenti: le ambizioni di Aston Martin, Sauber/Audi e Williams

Guardando invece alle scuderie di centro gruppo, le realtà sono tutte di linfa relativamente fresca. In casa Aston Martin si sta lavorando e non poco in ottica 2026, con la realizzazione di una struttura all’avanguardia in quel di Silverstone e con l’assunzione di figure di grande esperienza, su tutte Adrian Newey, Enrico Cardile ed Andy Cowell, il tutto contornato dai fondi garantiti da Lawrence Stroll e dalle partnership promettenti con i colossi Honda e Aramco. Nonostante ciò, però, soltanto il prossimo anno si potrà iniziare ad avere una prova del nove in merito a questo progetto; fino a quel momento si potrà parlare di potenzialità, ma non di certezze. C’è poi il progetto Audi/Sauber che porta con sé ambizioni non esigue, ma che sta ancora attraversando la fase delle fondamenta. Sebbene la casa dei quattro anelli abbia avuto successo in tutti i progetti motorsport in cui si è cimentata, per poter puntare ai piani alti della F1 è necessario inevitabilmente del tempo. Nella recente intervista rilasciata a Sky Sport, Mattia Binotto ha infatti quantificato in cinque anni l’obiettivo fissato per portarsi al livello di un’ipotetica lotta mondiale.

Team Principal Vowles

Simili ambizioni le possiamo ritrovare anche in casa Williams, dove James Vowles ha più volte dichiarato di voler riportare la storica scuderia britannica ai vertici della F1. L’obiettivo è quello di instradare un percorso simile a quello della McLaren, cresciuta costantemente dopo anni di buio fino ad arrivare a lottare per titoli mondiali. Si tratta di un percorso tutt’altro che agevole, ma qualche frutto positivo è già emerso. Il progetto 2026 è la priorità conclamata da tempo dal numero uno del muretto, che nel frattempo ha focalizzato le sue attenzioni sulla creazione di una mentalità vincente. Una realtà, quella Williams, che anche in questo caso necessita di tempo e cartine tornasole che devono ancora arrivare. C’è poi il cantiere aperto di casa Alpine, che in materia di team principal è al centro dell’attenzione da diverse stagioni. Da cinque anni a questa parte la scuderia di Enstone ha cambiato guida ogni anno, seminando nel team una continua incertezza sul futuro. L’obiettivo di Flavio Briatore è quello di imprimere un cambio di marcia alla squadra e all’ambiente, ma il lavoro è ancora a stadi prematuri. Alcune voci del presente accostano Christian Horner alla scuderia transalpina, lo stesso potrebbe però decidere di ripartire da un’altra realtà in costruzione come potrà essere il progetto Cadillac. Il team americano potrà contare sul supporto del colosso General Motors, ma anche in questo caso vale il discorso fatto con Audi e l’inevitabile tempo necessario per integrarsi in un ambiente come la F1.

Sebbene con ambizioni differenti, mancano all’appello solo Racing Bulls e Haas. Nel caso della scuderia faentina è tutto in divenire. La fresca partenza di Laurent Mekies verso la sorella maggiore ha lasciato posto ad Alan Permane e bisognerà osservare come si muoveranno le acque in casa Red Bull per capire quali potrebbero essere le potenzialità del team. Sul fronte Haas invece, sebbene le risorse non siano quelle di un top team, Ayao Komatsu dal suo avvicendamento nel ruolo di team principal nel 2024 ha impresso una solida mentalità alla squadra e si è candidato per poter dire la propria a centro gruppo. Dall’apertura del programma TPC nel 2025 alla stretta di mano con Toyota in termini di partnership, i fattori che indicano la crescita della squadra ci sono, ma c’è ancora tanta strada da percorrere in termini di esperienza.

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