Red Bull convinta: è ancora McLaren il riferimento ma l’arma in più è Verstappen!

Ott 22, 2025

Piergiuseppe Donadoni

Da Monza a Austin è sembrato quasi di assistere ad un altro mondiale, completamente capovolto, con una Red Bull e Max Verstappen costantemente davanti ad una McLaren che fino al GP d’Olanda era il chiaro punto di riferimento tecnico (e non di poco) della Formula 1. Ma la verità è più complessa — e decisamente meno narrativa. Perché no, la MCL39 non è stata sorpassata tecnicamente dalla RB21. Questo almeno è quello che pensano a Milton Keynes. La vettura papaya è ancora, nel complesso, la monoposto migliore di questo mondiale, solo che oggi questo non basta più e alcuni suoi ‘difetti’ pesano molto più di prima.

La McLaren resta la macchina migliore ma serve ottimizzare il sabato

La MCL39 resta fortissima sul passo gara, ma in questo ultimo anno di macchine ad effetto suolo è fondamentale riuscire a partire davanti a tutti. Ancor di più nella seconda parte di campionato, quando le squadre evolvono le loro vetture e capiscono sempre di più come gestire gli pneumatici in gara. Per dare dei dati, a cinque gare dal termine possiamo contare sette pole position McLaren e sette di Max Verstappen, mentre negli ultimi cinque appuntamenti ha vinto sempre chi è partito dalla pole position. Stare in scia ad un’altra macchina è diventato ormai un esercizio frustrante perché la perdita di carico aerodinamico è divenuta troppo alta, le temperature delle gomme salgono in fretta e la finestra di funzionamento tende chiaramente a chiudersi. La Red Bull era già piuttosto efficace in qualifica nella prima parte di campionato ma, se prima la McLaren riusciva a ribaltare tutto con un passo gara superiore e una gestione gomme impeccabile, oggi quella forbice si è quasi chiusa. O meglio, il gap tra la McLaren e la Red Bull tende ancora ad aprirsi con l’andare dello stint ma se ad inizio anno si apriva dopo pochissimi giri, ora solo nella parte finale. 

E qui bisogna sicuramente sottolineare che non è la McLaren ad essere peggiorata, quanto la Red Bull ad aver risolto i suoi principali limiti. La squadra di Milton Keynes ha trovato un bilanciamento migliore della sua RB21 e soprattutto una certa quadratura (non perfezione) sul comportamento termico del posteriore, con interventi al fondo e all’ala anteriore (più flessibile nella parte esterna) tra Monza e Singapore e, assolutamente non meno importanti, in estate ai tanto importanti corner ruota, che hanno limitato in modo importante il surriscaldamento delle ruote posteriori. Il risultato? Verstappen riesce a spingere più a lungo senza pagare troppo in termini di degrado, e la sua costanza di ritmo non è più così lontana da quella di Norris e Piastri. Un tecnico del team di Milton Keynes ci ha tenuto comunque a sottolinearci come Lando Norris, pur restando per oltre 20 giri dietro a Leclerc e surriscaldando quindi le proprie gomme, sia riuscito ad essere più veloce nell’ultima parte del primo stint quando, a detta del super tecnico, il quattro volte campione del mondo non stava gestendo il suo passo poiché in prossimità del pit stop. Semplicemente la RB21 aveva finito le gomme mentre la McLaren ne aveva ancora di più, anche se ormai era troppo tardi.

Wache & Co hanno ridotto lo svantaggio tecnico, al resto ci può pensare Verstappen!

C’è quindi la convinzione a Milton Keynes che la MCL39 resti mediamente più efficiente — soprattutto nei tratti di media velocità — ma la differenza ad oggi, guardando le ultimissime gare, sembrerebbe minima tra le due vetture. E quando la prestazione si gioca su pochissimi decimi, basta un errore di esecuzione per cambiare tutto. Sia da una parte che dall’altra. Singapore e Austin sono stati due esempi perfetti: due qualifiche non perfette, l’errore di Piastri nella Sprint e la mancanza di dati per poter assettare la MCL39 in maniera più aggressiva, hanno trasformato una potenziale vittoria in una seconda posizione per Lando Norris. Perchè non serve per forza ascoltare le parole di Andrea Stella, ma anche secondo la Red Bull, il pilota inglese avrebbe potuto vincere il GP di Austin se fosse partito in prima posizione o se Leclerc non lo avesse sorpassato in partenza sfruttando la giusta strategia di partire con la mescola più morbida.  

La McLaren non ha perso quindi la sua forza e lo mostrerà nuovamente da qui alla fine della stagione, tuttavia, a Milton Keynes sono consapevoli di poter ora mettere molta più pressione ad un team e a due piloti meno esperti di loro nel sapere gestire determinati momenti. Questo anche grazie agli ultimi aggiornamenti che arriveranno sulla RB21. Oggi i valori dei due team di testa sembrano essersi compattati ma la McLaren resta ancora il metro tecnico della Formula 1 attuale. E nel momento in cui la concorrenza è riuscita ad avvicinarsi come prestazione sul passo gara, la differenza la fa chi riesce a partire davanti ed è lì che più spesso Max Verstappen riesce a fare il miracolo e la Red Bull può avere un’arma in più. Anche se ora, al quattro volte campione del mondo ne interessa solamente uno di miracolo ossia quello di vincere un mondiale che dopo il GP di Olanda sembrava una lotta solamente tra il duo papaya. 

Autore

RIPRODUZIONE VIETATA. I trasgressori saranno perseguibili a norma di legge